Cr: ddl 70, riforma sanità, relatore minoranza Ussai (4)
(ACON) Trieste, 3 dic - CMC - Un disegno di legge che, per il
principio della delegificazione o per cercare di non scontentare
nessuno, rimanda quasi tutto a numerosi atti amministrativi della
Giunta, senza prevedere nemmeno il parere della Commissione
consiliare competente.
Lo afferma Andrea Ussai (M5S) che nella sua relazione per l'Aula
definisce il ddl 70 una "legge delega" i cui i principi sono
condivisibili, ma in cui non si capisce come si vogliano
raggiungere gli obiettivi prefissati.
Si mette l'accento sull'integrazione socio-sanitaria, sulla presa
incarico degli assistiti, sull'attenzione alla domanda di salute
e non solo all'offerta dei servizi, con l'obiettivo di spostare
le attività e le risorse "dal segmento ospedaliero a quello
distrettuale", rimodulando inoltre l'assistenza della medicina
primaria.
Anche la riforma Serracchiani - Telesca aveva analoghe finalità -
aggiunge -, ma i cambiamenti apportati, che questa maggioranza
non ha ritenuto di modificare, hanno riguardato soprattutto i
tagli alla rete ospedaliera mentre il potenziamento dei servizi
territoriali è rimasto troppo spesso solo sulla carta.
Quanto alle criticità rilevate anche nel corso delle audizioni il
consigliere pentastellato cita il modello organizzativo proposto
inizialmente per i Distretti, che prevedeva una drastica
divisione tra la funzione di committenza e produzione, poi
rimodulato in Commissione, l'assenza definita "colpevole" del
Dipartimento per le dipendenze nel disegno di legge.
Allo stesso modo - prosegue il consigliere -, manca un qualsiasi
riferimento sia alla valorizzazione delle professioni sanitarie,
fondamentali per fronteggiare le patologie di lunga durata, che
alle politiche relative al personale, vera risorsa che manda
avanti il sistema, e, tra gli elementi che maggiormente destano
preoccupazione c'è l'organizzazione del sistema di emergenza -
urgenza: il modello attuale ha dimostrato di non funzionare, ma
la scelta da parte della Giunta è stata quella di mantenere lo
status quo.
L'impostazione voluta dalla Giunta precedente rimane invariata
per Ussai, tanto che questa riforma si può definire una
"Serracchiani - Telesca 2.0", nonostante le forti critiche
piovute dal centrodestra nei confronti della legge approvata
durante la scorsa legislatura.
(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)
(segue)