FI: Piccin, Pd strumentale su liste d'attesa e sanità privata
(ACON) Trieste, 5 dic - COM/CMC - "Quando non c'è altro da
dire, si agita lo spauracchio di una sanità che diventa privata:
ma i dati testimoniano come il Pd, su questo aspetto, stia
parlando del nulla, così come sul piano degli investimenti".
Lo ha affermato in Aula la consigliera regionale Mara Piccin
(Forza Italia), nel corso dell'esame del ddl 70 (riforma
sanitaria), rispondendo ad alcune critiche dell'opposizione, tra
cui quella sull'innalzamento (sino ad arrivare al 6 per cento)
del tetto di risorse alle prestazioni dai soggetti erogatori
privati accreditati.
"Se non raggiungiamo neppure il 4 per cento di privato
accreditato nella nostra sanità - osserva Piccin -, mentre in
Veneto il 15-20 (anche perché buona parte delle prestazioni è
fornita a cittadini del FVG) e il 30 in Lombardia, la cui sanità
è riconosciuta d'eccellenza, di cosa parla il Pd? Del nulla".
"Il tema - continua Piccin - è strettamente collegato a quello
delle liste d'attesa, problema eterno. Già nel 2009 era
all'ordine del giorno con la maggioranza di centrodestra: allora,
non so se per semplice spirito di contrapposizione, il Pd ebbe il
coraggio di votare contro a una norma di buonsenso quale la legge
regionale 7 del 2009 per l'abbattimento delle liste d'attesa. È
una cosa che ha dell'incredibile. E sul rapporto tra liste
d'attesa e privati, lo stesso assessore Riccardi, anche in
occasione dell'approvazione del nuovo Piano regionale per il
governo delle liste d'attesa, all'inizio di questo mese, è stato
chiarissimo, quando ha detto 'toccherà al sistema pubblico
rispondere in modo sempre più puntuale alle esigenze del
territorio'".
"Guardando agli stanziamenti in conto capitale nella sanità, sono
stati triplicati: tra 2010 e 2013 erano di 73 milioni di euro
annui in media, tra 2013 e 2018 siamo scesi a 28 milioni, tra
2019 e 2021 saliamo a 85 milioni. Per gli ospedali, in
finanziaria 2013 il centrodestra aveva messo 150 milioni per
l'ospedale di Pordenone e 130 milioni su Cattinara. Il resto sono
chiacchiere".
Piccin ha anche ricordato che il ddl 70 si basa "sul principio
della responsabilità, propria del Consiglio regionale di dare
indirizzi, del governo che li mette in atto e di chi deve
eseguirli. Nessuna deresponsabilizzazione o delega in bianco alla
giunta o a chi opera".