ProgettoFvg/Ar: Di Bert - Morandini, via libera a funzioni religiose
(ACON) Trieste, 29 apr - "Che il Governo e la sua Task Force di
saggi concentrino i loro sforzi per dare contenuti alla
cosiddetta Fase 2 riaprendo le attività economiche. E lascino
gestire messe e funerali a chi lo fa da più di 2.000 anni".
Lo sostengono, in una nota, i consiglieri regionali, Mauro Di
Bert ed Edy Morandini, del gruppo di Progetto Fvg per una Regione
Speciale/Ar, riferendosi a una proroga, al momento ipotizzata
anche per la Fase 2, del divieto alle funzioni religiose, così
come annunciata nei giorni scorsi dal Premier Conte, durante un
intervento che invece non ha fornito nessuna indicazione certa
sulla ripresa di diversi settori economici.
Auspicando prima possibile una revisione delle disposizioni
attualmente in vigore, nel rispetto della libertà inviolabili
dell'individuo, i consiglieri Di Bert e Morandini ricordano al
Governo che "i sacerdoti, così come l'istituzione Chiesa, non
sono superficiali, ma al contrario sono in grado e soprattutto
hanno la volontà, di mettere in atto tutte le prescrizioni utili
a evitare il contagio fra i frequentatori".
"La libertà di culto è un diritto sancito anche dalla nostra
Costituzione. Non è possibile limitare alle persone di
manifestare il proprio credo religioso, come continua a fare il
Governo, vietando messe e celebrazioni religiose e lasciando
passare l'idea che le chiese siano luogo di contagio. Ci viene da
pensare - affermano i due consiglieri - che i rappresentanti
dell'Esecutivo non abbiano ben chiara la realtà: pensano forse
che a messa si riversino delle folle oceaniche?".
Davanti all'ipotesi di un probabile via libera a messe e
funzioni, per la settimana successiva all'avvio della Fase 2, Di
Bert e Morandini auspicando che possa davvero essere così
ricordano che "recarsi in un luogo di culto, oltre a essere un
diritto, è una forte esigenza manifestata da quanti percepiscono
tali luoghi come spazio di libertà e di speranza. Forse a
qualcuno sfugge che nelle persone, mai come in questo momento,
c'è bisogno anche di spiritualità. Ma che i rappresentanti
dell'Esecutivo siano distinti e distanti dai cittadini, lo
conferma anche l'infelice idea di rimettere ai parenti di una
persona deceduta, già provati dal dolore del lutto, l'incombenza
di effettuale una "selezione" delle persone ammesse a partecipare
al funerale, come attualmente prospetta il Governo, immaginando
un limite di 15 presenti all'ultimo saluto a un caro scomparso".
ACON/COM/mpb