Fase 2: Capozzella (M5S), sistema Confidi frena accesso dpcm Liquidità
(ACON) Trieste, 29 mag - "La scarsa predisposizione delle
imprese del Friuli Venezia Giulia all'utilizzo dei prestiti
garantiti dallo Stato, previsti dal decreto Liquidità, è
determinata soprattutto dal sistema consolidato dei Confidi, i
Consorzi di garanzia fidi".
Lo afferma in una nota il consigliere regionale del Movimento 5
Stelle Mauro Capozzella, commentando il dato secondo cui "meno
dell'8% delle aziende regionali ha presentato domanda per
l'accesso al finanziamento".
"Soprattutto le banche più piccole invitano i loro clienti a
utilizzare i Confidi, piuttosto che le garanzie statali del
decreto Liquidità, poiché questo meccanismo - sostiene il
rappresentante pentastellato - non le obbliga a rimanere nei
parametri dei tassi di interesse e delle commissioni imposti
dalla legge".
"L'impresa in questione paga per il servizio il Confidi (ente
privato che rilascia garanzie identiche a quelle dello Stato, ma
chiedendo delle commissioni) per poi essere ristorata dalla
Camera di commercio - continua Capozzella - che, a sua volta,
ottiene appositi contributi dalla Regione. Quest'ultima, nel
corso degli anni ha versato nelle casse dei Confidi svariate
decine di milioni di euro e anche gli enti camerali erogano
contributi a fondo perduto, a condizione che l'impresa si avvalga
delle garanzie dei Confidi".
"Il decreto Liquidità prevede una serie di paletti per le banche,
come l'azzeramento dei costi di istruttoria. Di fatto - conclude
il consigliere del M5S - le risorse messe in campo dalle Camere
di commercio o dalla Regione a ristoro dei Confidi non sarebbero
necessarie, considerate le condizioni contenute nel decreto
governativo".
ACON/COM/db-rcm