Coronavirus: no Cr Fvg a mozione Commissione d'inchiesta
Fedriga replica in Aula a Opposizioni: "Siamo al top in Italia"
(ACON) Trieste, 24 giu - Respinta a maggioranza (sì compatto
delle Opposizioni e no altrettanto compatto del Centrodestra) la
mozione 171 con cui si affermava che il Consiglio regionale del
Friuli Venezia Giulia avrebbe dovuto istituire una Commissione
d'inchiesta sulla gestione emergenziale, causata dalla Covid-19,
nelle aree più colpite della regione; disporre che la Commissione
d'inchiesta non comporti oneri aggiuntivi per l'Amministrazione
regionale, e altresì disporre che tale Commissione concluda i
propri lavori e riferisca all'Aula presentando una relazione
entro quattro mesi dall'incarico.
Inoltre, il Consiglio avrebbe dovuto stabilire che, nella nomina
della Commissione, Maggioranza e Opposizioni fossero egualmente
rappresentate e che, per portare a termine il proprio compito, la
Commissione potesse svolgere delle audizioni.
La firma al documento è di Andrea Ussai e Ilaria Dal Zovo (M5S),
Furio Honsell (Open Fvg), Walter Zalukar (Misto), Roberto
Cosolini e Mariagrazia Santoro (Pd), Simona Liguori (Citt) e
Giampaolo Bidoli (Patto), ovvero è stata sottoscritta da almeno
un consigliere di ogni Gruppo di Opposizione e che è stata
presentata all'Aula da Ussai.
Nella mozione si citano i contagi e i decessi da coronavirus tra
gli ospiti delle case di riposo e gli ultrasettantenni in
generale, nonché tra gli operatori del Sistema sanitario
regionale (Ssr). Ma anche "la non omogeneità nelle procedure
adottate tra le Aziende sanitarie, con particolare riferimento
agli spostamenti degli operatori tra le strutture e
all'effettuazione dei tamponi al personale sanitario e agli
ospiti delle Rsa", ha reso noto il pentastellato, dopo aver avuto
un pensiero per le vittime e i loro familiari.
"E' necessario conoscere cosa sia successo, nella gestione
dell'emergenza, nelle residenze e nelle strutture del Ssr per
capire cosa non abbia funzionato - ha rimarcato Ussai - perché in
alcune strutture la situazione sia stata più grave che in altre
(si vedano i numeri registrati a Trieste con circa il 60% dei
colpiti tra operatori e anziani delle Rsa), anche per evitare che
in futuro si ripropongano situazioni come quelle che si sono
verificate in questi mesi. Non faremmo una bella figura
all'esterno, di chiarezza e trasparenza, se non facessimo questa
Commissione".
Zalukar ha poi insistito sulla cosiddetta "ricerca degli eventi
sentinella", necessaria per adottare le azioni collettive di
contrasto, e sulla sanazione per procedure. Per Honsell l'intento
non è cercare responsabilità, perché la mancanza di precedenti e
una situazione fatta di incertezze avrebbe messo in difficoltà
chiunque, ma il rischio lo si riduce analizzando cosa è successo.
In linea con lui si è espresso Cosolini, a detta del quale la
richiesta di un organismo di inchiesta si sarebbe potuta evitare
se alcuni interrogativi presentati in III Commissione consiliare
avessero avuto risposte adeguate, come il perché Trieste sia
stata numericamente la più colpita della regione.
"Se non c'è un reale desiderio di inquisire nessuno, non si
chiede una Commissione di inchiesta", ha detto lapidaria Mara
Piccin (FI). "Errori sicuramente ne sono stati fatti, ma parlare
di dati che sono stati nascosti e di operatori che lavorano in
situazioni fatiscenti è ingeneroso verso Maggioranza e anche
Opposizioni, perché è una strumentalizzazione. Potevate
richiedere una volta di più la convocazione della III Commissione
competente in materia sanitaria - ha sottolineato - e tutte le
audizioni che volevate, ma questa mozione è un atto
inaccettabile".
"Non è fare chiarezza, ma buttare discredito verso l'operato di
qualcuno. E a posteriori, dimenticando il momento in cui si è
agito. La Regione Fvg ha risposto in modo esemplare, come poche
in Italia", ha aggiunto Mauro Di Bert (Progetto Fvg/Ar) che ha
chiesto il ritiro di una mozione dal sapore inquisitorio.
"Ci fosse stato un altro atteggiamento da parte della III
Commissione, questa mozione non sarebbe stata appoggiata dal Pd",
ha allora fatto sapere il capogruppo dem, Sergio Bolzonello.
"Perché abbiamo sempre riconosciuto le cose andate bene, ma ce ne
sono state anche di andate male e non abbiamo avuto le adeguate
risposte".
Di pari tenore l'intervento del capogruppo del Patto per
l'Autonomia, Massimo Moretuzzo. "Nessuna critica alla struttura
regionale, mai fatto comunicati in tal senso perché gestire la
straordinarietà dell'evento ha messo a dura prova tutti. Però,
fossimo stati messi nelle condizioni di dare un contributo vero
su come affrontare la situazione, non avremmo chiesto nulla".
"Non si interferisce con le indagini della magistratura verso gli
esposti. Se è la parola inchiesta che vi spaventa, allora
togliamola e parliamo di Commissione speciale", ha semplificato
Cristian Sergo (M5S), che ha citato le occasioni in cui lo stesso
presidente Fedriga ha richiesto Commissioni di tale tipo nella
sua veste di parlamentare.
"Non si può dire che una Commissione che si chiama di inchiesta e
prevede audizioni non interferisce con indagini della Procura",
ha ricordato Claudio Giacomelli (FdI), che ha poi spiegato la
segretezza degli atti e la non appropriatezza di audire degli
indagati.
Mauro Bordin (Lega) ha ricordato le situazioni non solo
difficili, "ma drammatiche in cui ci siamo trovati, come
italiani, con immagini che hanno mostrato carri pieni di bare,
medici e infermieri impegnati giorno e notte senza risparmiarsi.
Ora è tutto dimenticato. Invece buon senso vorrebbe che questa
richieste fosse ritirata".
Da parte del vicegovernatore Fvg con delega alla Salute, Riccardo
Riccardi, la riflessione amara di "aver ascoltato cose poco
accettabili", difendendo poi l'operato di "uomini e donne del Fvg
che per giorni e giorni hanno dato tutto ciò che potevano dare.
Abbiamo risposto a decine di interrogazioni dei consiglieri e
siamo venuti in III Commissione tre volte in piena emergenza". E
ha riparlato delle decisioni difficili che i medici hanno dovuto
prendere su chi e come salvare i pazienti, "mentre c'era chi ci
contestava che in quei momenti avremmo dovuto ascoltare dei
consulenti, neanche avessimo avuto il tempo per farlo".
Il governatore Fvg Massimiliano Fedriga ha infine ribadito la
propria posizione sulla richiesta della Commissione d'inchiesta e
ha accusato di "atteggiamento non coerente chi chiede ci sia
collaborazione quando si tratta di disporre i bilanci regionali,
ma poi indice una conferenza stampa per annunciare la richiesta
di una Commissione d'inchiesta". E ha poi ricordato gli attacchi
subiti per ogni sua decisione, con scelte che a volte vedevano le
perplessità anche sue e di Ricardi ma, a detta degli esperti,
andavano prese (ad esempio l'obbligo di indossare le mascherine
di protezione, chiudere/riaprire i confini regionali,
chiudere/riaprire scuole e università).
"Siamo la terza realtà in Italia per numero di casi testati con i
tamponi (l'8,419 per cento), prima di noi ci sono solo la
Provincia di Trento e la Regione Valle d'Aosta. Oltre a numerosi
casi in cui siamo tra i migliori d'Italia, con un rischio
contagio registrato molto basso", ha rimarcato Fedriga che ha
rimandato al mittente la richiesta di un'inchiesta. "Ciò non
significa che non vogliamo fare approfondimenti, anzi. Li abbiamo
fatti con numerosi incontri in videoconferenza con le altre
Regioni. Ma quando ho visto che questi incontri venivano
utilizzati strumentalmente per dar contro al nostro operato, li
ho smessi".
ACON/RCM-fc