Cr: ddl 71 riforma enti locali, relatore minoranza Centis (7)
(ACON) Trieste, 13 nov - RCM - "I Comuni, per il centrodestra,
non devono occuparsi di temi di area vasta, ma limitarsi allo
stretto svolgimento delle funzioni comunali e il loro eventuale
associarsi non può avere altro orizzonte che l'esercizio
condiviso delle funzioni che già gli competono".
Questo, per il relatore di minoranza Tiziano Centic (Citt),
l'elemento caratterizzante il disegno di legge n. 71.
Quanto alle Comunità, "questa nuova forma associativa dei Comuni
è pensata non per realizzare un progetto di sviluppo di area
vasta, ma semplicemente come una variante della convenzione, solo
dotata di maggior stabilità grazie al fatto che alla Comunità è
conferita la personalità giuridica.
"In coerenza con questa visione, non ho motivo di dubitare -
sottolinea Centis - che non mancherà l'impegno, da parte
dell'amministrazione, nel cercare di venire incontro ai problemi
strutturali dei Comuni quale, in primis, la mancanza di
personale. Insomma lo scambio politico sotteso in questo disegno
di legge è il seguente: più risorse e in particolare più
personale per far svolgere adeguatamente il proprio compito ai
Comuni, che però al contempo vengono spogliati di qualsiasi ruolo
che vada oltre l'erogazione in modo efficiente di servizi a
favore della comunità di riferimento".
Anche per l'esponente dei civici, il sistema delle convenzioni
sarebbe più adeguato, anche perché "senza la previsione di alcun
criterio di adeguatezza rischiamo di trovarci di fronte a delle
Comunità inconsistenti, formate, nella peggiore delle ipotesi, da
due Comuni di uguale colore politico e al solo fine di sistemare
nel Comitato esecutivo un paio di persone esterne ai Consigli in
poltrone retribuite".
Il senso profondo del ddl n. 71, per Centis è "riportare i Comuni
nell'alveo delle loro competenze in senso stretto per
riguadagnare lo spazio a un nuovo livello di governo, quello sì
deputato, secondo la visione di questa maggioranza, a farsi
carico dei temi di area vasta. In questa direzione va
l'istituzione degli enti regionali di decentramento
amministrativo, a oggi generati per svolgere le funzioni
dell'edilizia scolastica ma che in realtà sono solo un primo
passo per la reintroduzione delle Province e proprio perciò è
evidente che questa maggioranza resterà sorda a tutti gli appelli
tesi a far valere opzioni alternative (Ater, Ardiss, Servizi
regionali) sull'ente più adeguato a farsi carico dell'edilizia
scolastica".
Invece l'adesione, obbligatoria, "di quasi la metà dei Comuni
della regione alle Comunità di montagna e alla Comunità collinare
appare in contraddizione con la libertà di associazione
riconosciuta ai restanti Comuni".
Infine ha ribadito che per i Cittadini il migliore assetto
istituzionale deve fondarsi su due pilastri, Regione e Comuni, ai
quali deve essere assegnato un ruolo da protagonisti non solo
quali erogatori di servizi, ma come principali agenti dello
sviluppo delle aree mandamentali in cui è suddiviso il Friuli
Venezia Giulia. Per questa ragione, presenteranno degli
emendamenti che rendano le Comunità non una mera variante della
convenzione.
(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)
(segue)