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Fase 2: Liguori (Citt), aggiungere servizi ospedalieri a Cividale

03.06.2020
15:32
(ACON) Trieste, 3 giu - "Nonostante l'avvio della cosiddetta Fase 2 dell'emergenza da Covid-19, non risultano ancora effettivamente ripristinate le funzioni del presidio ospedaliero di Cividale del Friuli, in particolare quelle della piastra chirurgica e del Punto di primo intervento (Ppi) che ha cessato la sua attività da oltre due mesi. Anche il reparto medicina, a seguito della chiusura del Ppi, ha registrato una flessione dei ricoveri in alcuni periodi degli scorsi mesi di lockdown".

Lo afferma in una nota la consigliera regionale dei Cittadini, Simona Liguori, aggiungendo di aver chiesto "all'assessore regionale Riccardo Riccardi se e quando intenda ripristinare integralmente le funzioni del presidio ospedaliero cividalese. Mi è stato risposto - fa sapere la consigliera - che la Regione punta sulle cosiddette cure intermedie e che sarà prorogata la sospensione di alcune funzioni fino a gennaio 2021".

Secondo Liguori va, invece, avviata quanto prima "una riflessione relativa all'opportunità di ridisegnare le funzioni del presidio cividalese, avvalendosi della disposizione contenuta all'articolo 9 del cosiddetto decreto Balduzzi, il 70/2015, secondo il quale le Regioni possono prevedere presidi ospedalieri di base per zone particolarmente disagiate e in questi presidi occorre garantire un'attività di Pronto soccorso con la conseguente disponibilità dei necessari servizi di supporto, attività di medicina interna e di chirurgia generale ridotta. L'articolo - ricorda l'esponente dei civici - fu oggetto di un emendamento alla riforma sanitaria regionale dell'ex assessore Telesca nel 2014, nel quale i consiglieri di Centrodestra, allora all'opposizione, chiedevano il mantenimento a Cividale del Pronto soccorso, del reparto medicina e di altre funzioni".

"Oggi più che allora - conclude la rappresentante dei Cittadini - appare appropriato il ricorso a un presidio ospedaliero di base per zone particolarmente disagiate, anche alla luce di emergenze che possano mettere sotto pressione ospedali e territori. È sempre più evidente che, per impedire la desertificazione delle Valli del Natisone, sia necessario potenziare i servizi sanitari di prossimità. Un tanto in un'ottica di equità nell'accesso ai servizi anche per le persone anziane e per i sofferenti di malattie croniche che, in alcuni casi, abitano anche a 60-70 chilometri dall'ospedale di Udine". ACON/COM/db-rcm



Simona Liguori, consigliera regionale dei Cittadini