Energia: Sergo (M5S), molte incognite su impianto via Gonars a Udine
(ACON) Trieste, 5 giu - "Molte sono le incognite a seguito
delle notizie apprese dalla stampa circa l'autorizzazione
dell'impianto di via Gonars in Udine per il trattamento della
frazione organica, destinato alla produzione di energia
elettrica, biometano e 17.000 tonnellate l'anno di compost da
smaltire nei campi".
Lo afferma in una nota il consigliere regionale del Movimento 5
Stelle, Cristian Sergo, al quale fa eco il consigliere comunale
di Udine, Domenico Liano.
"A leggere le tabelle presentate dal proponente - evidenzia Sergo
- è significativo che 66.500 tonnellate di rifiuti entreranno
ogni anno in quell'impianto e 34.000 rimarranno da smaltire, a
cui vanno aggiunte le decine di tonnellate di pm10 o le quasi 200
tonnellate di cloruri da smaltire nelle acque reflue solo per
citare alcuni degli inquinanti che verranno prodotti".
"Se l'impianto verrà collaudato, come auspicano i proponenti, nel
2022 dopo più di sei anni dall'annuncio, non sarà di certo colpa
dei comitati o dei cittadini che vi abitano intorno -
sottolineano i consiglieri-. Sarà interessante sentire le varie
posizioni al riguardo, tenuto anche conto della recente
bocciatura di un impianto per la produzione di biometano e
compost di qualità attraverso il trattamento della frazione
organica dei rifiuti da parte della provincia di Lecce".
"Questo - spiegano i pentastellati - ci porterà ad esaminare
ancor più attentamente l'impianto, che verrebbe installato molto
più vicino alle abitazioni rispetto a quello di Lecce, che
prevedeva un investimento di una ventina di milioni di euro per
trattare la stessa quantità di frazione organica. Per questo
chiederemo la convocazione della commissione comunale Ambiente e
Territorio per ottenere risposte alle nostre domande".
"Dal punto di vista economico - aggiungono Sergo e Liano - sarà
inoltre interessante confrontare impianti simili tra loro che
negli ultimi anni sono stati proposti o già realizzati, per
comprendere le consistenti differenze di prezzo tra strutture con
finalità simili, ma anche capire perché l'investimento sia
passato da 26 milioni, più i 6 a disposizione della stazione
appaltante, ai 42 milioni annunciati recentemente alla stampa.
Sarà anche interessante capire perché nonostante la gestione in
project financing e gli 8 milioni di euro assicurati dalla Net
Spa, il prezzo di conferimento dei rifiuti per i cittadini,
ovvero il prezzo che incide sulla bolletta, non sarà tanto
inferiore a quello che pagano diversi utenti della nostra regione
ad altri gestori".
"La cosa che più ci sconcerta - riporta la nota - è che vorremmo
capire come mai gli anni di gestione siano passati da 23 a 25
come letto sui documenti presentati, in forza della convenzione
di concessione sottoscritta in data 24 ottobre 2017, un anno dopo
l'aggiudicazione della gara, cui aveva partecipato il solo
proponente del project financing".
"Rimane - sostengono i M5S - la necessità di dover garantire le
tonnellate da smaltire all'interno dell'impianto; se ciò non
fosse possibile visto anche il miglioramento della raccolta
differenziata porta a porta, che sta partendo in tutta Udine,
sarà necessario provvedere con l'importazione di rifiuti da altre
realtà. Un progetto di cinque anni fa, basato su dati statistici
di almeno una decina di anni fa non tiene conto dei cambiamenti
che, nel frattempo, si sono registrati nella raccolta dei
rifiuti, come sta accadendo, per esempio, a Udine: il rischio è
di avere un impianto che porterebbe soltanto ad avere rifiuti da
altre regioni".
ACON/COM/fc