Ferrovie: Pizzimenti a II comm, lavori urgenti su tratta Ts-VeMestre
Analizzati con tecnici Rfi nodi Latisana, Isonzo e Ronchi
(ACON) Trieste, 23 apr - "I lavori si concluderanno nel 2025.
Dire oggi quali saranno le fermate utili per l'alta velocità non
è ovviamente possibile anche se, a mio parere, potranno essere al
massimo tre fra Trieste e Venezia Mestre. L'importante è comunque
partire con i lavori perché il progetto ha una logica".
Queste le conclusioni da parte dell'assessore regionale a
Infrastrutture e Territorio, Graziano Pizzimenti, al termine
dell'audizione legata agli studi di fattibilità già presentati da
Rfi, o ancora in fase di redazione, per il potenziamento della
linea ferroviaria, nonché sulle tempistiche degli interventi
necessari per la sua velocizzazione. Il confronto è avvenuto
durante i lavori della IV Commissione consiliare presieduta da
Mara Piccin (FI) e convocata in modalità telematica, alla luce di
un odg presentato dai consiglieri regionali Cristian Sergo, Mauro
Capozzella, Ilaria Dal Zovo e Andrea Ussai (M5S).
"Se ne parla da tanto tempo - ha spiegato Pizzimenti - e, strada
facendo, ci sono state numerose evoluzioni. La fase è
propedeutica per dare la possibilità a tutti di capire quali
siano le possibilità, anche dal punto di vista finanziario. Si
comincia a ragionare su un tracciato ben preciso e su una lunga
serie di particolari relativi sia al trasporto di passeggeri che
a quello delle merci. Un progetto importante per l'economia del
territorio ma che si caratterizza anche per alcune criticità",
individuate, anche nel corso del dibattito, soprattutto nelle
varianti di Latisana (dove è prevista la realizzazione di una
nuova stazione, esterna al centro abitato), del fiume Isonzo e
della tratta Ronchi dei Legionari-Trieste.
Il potenziamento della linea Venezia Mestre-Trieste, hanno
spiegato i tecnici di Rete ferroviaria italiana (Rfi), passa
attraverso una lunga serie di interventi da realizzarsi
soprattutto nel breve e medio periodo, in particolare quelli
relativi alla tratta Mestre-Ronchi Sud con la possibilità di
velocizzare la linea esistente, portandola fino a 200 km/h con la
soppressione di 23 passaggi a livello e l'avvio dei cantieri
previsto nel 2021. Un progetto, è stato sottolineato, che vuole
unire le esigenze di tutte le tipologie di utenti, passando
attraverso il miglioramento dell'affidabilità dell'intera linea
ferroviaria regionale per trasformare l'intero Friuli Venezia
Giulia in una grande piattaforma logistica. Attraverso le varie
fasi realizzative e il potenziamento tecnologico, porterà
vantaggi come la stabilità degli orari, la regolarità
dell'esercizio e i tempi di percorrenza ridotti, insieme ad
affidabilità e aumento della velocità.
In sede di conclusioni, e anticipando i futuri tavoli di lavoro
auspicati anche da Piccin, l'assessore regionale a Infrastrutture
e Territorio ha sottolineato come il progetto punti a soddisfare
le varie esigenze emerse "dal territorio e dagli utenti, nonché
dalla necessità di offrire maggiori certezze non solo in quanto a
tempi di percorrenza, frequenza e sicurezza, già assicurate dal
primo intervento da 200 milioni di euro. Importanti saranno anche
la massima trasparenza e l'interazione con il territorio,
continuando nell'ottica della massima condivisione e individuando
soluzioni che non precludano l'alta velocità".
Il consigliere pentastellato Cristian Sergo, primo firmatario
dell'odg, ha evidenziato come si tratti "di una vicenda che va
avanti da più di dieci anni. Sono stati esposti elementi a me ben
noti e che confermano ciò che sostengo dal 2013". Sergo ha
espresso perplessità in merito "alla nuova stazione di Latisana,
da dove partirà un cavalcavia caratterizzato da una serie di
piloni in una zona a elevato rischio idrogeologico" e alla
"variante Ronchi-Aurisina che, a fronte di un costo notevole,
quasi non porterebbe vantaggi in termini di minuti guadagnati e
che, ovviamente, con la presenza della stazione Trieste Airport
causerebbe un prevedibile rallentamento dei mezzi".
La consigliera Maddalena Spagnolo (Lega) ha chiesto se il
progetto legato a Latisana "sia stato condiviso, e come, con
l'amministrazione comunale e le rappresentanze del territorio",
ma anche se "siano state programmate ulteriori modalità per
verificarne la fattibilità".
Giuseppe Nicoli (Forza Italia) ha posto l'accento sui "vari colli
di bottiglia presenti lungo la tratta ferroviaria. È importante
far partire le merci dai porti - ha sottolineato, riferendosi
anche alla variante Aurisina-Ronchi dei Legionari e auspicando un
tavolo permanente tra Regione Fvg, Rfi, Comuni e territorio - ma
poi devono viaggiare in maniera fluida. Senza dimenticare il
flusso che, da Austria e Slovenia, scende verso i porti della
regione e l'impatto dei rumori provocati dai cantieri notturni
sui cittadini che vivono a ridosso delle zone interessate".
Mariagrazia Santoro (Pd) ha chiesto chiarimenti in merito "agli
input specifici dati dalla Regione ai progettisti, al numero
delle stazioni previste lungo la linea in caso di alta velocità e
al rapporto costi-benefici per il territorio. Auspico una
decisione chiara sul modello e un'analoga presentazione riguardo
la linea ferroviaria Maniago-Sacile e il nodo di Udine". Anche il
collega di partito Diego Moretti ha sollecitato ulteriori
indicazioni sugli "indirizzi precisi forniti dalla Giunta,
soprattutto riguardo gli interventi di lungo periodo" ed
evidenziando l'incompatibilità "tra l'alta velocità e numerose
stazioni collocate nell'ambito di poche decine di chilometri".
Tiziano Centis (Cittadini) ha rivendicato la strategicità e
chiesto particolare attenzione per "i collegamenti tra
Portogruaro e Casarsa, ma soprattutto quello verso l'Austria da
Venezia a Tarvisio via Udine", mentre Furio Honsell (Open Fvg) ha
lamentato di aver sentito "cifre ed evoluzioni tecnologiche
importanti quando, invece, mi aspettavo un quadro sulle
prospettive di miglioramento della rete e sui benefici per il
sistema derivanti dalla velocizzazione. Prendo atto della piena
disponibilità delle parti coinvolte, ma chiedo chiarezza
metodologica e un quadro generale su come studiare i flussi di
persone e merci. Questo è una sorta di libro dei sogni - ha
concluso - ma mi chiedo cosa succederà davvero nel 2030. Il
problema non sono i 3' o i 30' in più di durata di un viaggio, ma
la certezza di non restare bloccati a Mestre quando non si riesce
più a rientrare in regione".
Rfi ha ricordato ancora che i 160 milioni di euro disponibili
sono la prima tranche di quel miliardo e 800 milioni che
costituiscono la stima del capitale necessario per l'intero
intervento. Si partirà subito con la prima fase realizzativa già
finanziata, è stato spiegato, perché non si ravvisano particolari
problemi e, in seguito, si potranno aggiungere nuove risorse.
ACON/DB-fc