News


II Comm: Bini-Rosolen, verso possibili soluzioni per varie crisi

14.01.2020
16:52
(ACON) Trieste, 14 gen - Situazione occupazionale del Friuli Venezia Giulia e crisi aziendali, con particolare attenzione alle società Leonardo e Mercatone Uno: a chiedere un'audizione in merito, da tenere in II Commissione presieduta da Alberto Budai (Lega), è stato il Gruppo consiliare regionale del Pd, oltre al consigliere Cristian Sergo del M5S.

'La richiesta per Leonardo - ha spiegato Diego Moretti (Pd) - è datata 13 marzo 2019, quando si temevano ripercussioni negative sulle commesse, per lo stabilimento di Ronchi dei Legionari, conseguenti all'acquisizione di Piaggio Aerospace. Ad aprile 2019, abbiamo presentato una interrogazione alla Giunta regionale per spronarla a tenere d'occhio l'andamento produttivo e occupazionale di Leonardo. Dopo mesi, ovviamente la realtà è mutata'.

'Stesso discorso - gli ha fatto eco Franco Iacop (Pd) - per la crisi di Mercatone Uno, rispetto alla quale avevamo chiesto un'audizione a maggio scorso. Trattasi di una situazione conclamata a livello nazionale e da noi ha interessato le sedi di Monfalcone e di Reana del Rojale dove, in quest'ultimo caso, c'è la novità dello sfratto della sede, notizia che aumenta la situazione di difficoltà occupazionale'.

A chiedere di ampliare il dibattito per affrontare con i maggiori referenti - Giunta regionale ma anche organizzazioni sindacali - il tema più complessivo dei livelli occupazionali e delle crisi aziendali di cui soffrono le imprese del Friuli Venezia Giulia è stato Sergo. Anche da parte sua, una nota polemica sui mesi trascorsi dalla domanda di audizione.

A parlare di economia e mercato del lavoro è stata l'assessore Alessia Rosolen, che ha fornito i dati occupazionali del terzo trimestre del 2019, delineando altresì un quadro aggiornato rispetto all'erogazione degli ammortizzatori sociali. 'In questo senso - ha evidenziato l'assessore - resta imprescindibile un accordo tra azienda, Regione e parti sociali'.

Rosolen ha proseguito ponendo l'accento sulle misure messe in campo dalla Regione per favorire e incentivare l'assunzione con contratto a tempo indeterminato e la stabilizzazione di lavoratori precari, ricordando come il cosiddetto Regolamento Pal (Politiche attive del lavoro) si sia posto l'obiettivo di garantire stabilità e solidità al lavoro dipendente.

Importanti, secondo l'assessore, le norme approvate per contrastare il fenomeno della delocalizzazione: da un lato, garantendo incentivi per l'assunzione di persone residenti sul territorio regionale da almeno 5 anni che hanno pagato più di tutti sulla propria pelle lo scotto delle crisi aziendali; dall'altro, la Regione ha approvato una norma in base alla quale, in caso di licenziamenti collettivi non definiti con le parti sociali sul criterio esclusivo della non opposizione o di delocalizzazione, ogni contributo pubblico debba essere restituito.

L'assessore ha anche tratteggiato una panoramica su quanto fatto in materia di sicurezza sul lavoro, ricordando il protocollo ad hoc sottoscritto da istituzioni, enti datoriali e parti sociali nel gennaio 2019, e ha tenuto a ribadire come ogni singola misura sia stata concertata e discussa in diverse sedute del tavolo di concertazione. Infine, sulla formazione, ha tenuto a precisare come sia stata inaugurata una nuova stagione più mirata e più a misura delle imprese.

Ulteriori spunti sono emersi dai dati forniti dall'Osservatorio del mercato del lavoro: al termine del terzo trimestre del 2019, in linea con quanto avvenuto nel 2018, rimane stabile il saldo positivo fra assunzioni e cessazioni. Da rimarcare è il processo di stabilizzazione crescente in atto nel mercato del lavoro del Friuli Venezia Giulia: aumentano infatti le trasformazioni di rapporti di lavoro flessibili in contratti a tempo indeterminato (+14% circa rispetto al 2018).

L'occupazione dipendente ha raggiunto la sua massima espansione (oltre 416mila unità), mentre gli occupati indipendenti, collegati dunque al lavoro autonomo, sono poco più di 100mila (-7,9%), con una variabilità spesso in negativo, causata dallo scontare ancora una crisi settoriale. Crisi, è stato sottolineato, che è puntiforme, dettata da realtà che hanno investito di meno o soffrono dell'andamento del mercato interno o non fanno parte di reti di imprese.

La tendenza alla crescita di assunzioni e cessazioni rallenta a partire dalla metà del 2018, è stato aggiunto. Siamo in presenza di un processo di stabilizzazione crescente e diminuisce il ricorso al lavoro a tempo determinato; buoni i risultati per le assunzioni con contratto di apprendistato; rallentano le assunzioni nella manifattura ma si conferma la ripresa occupazionale del settore delle costruzioni; crescono i soggetti impiegati over 55; resta alta la domanda di professioni non qualificate. Inoltre, la cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs) è arrivata a livelli fisiologici pre-crisi.

Dall'assessore alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, gli aggiornamenti delle maggiori situazioni di crisi aziendali.

'Leonardo - ha esordito l'assessore - non è in crisi, anzi negli ultimi 4 anni ha aumentato l'occupazione di 60 unità e vede la produzione di nuovi modelli, nuovi investimenti di circa 50 milioni per il sito produttivo di Ronchi dei Legionari ed è impegnata nell'acquisizione di nuovi contratti'.

Safilo (stabilimento di Martignacco, 235 dipendenti, il 90% donne) - 'Dopo l'incontro con sindacati e proprietà, è in programma a Roma quello organizzato dal ministero dell'Economia e Finanza per giovedì prossimo, 16 gennaio. C'è stata una contrazione della produzione per la perdita delle licenze legate a marchi di lusso, con bilanci fortemente in negativo. Il piano industriale prevede, per Martignacco, la chiusura irrevocabile dello stabilimento e il licenziamento di tutti i dipendenti. La Regione ha cercato di proporre la soluzione dei contratti di solidarietà, ma non è risultata fattibile'. Per l'assessore, 'le strade percorribili sono ottenere la Cigs per 12 mesi e poi attivare la mobilità per 24 mesi, dunque avere 3 anni di copertura dell'80% dello stipendio. Nel frattempo, sembra siano arrivate proposte interessanti per la ricollocazione sia dello stabilimento sia del personale. La Regione si è mossa per sondare gli interessi di altre possibili società e Confindustria Udine sta lavorando con Confindustria Belluno per la ricollocazione di alcuni lavoratori'.

Lavinox (Villotta di Chions, 106 addetti nella lavorazione dell'acciaio) - 'Non sono stati rinnovati degli appalti e dunque oggi c'è emergenza occupazionale per circa 90 esuberi. A febbraio scadono gli ammortizzatori sociali mentre gli stipendi sono fermi a ottobre scorso. La Regione ha in corso incontri per una soluzione che è in evoluzione'.

Kipre-Principe di San Daniele (San Daniele del Friuli e San Dorligo della Valle, 184 dipendenti) - 'Lo stabilimento triestino è il più fragile (25 esuberi, una sessantina i dipendenti in cassa integrazione). Vi sono trattative in corso con alcuni fondi di investimento dopo che è scemato l'interesse delle aziende di settore'.

DM Elektron (Buja con circa 80 dipendenti e due stabilimenti in Romania) - 'Il Piano aziendale quinquennale prevede la modifica del ciclo produttivo. A dicembre 2019 è stato sottoscritto l'accordo di solidarietà per tutti i dipendenti dello stabilimento udinese'.

Wartsila Italia (San Dorligo della Valle) - Per Bini 'non può essere considerata un'azienda in crisi. C'è già una prospettiva di sviluppo per il 2021 ed è una realtà che è sempre stata caratterizzata da periodi altalenanti. Non c'è riduzione dell'organico interno mentre vi possono essere criticità legate al settore dell'indotto, dove la Psm Logistica ha aperto una procedura per licenziamento collettivo per 21 lavoratori su 38'.

Arvedi-Siderurgica triestina (Ferriera di Servola) - 'Le problematiche sono collegate alla riconversione dell'area a caldo, il potenziamento dell'area a freddo e bonifiche dell'area con investimenti per 180 milioni di euro previsti nel piano industriale, oltre alla riduzione di una parte del personale secondo gli accordi sindacali'.

Flextronics (Trieste, 582 lavoratori, di cui 94 somministrati) - Anche in questo caso, per l'assessore 'non si tratta di una vera crisi, tutto dipenderà dalla rinegoziazione con Nokia, il committente storico, oltre che con altri imprenditori su cui è mantenuto il riserbo. Al momento vi è una situazione di incertezza. Ad eccezione di 23 lavoratori con contratto di lavoro somministrato, non si parla di tagli di organico'.

Sertubi-Jindal Saw (Trieste) - 'La società ha già deciso di chiudere il capannone della produzione dei tubi in ghisa; ci sarà la Cigs per 51 dipendenti a cui seguiranno i licenziamenti collettivi con 24 mesi di disoccupazione, mentre resterà un presidio logistico-commerciale di 12 persone'.

Burgo (Duino) - 'Anche qui Bini ha detto che non vi è vera crisi ma una situazione di flessione del mercato che sta già registrando la ripresa della produzione. A oggi, l'attività triestina è concentrata sulla linea 3 con 228 addetti. Invece, la riconversione della linea 2, con un programma di investimento per l'installazione di un impianto di pirogassificazione da parte di una cartiera di Ferrara ma anche il coinvolgimento della Regione attraverso Friulia, è oggetto di ricorso al Tar con una udienza fissata per il 29 gennaio prossimo'.

Mercatone Uno - 'Vi sono stati subentri e fallimenti, ora la nuova fase registra 144 imprese contattate per la vendita, di cui buona parte sono straniere, con 22 manifestazioni di interesse. L'operazione non è conclusa. Nel frattempo, il 2 gennaio scorso c'è stato un tavolo tra ministero del Lavoro e sindacati in funzione della Cigs per tutti i 1.689 lavoratori: a fronte del possibile interesse di potenziali compratori, la Cigs è stata prorogata sino a maggio 2020'.

(2 - segue) ACON/RCM/fc



Il presidente della II Commissione consiliare, Alberto Budai (Lega), con gli assessori regionali Rosolen e Bini (foto Acon)
I consiglieri Moretti (Pd), Sergo (M5S) e Honsell (OpenFVG) in II Commissione consiliare (foto Acon)