Cittadini: Liguori, riforma sanità modello che manca di solidità
(ACON) Trieste, 4 dic - COM/CMC - Sul disegno di legge n.70
"Riorganizzazione dei livelli di assistenza, norme in materia di
pianificazione e programmazione sanitaria e sociosanitaria"
all'esame dell'Aula, Simona Liguori, relatrice di minoranza per
il Gruppo di Cittadini, ha mosso diverse critiche al modello
proposto dalla giunta di centrodestra: "Le finalità della legge
non sono una novità e certamente sono condivise - ha spiegato
Liguori - ma ciò che non funziona sono i modelli proposti per il
raggiungimento degli obiettivi: un impianto tutt'altro che
solido, a tratti improvvisato, che sembra non convincere neppure
la Giunta la quale, rispetto al testo proposto inizialmente, ha
fatto una palese retromarcia durante l'esame in Commissione".
Il riferimento di Liguori è all'assistenza territoriale la cui
erogazione del servizio era stata, inizialmente in forma
obbligatoria, tolta ai distretti e affidata ad una nuova
struttura aziendale, il Dipartimento di assistenza distrettuale.
"In Commissione - ha commentato Liguori - quella che doveva
essere la grande innovazione del modello proposto è stata
derubricata a mera opzione a disposizione dei futuri direttori
generali, segno che neppure nella Giunta stessa vi fosse
convinzione nella proposta. Inoltre il modello non poggia su una
compiuta analisi critica della situazione esistente, né si
confronta con le esperienze delle altre regioni".
"Riguardo l'assistenza ospedaliera - prosegue -, la legge toglie
al Consiglio regionale ogni possibilità di determinare le
funzioni degli ospedali. Il ddl infatti, che pone 'le basi per
giungere alla progressiva differenziazione delle attività e dei
mandati delle sedi ospedaliere', demanda alla Giunta le scelte su
di essi.
"Non è accettabile che il Consiglio venga esautorato di un
compito che da sempre gli spetta - ha detto Liguori - perdendo la
responsabilità delle scelte sulla tipologia e numero di presidi
ospedalieri nonché sulle funzioni che gli stessi devono
esercitare".
In conclusione, Liguori ritiene che la riforma rappresenti "un
passo indietro rispetto alle esigenze delle persone e dei
professionisti i cui organici spesso sono ridotti all'osso.
Mancando un impianto territoriale saldo, finirà col generare
l'aumento degli accessi in pronto soccorso e nelle Medicine,
peggiorando le condizioni del sistema ospedaliero".