Patto: riforma sanitaria, nessuna risposta alle criticità
(ACON) Trieste, 6 dic - COM/MPB - Troppi interrogativi aperti,
troppo poche le soluzioni prospettate per i problemi che toccano
i cittadini, a partire dalla gestione del sistema delle
emergenze, e un'apertura eccessiva al privato visto come
soluzione dei mali della sanità regionale: tutti elementi che
hanno determinato un parere negativo del Gruppo Consiliare del
Patto per l'Autonomia sul ddl 70 di riorganizzazione del sistema
sanitario regionale.
"Abbiamo provato a contribuire al miglioramento della riforma,
con un approccio laico e collaborativo - dichiara il capogruppo
del Patto per l'Autonomia, Massimo Moretuzzo -, purtroppo, però,
su alcune questioni fondamentali su cui si gioca il futuro della
sanità regionale non c'è stato margine di discussione e le nostre
proposte sono state bocciate.
"Ad esempio è particolarmente grave il fatto che, con un
emendamento dall'assessore Riccardi, presentato dopo la
conclusione della discussione generale, sia stata approvata la
scelta di aumentare le risorse da destinare al settore privato
fino al 6% della spesa complessiva".
"Fra gli aspetti positivi del dibattito - aggiunge il consigliere
Giampaolo Bidoli, che sulla legge è stato relatore di minoranza -
c'è stata l'approvazione di un emendamento con cui si consente
agli enti locali di bypassare il sistema delle gare centralizzate
per l'appalto di servizi socio-sanitari alla persona qualora
vengano impiegati lavoratori socialmente svantaggiati, un fattivo
tentativo di eliminare una delle tante storture che ha portato la
CUC regionale. Ci auguriamo che lo stesso principio si tenga
presente anche la prossima settimana nella discussione sulla
legge di stabilità".
Dopo l'approvazione della norma rimangono sul tavolo alcune
questioni che il Gruppo Consiliare del Patto per l'Autonomia ha
posto all'interno del dibattito in aula, a partire da due temi
che Moretuzzo e Bidoli hanno sottolineato in modo forte: le
nomine dei futuri direttori generali, chiave di volta per far
recuperare efficienza ed efficacia ad un sistema a lungo di
eccellenza, e la negoziazione con lo Stato di un nuovo
automatismo nella definizione delle compartecipazioni che tenga
conto dei maggiori costi che fisiologicamente il sistema
sanitario regionale dovrà sostenere, al pari delle Regioni
ordinarie.