II Comm: Bini-Rosolen, verso possibili soluzioni per varie crisi
(ACON) Trieste, 14 gen - Situazione occupazionale del Friuli
Venezia Giulia e crisi aziendali, con particolare attenzione alle
società Leonardo e Mercatone Uno: a chiedere un'audizione in
merito, da tenere in II Commissione presieduta da Alberto Budai
(Lega), è stato il Gruppo consiliare regionale del Pd, oltre al
consigliere Cristian Sergo del M5S.
'La richiesta per Leonardo - ha spiegato Diego Moretti (Pd) - è
datata 13 marzo 2019, quando si temevano ripercussioni negative
sulle commesse, per lo stabilimento di Ronchi dei Legionari,
conseguenti all'acquisizione di Piaggio Aerospace. Ad aprile
2019, abbiamo presentato una interrogazione alla Giunta regionale
per spronarla a tenere d'occhio l'andamento produttivo e
occupazionale di Leonardo. Dopo mesi, ovviamente la realtà è
mutata'.
'Stesso discorso - gli ha fatto eco Franco Iacop (Pd) - per la
crisi di Mercatone Uno, rispetto alla quale avevamo chiesto
un'audizione a maggio scorso. Trattasi di una situazione
conclamata a livello nazionale e da noi ha interessato le sedi di
Monfalcone e di Reana del Rojale dove, in quest'ultimo caso, c'è
la novità dello sfratto della sede, notizia che aumenta la
situazione di difficoltà occupazionale'.
A chiedere di ampliare il dibattito per affrontare con i maggiori
referenti - Giunta regionale ma anche organizzazioni sindacali -
il tema più complessivo dei livelli occupazionali e delle crisi
aziendali di cui soffrono le imprese del Friuli Venezia Giulia è
stato Sergo. Anche da parte sua, una nota polemica sui mesi
trascorsi dalla domanda di audizione.
A parlare di economia e mercato del lavoro è stata l'assessore
Alessia Rosolen, che ha fornito i dati occupazionali del terzo
trimestre del 2019, delineando altresì un quadro aggiornato
rispetto all'erogazione degli ammortizzatori sociali. 'In questo
senso - ha evidenziato l'assessore - resta imprescindibile un
accordo tra azienda, Regione e parti sociali'.
Rosolen ha proseguito ponendo l'accento sulle misure messe in
campo dalla Regione per favorire e incentivare l'assunzione con
contratto a tempo indeterminato e la stabilizzazione di
lavoratori precari, ricordando come il cosiddetto Regolamento Pal
(Politiche attive del lavoro) si sia posto l'obiettivo di
garantire stabilità e solidità al lavoro dipendente.
Importanti, secondo l'assessore, le norme approvate per
contrastare il fenomeno della delocalizzazione: da un lato,
garantendo incentivi per l'assunzione di persone residenti sul
territorio regionale da almeno 5 anni che hanno pagato più di
tutti sulla propria pelle lo scotto delle crisi aziendali;
dall'altro, la Regione ha approvato una norma in base alla quale,
in caso di licenziamenti collettivi non definiti con le parti
sociali sul criterio esclusivo della non opposizione o di
delocalizzazione, ogni contributo pubblico debba essere
restituito.
L'assessore ha anche tratteggiato una panoramica su quanto fatto
in materia di sicurezza sul lavoro, ricordando il protocollo ad
hoc sottoscritto da istituzioni, enti datoriali e parti sociali
nel gennaio 2019, e ha tenuto a ribadire come ogni singola misura
sia stata concertata e discussa in diverse sedute del tavolo di
concertazione. Infine, sulla formazione, ha tenuto a precisare
come sia stata inaugurata una nuova stagione più mirata e più a
misura delle imprese.
Ulteriori spunti sono emersi dai dati forniti dall'Osservatorio
del mercato del lavoro: al termine del terzo trimestre del 2019,
in linea con quanto avvenuto nel 2018, rimane stabile il saldo
positivo fra assunzioni e cessazioni. Da rimarcare è il processo
di stabilizzazione crescente in atto nel mercato del lavoro del
Friuli Venezia Giulia: aumentano infatti le trasformazioni di
rapporti di lavoro flessibili in contratti a tempo indeterminato
(+14% circa rispetto al 2018).
L'occupazione dipendente ha raggiunto la sua massima espansione
(oltre 416mila unità), mentre gli occupati indipendenti,
collegati dunque al lavoro autonomo, sono poco più di 100mila
(-7,9%), con una variabilità spesso in negativo, causata dallo
scontare ancora una crisi settoriale. Crisi, è stato
sottolineato, che è puntiforme, dettata da realtà che hanno
investito di meno o soffrono dell'andamento del mercato interno o
non fanno parte di reti di imprese.
La tendenza alla crescita di assunzioni e cessazioni rallenta a
partire dalla metà del 2018, è stato aggiunto. Siamo in presenza
di un processo di stabilizzazione crescente e diminuisce il
ricorso al lavoro a tempo determinato; buoni i risultati per le
assunzioni con contratto di apprendistato; rallentano le
assunzioni nella manifattura ma si conferma la ripresa
occupazionale del settore delle costruzioni; crescono i soggetti
impiegati over 55; resta alta la domanda di professioni non
qualificate. Inoltre, la cassa integrazione guadagni
straordinaria (Cigs) è arrivata a livelli fisiologici pre-crisi.
Dall'assessore alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, gli
aggiornamenti delle maggiori situazioni di crisi aziendali.
'Leonardo - ha esordito l'assessore - non è in crisi, anzi negli
ultimi 4 anni ha aumentato l'occupazione di 60 unità e vede la
produzione di nuovi modelli, nuovi investimenti di circa 50
milioni per il sito produttivo di Ronchi dei Legionari ed è
impegnata nell'acquisizione di nuovi contratti'.
Safilo (stabilimento di Martignacco, 235 dipendenti, il 90%
donne) - 'Dopo l'incontro con sindacati e proprietà, è in
programma a Roma quello organizzato dal ministero dell'Economia e
Finanza per giovedì prossimo, 16 gennaio. C'è stata una
contrazione della produzione per la perdita delle licenze legate
a marchi di lusso, con bilanci fortemente in negativo. Il piano
industriale prevede, per Martignacco, la chiusura irrevocabile
dello stabilimento e il licenziamento di tutti i dipendenti. La
Regione ha cercato di proporre la soluzione dei contratti di
solidarietà, ma non è risultata fattibile'. Per l'assessore, 'le
strade percorribili sono ottenere la Cigs per 12 mesi e poi
attivare la mobilità per 24 mesi, dunque avere 3 anni di
copertura dell'80% dello stipendio. Nel frattempo, sembra siano
arrivate proposte interessanti per la ricollocazione sia dello
stabilimento sia del personale. La Regione si è mossa per sondare
gli interessi di altre possibili società e Confindustria Udine
sta lavorando con Confindustria Belluno per la ricollocazione di
alcuni lavoratori'.
Lavinox (Villotta di Chions, 106 addetti nella lavorazione
dell'acciaio) - 'Non sono stati rinnovati degli appalti e dunque
oggi c'è emergenza occupazionale per circa 90 esuberi. A febbraio
scadono gli ammortizzatori sociali mentre gli stipendi sono fermi
a ottobre scorso. La Regione ha in corso incontri per una
soluzione che è in evoluzione'.
Kipre-Principe di San Daniele (San Daniele del Friuli e San
Dorligo della Valle, 184 dipendenti) - 'Lo stabilimento triestino
è il più fragile (25 esuberi, una sessantina i dipendenti in
cassa integrazione). Vi sono trattative in corso con alcuni fondi
di investimento dopo che è scemato l'interesse delle aziende di
settore'.
DM Elektron (Buja con circa 80 dipendenti e due stabilimenti in
Romania) - 'Il Piano aziendale quinquennale prevede la modifica
del ciclo produttivo. A dicembre 2019 è stato sottoscritto
l'accordo di solidarietà per tutti i dipendenti dello
stabilimento udinese'.
Wartsila Italia (San Dorligo della Valle) - Per Bini 'non può
essere considerata un'azienda in crisi. C'è già una prospettiva
di sviluppo per il 2021 ed è una realtà che è sempre stata
caratterizzata da periodi altalenanti. Non c'è riduzione
dell'organico interno mentre vi possono essere criticità legate
al settore dell'indotto, dove la Psm Logistica ha aperto una
procedura per licenziamento collettivo per 21 lavoratori su 38'.
Arvedi-Siderurgica triestina (Ferriera di Servola) - 'Le
problematiche sono collegate alla riconversione dell'area a
caldo, il potenziamento dell'area a freddo e bonifiche dell'area
con investimenti per 180 milioni di euro previsti nel piano
industriale, oltre alla riduzione di una parte del personale
secondo gli accordi sindacali'.
Flextronics (Trieste, 582 lavoratori, di cui 94 somministrati) -
Anche in questo caso, per l'assessore 'non si tratta di una vera
crisi, tutto dipenderà dalla rinegoziazione con Nokia, il
committente storico, oltre che con altri imprenditori su cui è
mantenuto il riserbo. Al momento vi è una situazione di
incertezza. Ad eccezione di 23 lavoratori con contratto di lavoro
somministrato, non si parla di tagli di organico'.
Sertubi-Jindal Saw (Trieste) - 'La società ha già deciso di
chiudere il capannone della produzione dei tubi in ghisa; ci sarà
la Cigs per 51 dipendenti a cui seguiranno i licenziamenti
collettivi con 24 mesi di disoccupazione, mentre resterà un
presidio logistico-commerciale di 12 persone'.
Burgo (Duino) - 'Anche qui Bini ha detto che non vi è vera crisi
ma una situazione di flessione del mercato che sta già
registrando la ripresa della produzione. A oggi, l'attività
triestina è concentrata sulla linea 3 con 228 addetti. Invece, la
riconversione della linea 2, con un programma di investimento per
l'installazione di un impianto di pirogassificazione da parte di
una cartiera di Ferrara ma anche il coinvolgimento della Regione
attraverso Friulia, è oggetto di ricorso al Tar con una udienza
fissata per il 29 gennaio prossimo'.
Mercatone Uno - 'Vi sono stati subentri e fallimenti, ora la
nuova fase registra 144 imprese contattate per la vendita, di cui
buona parte sono straniere, con 22 manifestazioni di interesse.
L'operazione non è conclusa. Nel frattempo, il 2 gennaio scorso
c'è stato un tavolo tra ministero del Lavoro e sindacati in
funzione della Cigs per tutti i 1.689 lavoratori: a fronte del
possibile interesse di potenziali compratori, la Cigs è stata
prorogata sino a maggio 2020'.
(2 - segue)
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