Fvg-Ue: VI Comm, Opposizioni chiedono rispetto per diritti migranti
Shaurli critica Rosolen: "Sua relazione è mero resoconto"
(ACON) Trieste, 8 giu - Istruzione, ricerca, immigrazione e
sistema comune europeo di asilo sono stati gli argomenti sui
quali hanno formulato una serie di proposte i consiglieri della
VI Commissione permanente, presieduta da Giuseppe Sibau (Progetto
Fvg/Ar), convocata per esaminare, per le parti di competenza, il
programma legislativo annuale della Commissione Europea, sulla
base delle relazioni elaborate rispettivamente dagli assessori
Alessia Rosolen e Pierpaolo Roberti relativamente ai documenti
governativi per la Sessione europea.
Sull'argomento immigrazione, rispetto al quale Roberti aveva
segnalato la mancanza di riferimenti alle rotte terresti e
l'assenza di un sistema stabile per i rimpatri, si sono
concentrate maggiormente le indicazioni dei consiglieri per
integrare le linee del documento regionale, con la richiesta da
parte della consigliera dem, Chiara Da Giau, di considerare la
rotta balcanica in un'ottica non solo difensiva ma anche
strategica, collegandola al processo di adesione dei Balcani
Occidentali e al tema dei diritti umani che interpella fortemente
l'Europa per tutte le documentate violazioni che si registrano
lungo questo tracciato. Un'integrazione in tal senso per Da Giau
è importante, soprattutto considerato che il programma è stato
adattato alla crisi Covid-19 e l'insorgere di nuove povertà
collegate a quest'emergenza potrà ingenerare tensioni sociali
rilevanti.
Furio Honsell (Open Fvg), oltre a sottolineare l'importanza di
precisare che attraverso la rotta balcanica arrivano migranti
prevalentemente da Afghanistan e Pakistan e non dai Paesi del
Medioriente, si è soffermato sulla distinzione a livello europeo
tra Paesi di transito e di ultima destinazione. "Una distinzione
che - ha detto - non ha grande efficacia, perché di fatto tutti i
Paesi possono diventare di destinazione e allora è importante che
l'Europa aiuti con piani molto chiari la formazione e
l'apprendimento della lingua".
Duplice la sottolineatura del consigliere Massimo Moretuzzo
(Patto per l'Autonomia), riguardo le procedure di asilo e le
relative tempistiche, considerando anche l'invito del'Alto
Commissariato delle Nazioni Unite a processare le richieste di
asilo direttamente sul territorio, cercando di renderle il più
eque e rapide possibile; inoltre, va considerata l'importanza del
coinvolgimento delle comunità locali e la necessità di valutare
l'impatto dei vari sistemi adottati nella programmazione europea
sulle politiche di accoglienza e di integrazione.
Quanto ai contenuti della relazione Rosolen, è stata giudicata da
tutti un resoconto delle cose fatte più che una serie di focus
precisi sui quali la Regione vorrebbe concentrarsi. A questo
proposito si è aggiunta anche la voce di Cristiano Shaurli (Pd)
che ha sottolineato come, "a differenza di quello di Roberti che
ha evidenziato alcune criticità, il documento Rosolen rischia di
non essere letto da nessuno a Bruxelles: la narrazione di ciò che
la Regione sta facendo non è di interesse in una fase legislativa
ascendente".
Per Da Giau tutti gli argomenti citati sono validi, con
l'auspicio che l'obiettivo di una Europa digitale non sia una
questione che riguarda soltanto infrastrutture e dotazioni
strumentali alla didattica ma che diventi anche elaborazione di
contenuti e di nuovi modi di fare istruzione. Quanto alla
strategia per un'economia al servizio delle persone e quella per
promuovere lo stile di vita europeo che vuole sottolineare un
carattere improntato alla solideraietà e all'inclusione, Da Giau
ha ricordato l'obiettivo strategico teso alla promozione delle
competenze, dell'istruzione e dell'inclusione "perché tutto ciò
che riguarda il mondo della scuola e dell'istruzione diventa uno
strumento fondamentale per risolvere le disparità accentuate
dalla crisi in atto".
Per Honsell, infine, ci sarebbe molto da dire e da fare, in
questo campo caratterizzato da una realtà a macchia di leopardo.
"Due cose vanno però chieste all'Europa: un piano per una
capillare qualificazione digitale delle infrastrutture in modo
tale che non ci siano Regioni che hanno tutto e altre meno,
perchè è inutile parlare di Europa digitale se ci sono zone in
cui manca la connessione. Inoltre - ha concluso - serve
un'educazione uniforme, un potenziamento delle risorse per
l'istruzione universale che dovrebbe essere la patente europea
digitale, capace di evitare che cresca la differenza tra chi ha e
chi non ha".
ACON/MPB-fc