Fase 2: Liguori (Citt), persa occasione per fare sistema su anziani
(ACON) Trieste, 14 mag - "Costretta al ritiro della mozione dei
Cittadini sulla costituzione della Rete Geriatrica regionale a
causa della presentazione di un emendamento della Maggioranza che
ha di fatto stravolto il senso della proposta".
Lo scrive in una nota la stessa consigliera Simona Liguori, prima
firmataria, ricordando di aver spiegato in Aula che "una delle
priorità della Fase 2 è quella di fare sistema tra professionisti
(medici, infermieri, assistenti sociali, psicologi, volontari) e
luoghi di cura e assistenza all'anziano (ospedale per acuti,
abitazione, centro diurno, casa di riposo)".
"Il perché di questa necessità - ha sottolineato Liguori - lo si
comprende facilmente analizzando bene la situazione, innanzitutto
la composizione demografica del Fvg dove la porzione di
popolazione over 65 è del 26 per cento".
"Fare sistema - ha aggiunto l'esponente dei civici - è importante
anche per altre tre ragioni: perché le persone con malattie
croniche sono 493 mila; perchè l'80% dei 20 mila anziani con
disturbi cognitivi gravi vivono in famiglia; perchè l'estrema
vulnerabilità degli anziani, manifestatasi nel corso della
pandemia Covid-19, spinge alla ricerca di modelli di presa in
carico via via più efficaci".
"Quanto a come e con chi fare sistema, in Friuli Venezia Giulia -
ha sottolineato Liguori - ci sono buoni professionisti, buone
prassi e buoni volontari che si avvantaggerebbero da un maggior
coordinamento e collegamento dei percorsi di tutela della salute
e sociali della persona anziana attualmente esistenti sul
territorio (domicili, centri diurni, strutture riabilitative RSA,
case di riposo) e tra territorio e ospedale per acuti".
"Un'organizzazione dei servizi tramite un 'modello a rete' - ha
spiegato ancora la consigliera - consentirebbe un'efficace presa
in carico integrata della persona anziana nella propria
abitazione (o nella casa di riposo) per il mantenimento della sua
salute, della sua vita autonoma, per rallentarne il declino dello
stato funzionale in presenza di malattie cronico-degenerative in
fase iniziale (ad esempio demenza, scompenso di cuore,
insufficienza di respiro, etc) e per garantirne la qualità di
vita durante la fase avanzata di malattia".
"Non si deve trasferire pezzi di ospedale nelle case di riposo,
ma competenze sul territorio tramite un'organizzazione che faccia
lavorare i medici specialisti geriatri delle scuole di
specializzazione di Trieste e di Udine con i medici di famiglia,
infermieri di comunità, servizi sociali di base, psicologi,
farmacisti territoriali, volontari nella rete geriatrica
territoriale e fare sistema nelle cure domiciliari", ha affermato
Liguori, ricordando che nel vicino Veneto ci sono quasi una
ventina di geriatrie.
"Il decreto Rilancio offre anche a noi un'opportunità per
iniziare ad organizzare la rete geriatrica - ha avvertito
l'esponente dei civici - . Nel Decreto le reti
socio-assistenziali territoriali sono sostanziate con 9600
infermieri di comunità, con il potenziamento dei servizi
domiciliari alle persone over 65 anni che adesso coprono il 4%
(media OCSE 6%) e che salirebbero al 6,7%, con 4200 borse di
specialità mediche. Iniziamo a lavorarci da subito, ce lo
chiedono anche gli stakeholders".
Al proposito la consigliera ricordato quanto affermato nei giorni
scorsi da Giovanna Pacco dell'Associazione Goffredo de Banfield,
secondo la quale la lezione che abbiamo imparato in merito ai
contagi nelle case di riposo è che la strada migliore per
proteggere le persone è quella tenerli nelle proprie case, e da
Debora Marizza dell'ASP Prosenectute di Trieste che ha
evidenziato come grazie alla domiciliarità stiano emergendo
situazioni di fragilità che richiederanno nuove risposte.
"Parole che fanno riflettere - ha concluso Liguori - a maggior
ragione dopo il ritiro della mozione a cui siamo stati costretti.
Oggi è stata persa una grande occasione".
ACON/COM/mpb-fc