FI: Piccin, no a posizioni dogmatiche su cambiamento climatico
(ACON) Trieste, 12 nov - COM/CMC - "Viene da chiedersi se il Pd
e nello specifico il consigliere Conficoni, che ha presentato
analoga mozione in Consiglio comunale a Pordenone, affronti
questo tema per cercare di attirarsi le simpatie dei giovani
dimostranti del Fridays for future e di certo ambientalismo
oppure sia davvero convinto che la Regione possa dominare la
forza della natura".
Lo afferma la consigliera regionale Mara Piccin (FI), commentando
la mozione n. 111 presentata dal Pd circa la "Dichiarazione dello
stato di emergenza climatica e ambientale", poi emendata in un
documento bipartisan sull'emergneza climatica, ambientale e di
biodiversità.
"Che il cambiamento climatico sia in atto è fuori da ogni dubbio
- osserva la Piccin -, con impatti potenzialmente gravi sulla
vita delle persone e degli ecosistemi. Così come è apprezzabile
lo slancio dato al dibattito sull'ambiente e sulla necessità di
salvaguardarlo da parte dei giovani manifestanti e dalla scienza.
E certo l'impegno a tutelare aria, acqua e biodiversità,
migliorando per quanto possibile la qualità della vita delle
persone e dell'ambiente in cui vivono (città comprese), ci deve
accomunare. Ma non posso accettare forme di pensiero unico.
"Il Pd - aggiunge la consigliera - non vuol sentir ragioni sul
dogma che tutto sia imputabile alle attività umane e dunque
l'economia vada riconvertita in senso ecologico. Dopo decenni di
sviluppo per garantire occupazione e benessere ai cittadini di
questa regione, in sostanza la sinistra propone di avventurarsi
sempre più in costose politiche di incentivazione sulle spalle di
tutti. Appare impossibile, allo stato attuale, convertire alle
sole fonti di energia rinnovabili la nostra economia e il nostro
modo di vivere. Impossibile è affrontarne il costo. E anche
ritenendo possibile, per assurdo, una simile conversione -
prosegue -, questa inciderebbe sul clima per una percentuale
quasi insignificante, considerando che solo il 5% della Co2 è
emessa dalle attività umane a livello mondiale.
"Le maggiori imputate del cambiamento restano le cause naturali,
contro le quali la principale risposta, per l'ennesima volta
nella storia dell'uomo, è l'adattamento. A meno che non si voglia
abbracciare un falso ambientalismo che di certezze scientifiche
ha ben poco, ma che di interessi ne cela parecchi".
La Piccin conclude: "Ciò non significa voltare le spalle a
politiche 'green' a favore di cittadini e ambiente, che ribadiamo
essere positive e sulle quali possiamo trovare un punto di
contatto. Ma diciamo un secco no a mistificazioni e dogmi che
indirizzino la nostra società verso il tracollo economico, o a
censure da parte di chi vuole ascoltare soltanto una parte della
scienza".