Pres. Zanin a cerimonia in ricordo degli internati civili di Gonars
(ACON) Gonars, 1 nov - RCM - "Se la guerra è di per sé
condannabile, il tentativo di pulizia etnica dei regimi fascista
e nazista lo è ancora di più".
Lo ha affermato il sindaco di Gonars, Ivan Diego Boemo,
ripercorrendo la storia, tragica, del campo di concentramento che
in questo Comune del Friuli fu costruito nel 1941 originariamente
per i prigionieri di guerra russi, invece fu il luogo dove
trovarono la morte centinaia tra sloveni e croati provenienti dai
territori occupati dall'esercito italiano nell'allora Jugoslavia
e dove in seguito furono internati dalle truppe tedesche migliaia
di uomini, ma anche donne, vecchi e bambini, "persone civili
inermi, che furono private della dignità e della libertà", ha
aggiunto Boemo alle autorità civili e militari italiane, ma anche
slovene e croate, presenti al sacrario presso il cimitero di
Gonars per rendere omaggio a questi cittadini, alle loro famiglie
e per non dimenticare.
"Sono orgoglioso di rappresentare il Consiglio regionale qui oggi
- ha detto il presidente dell'Assemblea, Piero Mauro Zanin - e di
farlo assieme ai consiglieri Mauro Di Bert, Alberto Budai e Furio
Honsell. E' significativo che nella giornata dedicata al ricordo
dei defunti sia compreso l'omaggio, in questo luogo di dolore, a
sloveni e croati, intellettuali, studenti, insegnanti e operai
che qui furono internati. Rendere omaggio a queste vittime,
ammettendo senza reticenze la causa per cui sono morte, ci
consente di rinsaldare l'amicizia e la collaborazione tra Paesi
vicini che hanno pagato il prezzo delle tragedie del secolo
passato, ma che guardano da tempo alle nuove prospettive dei
giovani di oggi e di domani.
"Italia, Croazia e Slovenia - ha riflettuto ancora Zanin - sono
parte dell'Europa che ha consentito il superamento dei
nazionalismi e delle guerre che hanno funestato il '900. Perché
paradossalmente, dopo il buio delle tenebre della coscienza umana
e della ragione, c'è sempre un fiore che nasce, un arcobaleno che
sorge. E dunque l'Europa ha assicurato ai nostri popoli il bene
prezioso della pace, che dobbiamo saper custodire partendo
proprio da quegli errori e orrori di 80 anni fa. Oggi per noi è
fondamentale salvaguardare quell'idea di Europa, per non dover
più vedere uomini prede dell'arroganza di altri uomini".
Da parte sua, il vicepresidente della Regione, Riccardo Riccardi,
ha definito il campo di concentramento di Gonars come "uno di
quegli elementi che l'indagine storica approfondisce con occhi
diversi, uno spazio interno alla nostra storia che però non può e
non deve essere trasformato in un buco nero dal quale non esce
più quel filo di lice che lega il nostro presente al passato dal
quale proveniamo".
La storia del campo di concentramento di Gonars è stata
ricostruita nei dettagli da Slavko Malnar in rappresentanza
dell'Associazione combattenti antifascisti di Rijeka e dal
presidente del comitato provinciale udinese dell'Associazione
nazionale partigiani d'Italia, Dino Spanghero. Il ministro per
gli sloveni oltre confine e nel mondo, Peter Jozef Cesnik, ha
infine aggiunto i ricordi dei campi di concentramento di Monigo
di Treviso, Chiesanuova di Padova e Kampor, nell'isola di Rab
(Arbe), oltre a difendere concetti quali unità europea e rispetto
delle diversità.
(foto su www.comsiglio.regione.fvg.it; immagini e interviste tv)
Il sindaco Boemo, il ministro Cesnik e il presidente Zanin dove sorse il campo di concentramento di Gonars (foto Acon/RCM)
Il presidente Zanin, il sindaco Boemo e il vicepresidente Riccardi al sacrario di Gonars (foto Acon/RCM)
Il presidente Zanin interviene a Gonars (foto Acon/RCM)
Gli intervenuti alla cerimonia presso il sacrario di Gonars (foto Acon/RCM)