Fase 3: Ussai (M5S), via da sanità storture che favoriscono privato
(ACON) Trieste, 2 lug - "Porre rimedio a storture che finiscono
per avvantaggiare il privato a discapito della sanità pubblica".
Lo chiede in una nota il consigliere regionale del Movimento 5
Stelle, Andrea Ussai, dopo aver già presentato un'interrogazione
sul tema della spesa sanitaria privata in Friuli Venezia Giulia,
al quale oggi ha dato risposta in Aula il vicegovernatore Fvg con
delega alla Salute, Riccardo Riccardi.
"Secondo i dati Istat del 2017 - dettaglia il rappresentante
pentastellato - il Friuli Venezia Giulia è secondo solo alla
Valle d'Aosta in quanto a rapporto tra spesa sanitaria privata e
pubblica pro capite. Secondo il rapporto Osservasalute, ogni
residente sborsa 972 euro per il privato. Inoltre, mentre in
Commissione ci è stato detto che la spesa per il privato
accreditato è pari al 3,8%, il rapporto annuale Oasi parla di un
8,6% nel 2017 e di un 10,8% nel 2018".
"Per questo motivo - aggiunge Ussai - avevamo chiesto i dati
aggiornati rispetto al ricorso al privato e al privato
accreditato per singole voci (ospedaliera, specialistica,
riabilitazione e altra assistenza) in tutto il Friuli Venezia
Giulia, ottenendo però solo una risposta parziale relativa
all'Azienda Giuliano-Isontina e alle prestazioni ambulatoriali".
"Già prima della pandemia - ricorda l'esponente M5S - erano stati
esternalizzati alcuni servizi quali, per esempio, la gestione di
alcuni punti di primo intervento, di parte dei Pronto soccorso e
delle postazioni di ambulanze. Dopo la sospensione dell'attività
ambulatoriale legata al Covid-19 sono ripartite le visite
programmate, iniziando però dagli erogatori del privato
convenzionato. Presso Asugi, in particolare, non è ancora
possibile prenotare nelle strutture pubbliche tutte le visite con
minore priorità. Come affermato dallo stesso assessore, non sono
infatti prenotabili le visite di Pneumologia, Oculistica,
Otorinolaringoiatria, Odontostomatologia, Endocrinologia,
Gastroenterologia, Ortopedia, Chirurgia e Urologia. Altre,
invece, sono prenotabili ma non ancora attive".
"Un cittadino che si rivolge al privato convenzionato - conclude
Ussai - viene troppo spesso dirottato su prestazioni private,
erogate in tempi più brevi e paradossalmente con costi inferiori
in alcuni casi. L'assessore parla di efficienza e gradimento, ma
il paziente si rivolge al privato quando c'è scarsa accessibilità
nel pubblico in termini di tempi di attesa. La spesa privata,
inoltre, non deve sostituire il pubblico. Occorre quindi mettere
mano, a partire dal costo delle prestazioni, a quelle situazioni
che finiscono per penalizzare la sanità pubblica".
ACON/COM/db-fc