Ssk: Gabrovec, riaprire gradualmente anche il confine italo-sloveno
(ACON) Trieste, 30 apr - "Grazie ai dati confortanti emersi in
merito al contenimento dell'epidemia da coronavirus, la Slovenia
sta già allentando ulteriormente le misure che avevano limitato
il movimento dei cittadini e le attività economiche. Inoltre, si
starebbe anche riflettendo sulla possibilità di riaprire
gradualmente i confini con alcuni Stati contigui".
Lo afferma in una nota il consigliere regionale della Slovenska
skupnost, Igor Gabrovec, sottolineando anche come "le statistiche
sul contagio in regione indichino una situazione sostanzialmente
sotto controllo. Anche se non va abbassata la guardia".
"Fondamentali - aggiunge il rappresentante della Ssk - le
quotidiane misure di distanziamento individuale, l'uso delle
mascherine e la frequente disinfezione delle mani, che sembrano
aver attecchito nelle normali abitudini di ciascuno di noi. Da
qui, la sempre più marcata necessità di intraprendere una
graduale normalizzazione della vita quotidiana con la riapertura
in sicurezza dei luoghi di aggregazione, delle attività
produttive, dei negozi ancora chiusi, di parrucchieri e barbieri,
delle scuole e delle strutture ricreative".
"Non meno importante - prosegue Gabrovec - è la riapertura, anche
in questo caso graduale e accompagnata da appropriate misure di
controllo, del confine con la Slovenia. A partire dai valichi
secondari, al momento quasi ovunque chiusi anche per i lavoratori
transfrontalieri. Un appello che mi sento di rivolgere al Governo
italiano e a quello sloveno, ma che rispecchia certamente le
richieste espresse anche da altri territori. Il superamento dei
confini, segnato dagli accordi di Schengen, ci ha abituati a
vivere l'Europa come una 'casa comune'. La fase più acuta della
pandemia ci ha costretti, invece, a richiuderci nelle nostre
case: sia come nuclei familiari che come singoli Stati".
"Riacquisire la possibilità di movimento anche oltre il confine
che avevamo cancellato con il passare degli anni - conclude -
rappresenterebbe un passo importante, anche sotto il profilo
psicologico, verso una vera normalizzazione. Potremmo
interpretarlo come un segno di reciproca fiducia".
ACON/COM/db-rcm