Cr: ddl 71 riforma enti locali, relatore di minoranza Honsell (8)
(ACON) Trieste, 13 nov - RCM - Per Furio Honsell (OpenFVG),
ultimo relatore di minoranza, il disegno di legge n. 71 avrebbe
l'ambizione di essere una riforma degli enti locali in Friuli
Venezia Giulia, ma si esaurisce nell'affossare il sistema
precedente invece di migliorarlo, dimostrando così di non
coglierne gli aspetti positivi. La sua "pars costruens" - ha
detto il consigliere - è infatti miserevole e medievale, ispirata
al principio del "ogni contado si arrocchi intorno al proprio
castello".
Honsell ha, poi, accusato il testo di essere frutto della fretta,
umorale ed "espressione dei pregiudizi cavalcati dalla
maggioranza in campagna elettorale e maturati nell'azione di
sabotaggio della riforma precedente.
"La legge regionale 26/2014 che questo disegno di legge affossa,
e ancor di più la Lr 18/2015 che su di essa si appoggiava,
avevano cercato di superare la principale criticità del nostro
territorio, ovvero la sua incapacità secolare di fare sistema, da
cui deriva l'esagerata frammentazione degli enti locali", ha
spiegato l'esponente di centrosinistra, a detta del quale le
Unioni territoriali intercomunali (Uti) obbligavano i Comuni a
progettare in termini di area un po' più vasta, aiutando a
eliminare duplicazioni non più sostenibili.
In area montana - fa presente - per lo meno sono state
trasformate in Comunità di montagna, e l'area collinare in
Comunità collinare. Ma il nuovo ente, la Comunità, non ha nulla
del buono che avevano le Uti, ovvero un dettagliato percorso di
messa a comune di servizi e funzioni, un ruolo nella
concertazione multilivello, uno spirito di co-progettazione, per
contro ne peggiora la pesantezza burocratica. La Comunità è un
nuovo ente locale che necessita di nuovi statuti e di una
complessa fase di avvio, senza essere accompagnato da alcuna
forma di incentivazione finanziaria. Per il relatore, una
convenzione costerebbe di meno, sarebbe più agile da aggiustare e
permetterebbe di andare subito al dunque delle problematiche da
risolvere.
Ma questa sedicente riforma - ha proseguito - si fonda anche su
una visione atomistica degli attuali Comuni, che proprio a causa
di un'autonomia sfrenata oggi sono fragilissimi. E non
attribuisce alcuna flessibilità nella forma organizzativa e nello
statuto di queste nuove strutture. La Regione decide che alcune
Uti devono trasformarsi, che altre vanno sciolte, che comunque
tutte le Comunità devono avere strutture pesanti e complesse.
Tutte devono costare e assegnare compensi.
Questo disegno di legge dimostra, infine, che il legislatore non
ha compreso la problematica dell'edilizia scolastica secondaria.
Questa è già per buona parte pienamente nelle mani dei Comuni,
soprattutto i capoluogo. Introdurre quattro nuovi enti, per
giunta commissariali, per gestire questa problematica è
sproporzionato e crea doppioni.
(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)
(segue)