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Assestamento: Zilli a I Comm, in 2 mesi -133 mln ma no utilizzo avanzo

09.07.2020
13:57
Per Maggioranza scelte oculate, manca coraggio per Opposizioni

(ACON) Trieste, 9 lug - La Maggioranza definisce "oculate e prudenti" le scelte fatte dalla Giunta Fvg in termini di assestamento; le Opposizioni, contrarie "non tanto alle singole norme, quanto all'approccio generale utilizzato nella stesura dei documenti sotto esame", parlano invece di "mancanza di coraggio e assenza di leadership", soprattutto per il "mancato utilizzo dei 98 milioni di euro di avanzo di amministrazione 2019".

Questi gli elementi principali emersi durante la discussione che ha caratterizzato l'avvio dei lavori della I Commissione consiliare integrata, presieduta da Alessandro Basso (FdI) e riunita in presenza a Trieste. L'ordine del giorno prevedeva l'esame del disegno di legge 99 sull'Assestamento del bilancio per gli anni 2020-22 e del Documento di economia e finanza regionale 2021 (Defr) che approderanno in Aula da martedì 28 a giovedì 30 luglio.

L'assessore regionale alle Finanze, Barbara Zilli, nel corso del suo intervento introduttivo ha fornito "i numeri esaustivi riguardo la situazione relativa al minor gettito derivante dall'emergenza da Covid-19", aggiungendo una stima "relativa a minori entrate per 700 milioni di euro e la probabile necessità di accantonare ulteriori risorse".

Entrando nello specifico e analizzando il gettito mensile delle compartecipazioni e dei tributi propri, Zilli ha evidenziato come "gennaio e febbraio si sono rilevati positivi. Marzo ha accusato i primi effetti dell'emergenza, mentre aprile e maggio hanno fatto registrare un tracollo percentuale rispetto al 2019 rispettivamente del -13,24% e del -20,84%, pari complessivamente a quasi 133 milioni di euro (53,21 in aprile e 79,66 in maggio)". Per quanto concerne le simulazioni sull'andamento del gettito, partendo dall'importo di quasi 5 miliardi e mezzo di euro iscritto a bilancio per l'anno in corso, il calo del gettito ipotizzato va da -8,50% al 15,50% con le conseguenti minori entrate derivanti dall'applicazione del minor Pil".

L'assessore ha concluso segnalando "il dato di maggiore preoccupazione per noi in relazione al 2021 e legato all'ipotesi di stima della ripartenza, recuperando sul 2021 metà del calo del 2020: si va da 4,25% di Pil fino a 7,75% con una media del 6,10%".

Il dibattito è stato aperto dal consigliere regionale Roberto Cosolini (Pd) che ha ricordato "le nostre astensioni sugli articoli in sede di Commissioni", aggiungendo che "oggi possiamo, però, dare un giudizio critico generale anche a livello politico. Il mancato utilizzo dei 98 milioni di avanzo è un errore e anticipo due emendamenti per riportarli dentro il ddl. In un momento di difficoltà come quello attuale, tali risorse potrebbero sostenere lo sforzo complessivo di imprese e comunità, contribuendo a un calo di gettito del Pil più sostenibile. Mettere soldi nel sistema, se impiegati bene, può portare a investimenti, capacità produttiva e alla tendenza al rilancio che auspichiamo per il 2021".

Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) ha invece parlato di "mancanza di leadership. Su alcuni articoli ho persino votato a favore, soprattutto in materia di Cultura e Salute, perché di assoluto buon senso, benché minimali e marginali rispetto le grandi sfide. Nel complesso, però, l'impressione è quella che si sia rimasti paralizzati: la norma è passiva e senza alcuna forma di strategia, se non il messaggio che da Roma non arrivano abbastanza soldi. La cosa peggiore è il non decidere e, perciò, il mio voto sarà contrario non sui contenuti, ma su strategia e metodo".

Mauro Di Bert (Progetto Fvg/Ar) si è invece detto convinto che "se l'Amministrazione regionale avesse osato di più, ci sarebbe stata imputata un'assenza di cautela. Vedo oculatezza e preannuncio un voto favorevole. Io stesso non sarei in grado di quantificare cosa potrà accadere in autunno e, in assenza di certezza sulle entrate e in presenza di mancate entrate, ragiono come l'uomo della strada che opera con la coscienza del buon padre di famiglia". Anche il collega Giuseppe Sibau si è detto "sicuro al 110% che, se avessimo osato, la risposta sarebbe stata un'accusa di irresponsabilità".

Il rappresentante dem Diego Moretti ha evidenziato "una strategia legittima e chiara, ma che non condividiamo: quella di attendere per vedere cosa succede. C'era poco materiale su cui discutere ed è stato scelto di non affrontare Defr regionale e scenari di prospettiva. Dal punto di vista dei contenuti è un ddl che pare una Omnibus". Massimo Moretuzzo (Patto per l'Autonomia) ha segnalato la presenza "di un convitato di pietra: lo Stato. Esiste una trattativa in corso ma, entro fine mese, dovrebbe definirsi. Prefiguro uno scenario nel quale potremo fare la voce abbastanza alta per forzare la mano e accelerare i tempi. Altrimenti, rischiamo di arrivare tardi".

Il pentastellato Cristian Sergo (M5S) ha suggerito che "mancano 109 milioni di euro rispetto l'assestamento del 2019. Dobbiamo prevedere una discussione sull'utilizzo dell'avanzo per un un ddl da pochissimi commi e movimenti tabellari a costo zero che non hanno nulla di strategico". Tiziano Centis (Cittadini) ha parlato di "normale manutenzione, mentre si rimane in attesa indicazioni dal Governo centrale per interventi reali e forti da mettere in campo da parte della Regione. Tutti speriamo che arrivino contributi concreti, ma mi aspettavo che i 98 milioni venissero messi subito a disposizione per le necessità e i bisogni di cittadini e imprenditori".

L'ultimo intervento è stato quello del leghista Mauro Bordin che ha evidenziato come "ancora non conosciamo la linea di intervento e di supporto che il Governo intende dare al Fvg e alle Regioni a statuto speciale. Finora, non è arrivato niente ed è giusto tenere un atteggiamento prudente: se ci saranno i fondi, siamo pronti a integrarli. Intanto, facciamo squadra per far sentire le nostre voci a chi di dovere".

L'assessore Zilli, in sede di replica conclusiva, ha parlato di "terreno instabile, anche per le difficili trattative con il Governo. Le Regioni sono state il grande assente dell'agenda politica. Soprattutto quelle che, invece, generano il Pil nazionale e da dove bisogna partire per costruire una reale strategia. Non posso proporre l'impiego dei 98 milioni quando c'è ancora una trattativa in corso, e non certo al ribasso, per coprire il buco. Solo gli stolti gli avrebbero utilizzati, perché siamo disarmati. La prudenza, però, non è frutto di paura. Qualcuno parla di 450 milioni - ha concluso - ma per noi la cifra non è corretta e richiede una revisione dei patti finanziari. Eventualmente, entro fine anno faremo un altro mini assestamento". ACON/DB-fc



l'assessore regionale alle Finanze, Barbara Zilli