Fase 2: Liguori (Citt), aggiungere servizi ospedalieri a Cividale
(ACON) Trieste, 3 giu - "Nonostante l'avvio della cosiddetta
Fase 2 dell'emergenza da Covid-19, non risultano ancora
effettivamente ripristinate le funzioni del presidio ospedaliero
di Cividale del Friuli, in particolare quelle della piastra
chirurgica e del Punto di primo intervento (Ppi) che ha cessato
la sua attività da oltre due mesi. Anche il reparto medicina, a
seguito della chiusura del Ppi, ha registrato una flessione dei
ricoveri in alcuni periodi degli scorsi mesi di lockdown".
Lo afferma in una nota la consigliera regionale dei Cittadini,
Simona Liguori, aggiungendo di aver chiesto "all'assessore
regionale Riccardo Riccardi se e quando intenda ripristinare
integralmente le funzioni del presidio ospedaliero cividalese. Mi
è stato risposto - fa sapere la consigliera - che la Regione
punta sulle cosiddette cure intermedie e che sarà prorogata la
sospensione di alcune funzioni fino a gennaio 2021".
Secondo Liguori va, invece, avviata quanto prima "una riflessione
relativa all'opportunità di ridisegnare le funzioni del presidio
cividalese, avvalendosi della disposizione contenuta all'articolo
9 del cosiddetto decreto Balduzzi, il 70/2015, secondo il quale
le Regioni possono prevedere presidi ospedalieri di base per zone
particolarmente disagiate e in questi presidi occorre garantire
un'attività di Pronto soccorso con la conseguente disponibilità
dei necessari servizi di supporto, attività di medicina interna e
di chirurgia generale ridotta. L'articolo - ricorda l'esponente
dei civici - fu oggetto di un emendamento alla riforma sanitaria
regionale dell'ex assessore Telesca nel 2014, nel quale i
consiglieri di Centrodestra, allora all'opposizione, chiedevano
il mantenimento a Cividale del Pronto soccorso, del reparto
medicina e di altre funzioni".
"Oggi più che allora - conclude la rappresentante dei Cittadini -
appare appropriato il ricorso a un presidio ospedaliero di base
per zone particolarmente disagiate, anche alla luce di emergenze
che possano mettere sotto pressione ospedali e territori. È
sempre più evidente che, per impedire la desertificazione delle
Valli del Natisone, sia necessario potenziare i servizi sanitari
di prossimità. Un tanto in un'ottica di equità nell'accesso ai
servizi anche per le persone anziane e per i sofferenti di
malattie croniche che, in alcuni casi, abitano anche a 60-70
chilometri dall'ospedale di Udine".
ACON/COM/db-rcm