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Cr: ddl 71 riforma enti locali, relatore minoranza Centis (7)

13.11.2019
12:05
(ACON) Trieste, 13 nov - RCM - "I Comuni, per il centrodestra, non devono occuparsi di temi di area vasta, ma limitarsi allo stretto svolgimento delle funzioni comunali e il loro eventuale associarsi non può avere altro orizzonte che l'esercizio condiviso delle funzioni che già gli competono".

Questo, per il relatore di minoranza Tiziano Centic (Citt), l'elemento caratterizzante il disegno di legge n. 71.

Quanto alle Comunità, "questa nuova forma associativa dei Comuni è pensata non per realizzare un progetto di sviluppo di area vasta, ma semplicemente come una variante della convenzione, solo dotata di maggior stabilità grazie al fatto che alla Comunità è conferita la personalità giuridica.

"In coerenza con questa visione, non ho motivo di dubitare - sottolinea Centis - che non mancherà l'impegno, da parte dell'amministrazione, nel cercare di venire incontro ai problemi strutturali dei Comuni quale, in primis, la mancanza di personale. Insomma lo scambio politico sotteso in questo disegno di legge è il seguente: più risorse e in particolare più personale per far svolgere adeguatamente il proprio compito ai Comuni, che però al contempo vengono spogliati di qualsiasi ruolo che vada oltre l'erogazione in modo efficiente di servizi a favore della comunità di riferimento".

Anche per l'esponente dei civici, il sistema delle convenzioni sarebbe più adeguato, anche perché "senza la previsione di alcun criterio di adeguatezza rischiamo di trovarci di fronte a delle Comunità inconsistenti, formate, nella peggiore delle ipotesi, da due Comuni di uguale colore politico e al solo fine di sistemare nel Comitato esecutivo un paio di persone esterne ai Consigli in poltrone retribuite".

Il senso profondo del ddl n. 71, per Centis è "riportare i Comuni nell'alveo delle loro competenze in senso stretto per riguadagnare lo spazio a un nuovo livello di governo, quello sì deputato, secondo la visione di questa maggioranza, a farsi carico dei temi di area vasta. In questa direzione va l'istituzione degli enti regionali di decentramento amministrativo, a oggi generati per svolgere le funzioni dell'edilizia scolastica ma che in realtà sono solo un primo passo per la reintroduzione delle Province e proprio perciò è evidente che questa maggioranza resterà sorda a tutti gli appelli tesi a far valere opzioni alternative (Ater, Ardiss, Servizi regionali) sull'ente più adeguato a farsi carico dell'edilizia scolastica".

Invece l'adesione, obbligatoria, "di quasi la metà dei Comuni della regione alle Comunità di montagna e alla Comunità collinare appare in contraddizione con la libertà di associazione riconosciuta ai restanti Comuni".

Infine ha ribadito che per i Cittadini il migliore assetto istituzionale deve fondarsi su due pilastri, Regione e Comuni, ai quali deve essere assegnato un ruolo da protagonisti non solo quali erogatori di servizi, ma come principali agenti dello sviluppo delle aree mandamentali in cui è suddiviso il Friuli Venezia Giulia. Per questa ragione, presenteranno degli emendamenti che rendano le Comunità non una mera variante della convenzione.

(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)

(segue)



Il consigliere regionale dei Cittadini, Tiziano Centis (foto Acon)