Patto: riforma sanità, legge con molti punti interrogativi
(ACON) Trieste, 4 dic - COM/MPB - "Una legge che lascia ancora
molti interrogativi rispetto alla soluzione dei veri problemi che
interessano i cittadini: dalle liste d'attesa alla gestione
dell'emergenza, dalla mancanza di personale alla presenza sui
territori dei servizi di base. Ci auguriamo che nel corso del
dibattito in Aula ci sia un confronto vero, anche sulle proposte
della minoranza".
È il commento del capogruppo del Patto per l'Autonomia, Massimo
Moretuzzo, al termine della discussione odierna sulla riforma
sanitaria regionale.
"Nei prossimi anni ci aspettano scelte anche impopolari, che
saranno sgradite a chi difenderà interessi particolari invece di
guardare alla sostenibilità del sistema sanitario generale, un
sistema di eccellenza - quello regionale - a lungo ai vertici
delle classifiche italiane per efficienza ed efficacia, e
passato, negli ultimi anni, a un livello di performance
decisamente inferiore. Molto, nel recupero di qualità della
sanità del Friuli-Venezia Giulia, dipenderà dai manager che
guideranno le nostre aziende complesse, le cui nomine sono attese
a breve. Auspichiamo che le scelte siano il più possibile
indipendenti dai condizionamenti che potrebbero derivare sia dal
mondo della politica e delle istituzioni locali, sia da qualche
potentato del variegato mondo della sanità".
Un altro elemento fondamentale sottolineato da Moretuzzo nel
dibattito in aula, e successivamente ripreso dall'assessore
Riccardi nella sua replica, è il rapporto con lo Stato rispetto
all'autonomia della Regione nella gestione del servizio sanitario
e delle risorse che sono necessarie per questo settore.
"È necessario negoziare con lo Stato un nuovo automatismo nella
definizione delle compartecipazioni che tenga conto dei maggiori
costi che fisiologicamente il sistema sanitario regionale dovrà
sostenere, al pari delle Regioni ordinarie. È impensabile che lo
Stato aumenti la dotazione del Fondo sanitario nazionale che
viene ripartito fra le Regioni ordinarie e non riveda la quota di
risorse necessarie alle Regioni Autonome come la nostra per
garantire il diritto alla salute dei propri cittadini".
"Il ddl della riforma sulla sanità rischia di non entrare nel
merito degli obiettivi di riorganizzazione profonda del sistema
sanitario regionale che questa maggioranza si propone", afferma
il consigliere regionale Giampaolo Bidoli, relatore di minoranza.
"Alla luce delle aspettative di vita sempre più lunghe e
dell'aumento della spesa sanitaria, è necessaria una
programmazione di ampio respiro, che in questo ddl facciamo
fatica ad individuare", osserva Bidoli, che evidenzia come
criticità la scarsità di strumenti indicati per perseguire le
finalità fissate e il fatto che in molti casi la loro definizione
sia rinviata ad atti giuntali o aziendali con il rischio di
finire in un quadro di generale indeterminatezza. Perplessità
permangono anche in merito al potenziamento del ruolo dei
distretti, se non viene garantita contestualmente una dotazione
economica e organica adeguata, e in ordine alle farmacie e al
loro ruolo di "punti salute sul territorio", obiettivo
condivisibile, ma che si scontra con il fatto che "nelle aree
montane tante farmacie stanno chiudendo per sempre i battenti,
eliminando di fatto un buon servizio sanitario di prossimità
fondamentale per la sopravvivenza di una comunità".
Rimane sullo sfondo il nodo fondamentale della sostenibilità
economica di qualunque percorso legislativo inerente al tema del
servizio sanitario regionale. "Il rischio è che la riforma, per
essere realizzata, richieda un impegno così importante per le
casse regionali da risultare difficilmente attuabile - conclude
Bidoli -: c'è bisogno di concretezza e di scelte coraggiose".