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II Comm: SviluppoImpresa, dal dibattito generale giudizi discordanti

13.02.2020
16:59
(ACON) Trieste, 13 feb - Il disegno di legge 80 SviluppoImpresa, predisposto per lo sviluppo del settore manifatturiero, per la riqualificazione dell'offerta turistica e commerciale e per la riforma dell'accesso al credito, entra nel vivo dell'esame e della sua approvazione da parte della II Commissione del Consiglio regionale.

La mattinata è stata interamente dedicata al dibattito generale, nel corso del quale sono stati soprattutto i consiglieri di opposizione a prendere la parola dopo che la Giunta regionale aveva presentato alcuni emendamenti con cui recepire una parte dei rilievi già registrati nel corso delle audizioni.

Si tratta di un progetto - è stato spiegato - disposto per cercare di dare respiro a tutti gli asset del territorio utilizzando risorse già a disposizione, per il 2020, pari a circa 52 milioni di euro, cifra che aumenterà con nuovi provvedimenti come la legge di Assestamento piuttosto che quella di Stabilità.

In linea di massima, dagli interventi dei consiglieri di opposizione è emerso che si tratta più di una norma di manutenzione che di una vera e propria norma di riforma, in quanto mancano i veri punti del rilancio sebbene nel settore dell'accesso al credito si riconosce un tentativo di innovazione.

Al pari, è stato rilevato che il testo soffre dall'avere scorporato dalla direzione delle Attività produttive il controllo della programmazione europea. Inoltre, mancano completamente indicazioni in merito a dazi, coronavirus e conseguente crisi del settore manifatturiero, Brexit, approvvigionamenti petroliferi, denatalità e investimenti infrastrutturali.

Giudicata non adeguata, poi, la provvista finanziaria a disposizione in sede di prima applicazione della legge; servirebbero, infatti, dai 12 ai 18 mesi prima di iniziare veramente a spendere. Non da meno, scarsa attenzione è stata data alla digitalizzazione delle imprese, ipotizzando inoltre la fine dell'albergo diffuso.

Altro tema di cui, per alcuni consiglieri, non si parla nel ddl 80 è quello di riportare le imprese a produrre in regione vista la forte delocalizzazione che le caratterizza. Non si dovrebbe, poi, supportare la digitalizzazione di quelle aziende che traducono l'ammodernamento in licenziamenti. Manca anche ogni riferimento all'acquacoltura, così come alla filiera della canapa industriale.

L'eccessiva genericità del provvedimento, inclusi i tempi di applicazione, è stata sottolineata da altri esponenti dell'Opposizione. Non ci sono raccordi tra le università così come tra le politiche di riqualificazione industriale. Sono scarse le disposizioni per le iniziative collegate allo sviluppo sostenibile, mancano riferimenti alla Silver Economy (l'economia che si basa sui consumi della popolazione anziana) e non soddisfa la visione dell'internazionalizzazione delle imprese.

La Maggioranza ha giudicato il provvedimento complessivamente positivo, in particolare utile nel dare un'accelerazione all'economia del Friuli Venezia Giulia attraverso misure innovative come il Tavolo di crisi permanente, il Fondo di rotazione per l'iniziativa economica, il welfare aziendale, l'apertura alla partecipazione dei dipendenti ai capitali societari e le azioni di sburocratizzazione.

Entrando nel dettaglio, le indicazioni pervenute hanno riguardato soprattutto il potenziamento delle infrastrutture per la banda larga, in quanto attualmente inadatte, piuttosto che la migliore messa a sistema dei Poli scientifici della regione e la maggiore valorizzazione dei centri urbani con azioni di salvaguardia delle piccole realtà storiche.

(1- segue) ACON/RCM/fc