ProgFVG/Ar: Sibau, mozione su tutela benzinai vicini a confine sloveno
(ACON) Trieste, 19 dic - COM/RCM - "Benzinai della fascia
confinaria del Friuli Venezia Giulia sempre più penalizzati, non
solo dalla concorrenza degli operatori sloveni e austriaci che
possono proporre prezzi più bassi per la diversa imposizione
fiscale praticata nei loro Paesi rispetto all'Italia, ma anche
dal mancato rinnovo dei contratti con le compagnie petrolifere,
questione che interessa l'intera categoria e alla base delle
giornate di sciopero di inizio novembre scorso. Una situazione di
forte crisi che la Regione deve affrontare con gli strumenti che
ha a disposizione".
E' quanto sostenuto dal consigliere regionale di ProgettoFVG/Ar
Giuseppe Sibau, che nei giorni scorsi, assieme ai colleghi del
Gruppo Mauro Di Bert, Edy Morandini ed Emanuele Zanon, ha
depositato una mozione per impegnare la Giunta regionale come
prima cosa a promuovere con il Governo nazionale e a livello
comunitario una sensibilizzazione sul tema, secondariamente ad
adoperarsi in un'operazione che possa rendere omogenea la
situazione tra i Paesi confinanti introducendo un'apposita
agevolazione, senza aggiunta di ulteriori fondi, atta a tutelare
i benzinai che hanno la propria attività in un raggio di 15
chilometri dal confine.
C'è poi un chiaro problema legato ai costi
dell'approvvigionamento - evidenzia a mozione -, verso il quale
la Regione dovrebbe sollecitare l'utilizzo di strumenti di
tracciabilità del prodotto tali da consentire alle Forze
dell'ordine di capire da dove esso provenga.
"L'obiettivo finale di queste azioni è chiaramente quello di
garantire la sopravvivenza agli operatori, evitando che con la
chiusura anche dei distributori di carburante il territorio di
confine subisca un ulteriore impoverimento - spiega il
consigliere Sibau -. Purtroppo il momento economico delicato nel
quale si trovano molte famiglia incentiva ancora l'esodo
transfrontaliero legato al pieno di carburante, una situazione
che rappresenta a tutti gli effetti un danno anche per la
Regione, che vede ridursi gli introiti del suo bilancio per il
calo di entrate da accise, le quali per i nove decimi restano
nelle sue casse".