Resistenza: Zanin, a Premariacco fu attacco a libertà e democrazia
(ACON) Premariacco, 4 lug - "Per tanti ragazzi e ragazze,
durante gli anni della guerra, quando il nostro Paese, ma
l'Europa intera, cercava di sfuggire al giogo della dittatura e
della sopraffazione, il Tricolore e la Patria erano ideali verso
cui tendere e per cui dare tutto, anche la propria vita. Quei
giovani di ieri hanno lasciato una eredità etica a noi
amministratori pubblici, ai sindaci di oggi".
Queste le parole che il presidente del Consiglio regionale, Piero
Mauro Zanin, ha espresso nel corso della cerimonia organizzata a
Premariacco per ricordare i 26 partigiani impiccati 76 anni fa,
esattamente il 29 maggio 1944, metà appunto a Premariacco e metà
a San Giovanni al Natisone dopo averli scelti tra coloro che si
trovavano incarcerati a Udine, in risposta a due rappresaglie con
cui avevano perso la vita tre soldati tedeschi.
I 13 uccisi a Premariacco erano giovanissimi partigiani del
Fronte della Gioventù, età dai 17 ai 20 anni, catturati a Feletto
una ventina di giorni prima. Gli altri erano 3 partigiani
garibaldini di 16, 17 e 60 anni, arrestati nel corso del grande
rastrellamento a Corno di Rosazzo del 27 maggio che diede a quel
Comune un triste primato per il numero di deportati in Germania
(oltre 40), e 10 carcerati dai 17 ai 41 anni. I loro corpi furono
lasciati penzolare da mattina a sera, prima di essere trasportati
a Trieste, si pensa per essere bruciati nel forno della Risiera
di San Sabba.
"Siamo qui a ricordare, perché solo attraverso il ricordo e il
saper tramandare rimangono vivi quei valori e quelle emozioni -
ha detto Zanin - che hanno portato dei poveri ragazzi a divenire
esempio crudele della sopraffazione sulla libertà, sulla
democrazia e sull'appartenenza. L'esposizione dei loro corpi non
è stata altro che il desiderio di annichilire, con il terrore, il
senso di libertà che è innato nell'uomo. È stata un'operazione
disumana. Parliamo di loro come dei patrioti, una parola che
deriva da 'terra dei padri', una terra sacra, da difendere, su
cui si giocano le sorti di una intera comunità".
Con il presidente del Consiglio regionale e il sindaco Roberto
Trentin di Premariacco, il sindaco Carlo Pali di San Giovanni al
Natisone, la sindaca Daniela Briz di Remanzacco, il vicesindaco
Maurizio D'Osualdo di Corno di Rosazzo, il vicesindaco Federico
Fabris di Tavagnacco, il consigliere regionale Elia Miani
presente quale consigliere comunale di Cividale, l'assessore
Giulia Manzan del Comune di Udine, l'assessore Tiziano Venturini
di Buttrio. A fare da cornice, accanto al cippo e alla stele
posati a ricordo perenne di quella tragedia, i vessilli di
diverse rappresentanze partigiane a nome delle quali ha parlato
il presidente dell'Anpi provinciale di Udine, Dino Spanghero,
oltre a un'orazione ufficiale affidata a Nadia Mazzer.
"Il mio auspicio è che si possano ospitare in questa piazza
manifestazioni in ricordo di tutti coloro che, nel periodo
tragico della guerra, hanno combattuto per la nostra nazione,
indistintamente. Abbandoniamo le posizioni di parte e facciamo in
modo di ritrovarci consapevoli che tutti hanno combattuto, e
tutti stiamo ancora combattendo, per il Tricolore", ha affermato
il sindaco di Premariacco.
"Siamo a ricordare un eccidio in modo che le sofferenze dei
nostri nonni non possano ripetersi mai più. Le nuove generazioni
tendono a dimenticare, quasi a non riconoscere il sacrificio che
altri giovani hanno fatto per la democrazie. Noi non dobbiamo
creare muri, ma ponti per una società equa e solidale", ha
aggiunto il sindaco di San Giovanni al Natisone.
ACON/RCM