II Comm: SviluppoImpresa, dal dibattito generale giudizi discordanti
(ACON) Trieste, 13 feb - Il disegno di legge 80
SviluppoImpresa, predisposto per lo sviluppo del settore
manifatturiero, per la riqualificazione dell'offerta turistica e
commerciale e per la riforma dell'accesso al credito, entra nel
vivo dell'esame e della sua approvazione da parte della II
Commissione del Consiglio regionale.
La mattinata è stata interamente dedicata al dibattito generale,
nel corso del quale sono stati soprattutto i consiglieri di
opposizione a prendere la parola dopo che la Giunta regionale
aveva presentato alcuni emendamenti con cui recepire una parte
dei rilievi già registrati nel corso delle audizioni.
Si tratta di un progetto - è stato spiegato - disposto per
cercare di dare respiro a tutti gli asset del territorio
utilizzando risorse già a disposizione, per il 2020, pari a circa
52 milioni di euro, cifra che aumenterà con nuovi provvedimenti
come la legge di Assestamento piuttosto che quella di Stabilità.
In linea di massima, dagli interventi dei consiglieri di
opposizione è emerso che si tratta più di una norma di
manutenzione che di una vera e propria norma di riforma, in
quanto mancano i veri punti del rilancio sebbene nel settore
dell'accesso al credito si riconosce un tentativo di innovazione.
Al pari, è stato rilevato che il testo soffre dall'avere
scorporato dalla direzione delle Attività produttive il controllo
della programmazione europea. Inoltre, mancano completamente
indicazioni in merito a dazi, coronavirus e conseguente crisi del
settore manifatturiero, Brexit, approvvigionamenti petroliferi,
denatalità e investimenti infrastrutturali.
Giudicata non adeguata, poi, la provvista finanziaria a
disposizione in sede di prima applicazione della legge;
servirebbero, infatti, dai 12 ai 18 mesi prima di iniziare
veramente a spendere. Non da meno, scarsa attenzione è stata data
alla digitalizzazione delle imprese, ipotizzando inoltre la fine
dell'albergo diffuso.
Altro tema di cui, per alcuni consiglieri, non si parla nel ddl
80 è quello di riportare le imprese a produrre in regione vista
la forte delocalizzazione che le caratterizza. Non si dovrebbe,
poi, supportare la digitalizzazione di quelle aziende che
traducono l'ammodernamento in licenziamenti. Manca anche ogni
riferimento all'acquacoltura, così come alla filiera della canapa
industriale.
L'eccessiva genericità del provvedimento, inclusi i tempi di
applicazione, è stata sottolineata da altri esponenti
dell'Opposizione. Non ci sono raccordi tra le università così
come tra le politiche di riqualificazione industriale. Sono
scarse le disposizioni per le iniziative collegate allo sviluppo
sostenibile, mancano riferimenti alla Silver Economy (l'economia
che si basa sui consumi della popolazione anziana) e non soddisfa
la visione dell'internazionalizzazione delle imprese.
La Maggioranza ha giudicato il provvedimento complessivamente
positivo, in particolare utile nel dare un'accelerazione
all'economia del Friuli Venezia Giulia attraverso misure
innovative come il Tavolo di crisi permanente, il Fondo di
rotazione per l'iniziativa economica, il welfare aziendale,
l'apertura alla partecipazione dei dipendenti ai capitali
societari e le azioni di sburocratizzazione.
Entrando nel dettaglio, le indicazioni pervenute hanno riguardato
soprattutto il potenziamento delle infrastrutture per la banda
larga, in quanto attualmente inadatte, piuttosto che la migliore
messa a sistema dei Poli scientifici della regione e la maggiore
valorizzazione dei centri urbani con azioni di salvaguardia delle
piccole realtà storiche.
(1- segue)
ACON/RCM/fc