FI: Piccin, no doppia preferenza di genere per Consiglio regionale
(ACON) Trieste, 22 ott - COM/RCM - "Resto convinta che la
doppia preferenza di genere in ambito elettivo danneggi le donne.
Non servono aiutini: quando le donne decidono di impegnarsi
seriamente per un obiettivo, lo raggiungono e riescono ad
arrivare sino in fondo".
La consigliera regionale Mara Piccin (FI) ha motivato così, in
Aula, la sua contrarietà alla proposta di legge n. 10 che
intendeva modificare l'articolo 25 della Lr 17/2007.
"La discussione in Aula - continua la Piccin - ha dimostrato come
la posizione del Pd sul tema dell'introduzione della doppia
preferenza di genere per l'elezione del Consiglio regionale sia
pura speculazione propagandistica, nel tentativo di ergersi a
paladino di un diritto che è già garantito alle donne".
L'esponente forzista aggiunge: "Mi sono pervenute alcune
lettere-appello affinché votassi a favore, ma il loro contenuto
mi ha alquanto delusa. Alcune sostengono la necessità di
intervenire per agevolare l'ingresso delle donne in Consiglio e
in politica, dall'altra il contrario, che non si tratta di corsie
preferenziali. Tutto e il contrario di tutto. Alle quante, nelle
ultime ore, hanno lanciato questi appelli, molte delle quali
rivestono ruoli di primo piano nella società, dico: se sentite
che la vostra grande esperienza possa essere messa a disposizione
di tutti, candidatevi e cercate il consenso per essere elette
grazie alla forza delle vostre idee e delle vostre comprovate
capacità, come può fare chiunque. Non serve alcuna agevolazione".
Sulla sua esperienza personale in politica, la Piccin
puntualizza: "Personalmente, sono alla terza legislatura e non
vedo alcuna necessità di aiutini che tutto garantiscono fuorché
la dignità. Aver sperimentato nel corso della mia esperienza in
un Comune dov'è applicata questa norma (Pordenone, dove sono
stata eletta consigliere comunale), ha contribuito a portarmi a
una considerazione negativa su questa proposta. Accade spesso,
infatti, che una coalizione di donne non esperte nella raccolta
del consenso, coalizzate intorno a un elemento maschile, possano
portargli preferenze ma non essere elette".
E ricorda infine che "il record di preferenze in Regione è stato
stabilito nel 1998 da Alessandra Guerra (12.948) e la scorsa
legislatura vedeva una presidente donna, Debora Serracchiani.
Nella X legislatura, su 60 consiglieri, solo 3 erano donne, nella
scorsa 10 (compresa la presidente) su 49 consiglieri, ora sono 6.
A legge invariata, il numero è cambiato e non sempre a sfavore
del rapporto donne/uomini. L'aumento della presenza femminile in
Consiglio regionale potrà essere garantito solo con una maggiore
considerazione delle donne da parte della politica e quindi dei
partiti".