Citt: Liguori, isolamento domiciliare e contagio Covid-19 in famiglia
(ACON) Trieste, 7 apr - "E' sufficiente la quarantena di 15
giorni per i familiari conviventi di un paziente COVID-19 in
isolamento domiciliare e che continui ad essere positivo al
virus? Le misure sempre più stringenti della quarantena hanno
ridotto al massimo le interazioni sociali e lavorative. Il
rischio ora è che la catena dei contagi del coronavirus continui
dentro le case dove ci sono ad oggi oltre 1100 persone in
isolamento domiciliare in Friuli Venezia Giulia".
Simona Liguori, consigliera regionale dei Cittadini, pone il tema
per mezzo di una interrogazione a risposta orale all'assessore
alla salute Riccardi.
"In questa fase dell'emergenza - spiega Liguori in una nota -,
assume un'importanza ancora maggiore la gestione dei pazienti
Covid-19 in isolamento domiciliare e dei loro familiari. Infatti
è evidente che il veicolo di maggiore contagio possa essere
rappresentato proprio dai contatti tra le mura domestiche, ed è
più che mai opportuno applicare procedure per minimizzare il
propagarsi dell'infezione anche in casa. Inoltre, sembra essere
strategico controllare che i conviventi del paziente in cura
domiciliare possano uscire di casa soltanto dopo che ci si sia
realmente assicurati che non abbiano contratto l'infezione".
Un'esigenza che è stata recentemente ribadita anche a livello
nazionale da Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore
di sanità e da Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di
malattie infettive del Istituto superiore di sanità, che hanno
sottolineato come ora più che mai il meccanismo di diffusione del
virus vada combattuto nel contesto familiare.
Ecco quindi che l'interrogazione dell'esponente dei Cittadini è
volta a conoscere quale procedura venga impiegata nella nostra
regione per minimizzare il rischio di trasmissione da parte dei
componenti il nucleo familiare di pazienti COVID-19 positivi e in
isolamento domiciliare.
"Porto l'attenzione su questo tema - afferma Liguori - perché non
è sempre facile mettere in pratica le indicazioni di
distanziamento nel nucleo familiare, attesa anche la scarsa
disponibilità di mascherine e presidi di protezione. Attualmente
risulta che i conviventi possano uscire di casa, ad esempio per
fare la spesa, al termine della loro quarantena di 15 giorni e
non vengano sottoposti a tampone se nel frattempo non abbiano
sviluppano sintomi, nonostante il loro familiare in isolamento
domiciliare continui ad essere positivo al Covid-19. Considerata
l'alta percentuale degli asintomatici e che anche loro possono
essere veicolo di contagio - evidenzia in conclusione Liguori -,
questo potrebbe costituire un rischio di diffusione del virus".
ACON/COM/mpb