Fase 2: Zilli a I Comm, è il momento di vedere ripagati nostri sforzi
Per Cittadini contributo a Stato va azzerato e niente debito
(ACON) Trieste, 19 mag - "L'esistenza dei patti finanziari
Stato-Regione è nella ragione dell'autonomia stessa della nostra
Regione. È il momento di presentarci al Governo chiedendo uno
sforzo che sia almeno pari a quello fatto da noi in questi anni,
prima per un federalismo fiscale che non si è mai attuato e poi
per contribuire ad abbattere il debito pubblico nazionale".
Lo ha affermato l'assessore Fvg alle Finanze, Barbara Zilli, nel
corso della sua audizione in I Commissione consiliare, presieduta
da Alessandro Basso (FdI), in merito alla richiesta del Friuli
Venezia Giulia al Governo di una revisione dei patti finanziari
Stato-Regione motivata dal crollo del Pil e da una contrazione
delle entrate tributarie, stimata in 700 milioni di euro, causata
dall'emergenza da Covid-19.
Zilli ha ricordato che una sentenza della Corte costituzionale ha
stabilito la temporaneità del contributo che lo Stato chiede alle
Regioni autonome, perciò quando il patto Tria-Fedriga scadrà,
dovrà essere ridiscusso senza tenere conto del pregresso. Ha
inoltre precisato che dal fondo di 5 miliardi per tutti gli enti
locali sono già stati scorporati 3,5 miliardi per i Comuni,
mentre ancora non si sa esattamente come sarà suddiviso il
restante miliardo e mezzo tra le Regioni. "Una cifra - ha detto
la Zilli - che secondo noi va rimpinguata di almeno altrettante
risorse. Avevamo chiesto due fondi separati, tra Regioni
ordinarie e speciali, ma ci è stato detto di no".
Un quadro sugli ammanchi del Pil 2020 ma anche 2021 che, a
seguire, è stato però sollecitato da Diego Moretti e Roberto
Cosolini (Pd), dove il primo si è soffermato pure sul tema della
regionalizzazione della scuola, che dovrà essere rivista alla
luce di quanto sta accadendo, e sulla necessità di fare chiarezza
sull'autonomia finanziaria (non l'abbiamo normativa) del Sistema
sanitario regionale, ovvero se non sia più conveniente rientrare
nel fondo nazionale. L'ex sindaco di Trieste ha invece
sottolineato che la rinegoziazione è una partita che va giocata
insieme da presidente della Regione, Giunta, Consiglio,
Commissione paritetica e parlamentari del Fvg. Il collega di
partito, Enzo Marsilio, ha invece sostenuto che, prima dei
numeri, "bisogna rinegoziare il principio che sottende al patto
finanziario. Ragionare con il patto di oggi non ha più senso".
Massimo Moretuzzo (Patto) ha chiesto se il ragionamento fatto
nell'ambito del programma di sviluppo dell'autonomia regionale
sui decimi dell'Iva, da riportare a 9, sia ancora attuale visto
il calo dei consumi e se vi sia l'intenzione di istituire una
sottocommissione consiliare dedicata alla questione delle
compartecipazioni e della revisione dei patti finanziari, come
chiesto dalle Opposizioni.
Furio Honsell (Open Fvg) ha ragionato sulla rimodulazione del
contributo di solidarietà negli anni e ha affermato l'importanza
di utilizzare le risorse che si vogliono trattenere "non per
creare spazi meramente contabili, ma per accordi di esercizio di
vera specialità".
Tre i punti fondamentali per Tiziano Centis (Cittadini): chiedere
l'azzeramento del contributo, non ridiscutere il meccanismo di
compartecipazione ("quello del maturato - ha sottolineato - va
confermato oggi più che mai per garantire con certezza e
continuità le risorse alla Regione e, dunque, ai cittadini") ed
evitare il ricorso al debito. Si è poi detto d'accordo nel volere
nuove competenze, ma solo in corrispondenza di più risorse perché
è evidente che "il milione e mezzo garantito dallo Stato alle
Regioni sono solo briciole".
"Conoscere le esatte disponibilità finanziarie ci permette di
legiferare, altrimenti non sappiamo come e quanto erogare ai
nostri cittadini", ha detto Cristian Sergo (M5S), che ha voluto
conoscere quanto è mutato l'impegno passando dal principio del
riscosso a quello del maturato, se sia stata fatta una
comparazione con le compartecipazioni e i settori di autonomia
delle altre Regioni speciali e come si sia arrivati alla stima
dei 700 mln di euro in meno.
Per Mauro Di Bert (Progetto Fvg/Ar), il Friuli Venezia Giulia non
è considerato al pari delle altre Regioni speciali. Giusto
"pensare prima a rivedere il principio, poi da qui verranno i
contenuti. Ma l'interlocutore non raccoglie i nostri principi,
anche perché non abbiamo la forza per imporli. Perciò è ora di
dire basta e farlo con convinzione. Bene ha fatto in tal senso il
presidente Fedriga. Altrimenti si pregiudica l'erogazione dei
servizi essenziali e ordinari ai cittadini". Anche per Di Bert
"si deve fare quadrato e remare tutti nella stessa direzione".
Da ultimo, Andrea Ussai (M5S) si è unito a chi desidera la
creazione di una sottocommissione consiliare ad hoc, "utile per
fare un focus anche sul Sistema sanitario regionale, ovvero su
quanto si è speso negli anni per questo settore".
ACON/RCM-fc