OpenFVG: Honsell, Ferriera, garanzie occupazionali insufficienti
(ACON) Trieste, 30 dic - COM/MPB - "Se le garanzie
occupazionali per i lavoratori della Ferriera di Servola sono
solo quelle riportate nell'ipotesi di accordo sottoscritto al
MISE il 23 dicembre, esse sembrano largamente insufficienti, per
non parlare del fatto che la previsione per Trieste è quella di
una ulteriore diminuzione dell'occupazione nell'Industria, già
sotto al 10%. E' vero che negli anni passati l'impatto ambientale
della Ferriera sulla città è stato pesantissimo, ma ora la
situazione delle emissioni in atmosfera è nettamente migliorata e
si potrebbe continuare ad investire sull'ambiente completando la
copertura dei parchi minerari e procedendo con le bonifiche".
Lo dichiarano il consigliere regionale Furio Honsell e il
presidente di Open FVG Giulio Lauri commentando l'ipotesi di
accordo del 23 dicembre scorso al MISE, non sottoscritto da FIOM
e CGIL.
"Condividiamo le preoccupazioni di FIOM e CGIL, ad oggi le
garanzie per i lavoratori sono largamente insufficienti. A
cominciare da quei 163 lavoratori che l'ipotesi di accordo
definisce eufemisticamente come DELTA, mutuando il termine dal
linguaggio dei numeri: si tratta di persone, e fino a prova
contraria ad oggi sono semplicemente esuberi" - continuano
Honsell e Lauri rivolgendosi a Ministrro e Regione.
"Fedriga si fermi e Patuanelli rifletta: ammesso che sia
realmente questo l'interesse della città e della regione, prima
di chiudere l'area a caldo a febbraio, una strategia ed un Piano
per il mantenimento dell'Industria a Trieste e un Accordo di
programma serio e completo che preveda almeno la garanzia del
mantenimento dell'occupazione per tutti i lavoratori sono
indispensabili.
"Per una forza politica sensibile e attenta all'ambiente come la
nostra - concludono Honsell e Lauri - decarbonizzazione,economia
circolare e ghisa e acciaio puliti sono principi irrinunciabili,
ma attenzione, oggi è a rischio ciò che resta dell'Industria a
Trieste.
"Con l'aria che tira oggi a livello globale in termini di
prospettive di pace e libera circolazione delle merci, investire
tutto sull'economia del turismo e sulla logistica portuale
potrebbe essere un errore che città e lavoratori non possono
permettersi".