Fase 2: Moretuzzo (Patto), Fvg coeso per rinegoziare accordi con Stato
(ACON) Trieste, 12 mag - "Basta con le azioni in ordine sparso.
La Regione Friuli Venezia Giulia deve parlare con una voce sola.
La comunità politica tutta, a partire dal Consiglio regionale,
sia coesa nella rivendicazione forte della rinegoziazione dei
Patti finanziari tra Stato e Regione".
A dirlo in una nota è il capogruppo del Patto per l'Autonomia,
Massimo Moretuzzo, ribadendo quanto espresso nel corso della
seduta odierna del Consiglio regionale e invocando una posizione
unitaria su quella che ha definito la "madre di tutte le
questioni" dopo le iniziative propagandistiche degli ultimi
giorni: dalla lettera del presidente Fedriga, annunciata e mai
arrivata ai Capigruppo, a quella dei parlamentari di Pd, M5s e
Italia Viva.
"Ne scriverà una anche il Gruppo Consiliare del Patto per
l'Autonomia e magari la invieremo anche a Serracchiani e Rosato
(firmatari dell'ultima missiva, ndr) che, nella scorsa
legislatura, hanno ricoperto ruoli di responsabilità in
quest'Aula e in Parlamento".
Dopo il dibattito in Aula, Moretuzzo ha sottoscritto l'ordine del
giorno condiviso dalla conferenza dei capigruppo. "Una posizione
indispensabile perché in ballo c'è la sopravvivenza del bilancio
regionale", ma "la situazione di straordinaria emergenza che
stiamo vivendo e che ha motivato la richiesta di sospendere i
trasferimenti dalla Regione Friuli Venezia Giulia allo Stato per
i prossimi 2 anni, è solo una parte di una vicenda che ha radici
nei contenuti degli accordi sottoscritti nelle ultime tre
legislature regionali fra i presidenti della nostra Regione e i
diversi ministri che si sono succeduti".
"Quegli accordi, come ha certificato la Corte dei Conti, hanno
portato - ricorda Moretuzzo - a un prelievo dal bilancio
regionale di oltre 7 miliardi di euro dal 2011 al 2018, con un
picco di 1,2 miliardi nel 2015. Prelievo che si è accompagnato ad
altri interventi generali di compressione della finanza pubblica
che, per la nostra Regione, hanno significato una riduzione della
spesa degli enti territoriali di almeno ulteriori 3 miliardi di
euro".
"Tali prelievi - aggiunge - avrebbero dovuto essere finalizzati
alla realizzazione del federalismo fiscale prima e alla
sostenibilità del debito pubblico poi. I 10 miliardi di mancata
spesa pubblica locale hanno determinato un drastico calo degli
investimenti pubblici, a cui non si sono certamente sostituiti
quelli effettuati direttamente dallo Stato. Basti ricordare i
dati della caduta del PIL, valutabile (a seconda degli anni) tra
l'8 e il 10%, nonché l'attuale fenomeno dell'emigrazione
giovanile che è del 14%, di fatto doppio rispetto alla media
italiana. Non possiamo far finta che tutto questo non sia
successo".
"È sufficiente un semplice calcolo algebrico - sostiene Moretuzzo
- per dimostrare l'insostenibilità della situazione attuale: le
entrate del Friuli-Venezia Giulia derivano per 4,4 miliardi di
euro dalle compartecipazioni e per 1,2 miliardi da fiscalità
propria. Di queste, 2,9 miliardi sono necessari per coprire i
costi della sanità, verosimilmente in aumento in seguito
all'emergenza Covid-19. Pari a circa 190 milioni è il costo del
trasporto pubblico locale, che, come la sanità, ci paghiamo per
intero con le nostre entrate tributarie. Altri 550 milioni sono
destinati al sistema degli Enti locali, che oggi rappresenta
l'unica vera competenza primaria della Regione".
"Se a queste cifre si somma il contributo allo Stato per il
risanamento della finanza pubblica - commenta l'esponente del
Patto - praticamente si esauriscono tutte le entrate di
compartecipazione fiscale. Le stime di calo del PIL per il 2020
danno un -9%, a cui dovrebbe corrispondere una riduzione delle
entrate di circa 700 milioni di euro. Questo significa che la
Regione dovrà gestire tutte le sue attività ordinarie, così come
previste dal Bilancio preventivo, con una analoga riduzione della
spesa creando condizioni ulteriori di recessione a quelle di per
sé determinate dall'evoluzione della pandemia".
A fronte di questa situazione, per Moretuzzo "la rinuncia da
parte dello Stato a esigere i 726 milioni di contributo alla
sostenibilità del debito pubblico previsti per il 2020 è una
prima condizione, necessaria, ma non sufficiente, per garantire i
servizi essenziali ai nostri cittadini e la sopravvivenza di
tanta parte delle nostre imprese. Va avviata, infatti, una
trattativa serrata con lo Stato per rinegoziare i Patti
finanziari, per questo è fondamentale che si istituisca subito un
gruppo di lavoro interno alla Commissione bilancio, come
richiesto con forza dal Patto per l'Autonomia e stabilito
nell'ordine del giorno approvato dall'Aula, per affrontare questa
partita in modo condiviso con tutte le forze presenti in
Consiglio regionale".
"Non possiamo discutere di quanti soldi trattenere o chiedere al
Governo se non chiariamo cosa è successo negli ultimi 10 anni con
i Patti finanziari siglati da Tondo, Serracchiani e Fedriga,
anche rispetto alle altre Regioni, e qual è il loro impatto vero
sul nostro bilancio. E nella gestione della trattativa - conclude
il consigliere - si accantonino una buona volta i giochetti
politici. La specialità non si difende con gli annunci, ma
avviando un confronto serio in Consiglio regionale per poi
coinvolgere tutti i soggetti interessati a difenderla".
ACON/COM/mpb-fc