Gelato: ok II Comm a pdl 43 promozione e tutela prodotto di qualità
(ACON) Trieste, 14 lug - La II Commissione consiliare,
presieduta da Alberto Budai (Lega) e riunita in presenza oggi a
Trieste nell'Aula consiliare, ha espresso parere favorevole a
maggioranza (astenuti i rappresentanti di Pd e Patto per
l'Autonomia) alla proposta di legge 43 sul tema della promozione
e della tutela del gelato artigianale di qualità in Friuli
Venezia Giulia.
Il documento derivava da un'iniziativa del Gruppo consiliare
della Lega con Maddalena Spagnolo prima firmataria, affiancata
dai colleghi Mauro Bordin, Stefano Mazzolini, Antonio Calligaris,
Diego Bernardis, Luca Boschetti, Alberto Budai, Giuseppe
Ghersinich, Antonio Lippolis, Elia Miani, Ivo Moras, Simone
Polesello, Alfonso Singh, Danilo Slokar, Lorenzo Tosolini e
Stefano Turchet. A completare l'elenco dei sottoscrittori, anche
Leonardo Barberio in rappresentanza di Fratelli d'Italia.
Il pronunciamento è arrivato dopo gli interventi dei consiglieri
Chiara Da Giau e Sergio Bolzonello (Pd), Cristian Sergo (M5S) e
il leghista Singh. Relatori per l'Aula saranno Spagnolo
(Maggioranza) e Da Giau (Minoranza).
Il provvedimento, presentato il 13 marzo 2019 e modificato strada
facendo alla luce delle precedenti audizioni e delle discussioni
sviluppatesi nell'emiciclo di piazza Oberdan, è volto "a
stabilire un sistema di regole per valorizzare la produzione del
gelato di qualità e togliere ogni ambiguità di tipo commerciale
tra lavorazioni artigianali e industriali".
Si tratta perciò di un testo normativo "volto alla tutela dei
consumatori, alla definizione dei criteri di accesso alla
produzione del gelato artigianale, all'individuazione dei
principi alla base del Disciplinare di produzione, alla
valorizzazione delle imprese produttrici mediante apposito
contrassegno regionale e, infine, ulteriori sviluppi in termini
di filiera".
Attraverso i suoi tre titoli, suddivisi in otto articoli
complessivi, la pdl 43 "nasce dalla volontà di tutelare gli
artigiani, il consumatore e ovviamente il prodotto, affinché sia
caratteristico e risponda alle tipicità del territorio.
L'obiettivo - ha precisato Spagnolo in sede di presentazione - è
quello di fornire strumenti e facoltà al comparto. Si punta molto
sulla caratterizzazione delle metodologie, ma anche sulla
formazione degli operatori".
Tra le finalità sono state evidenziate "la valorizzazione dei
processi di produzione, la creazione di reti con i produttori di
materie prime regionali e la tutela del consumatore con
particolare riguardo all'informazione relativa alle
caratteristiche organolettiche e alla qualità igienica e
alimentare offerta".
Come Gelato artigianale regionale di qualità viene perciò
indicato "un prodotto ottenuto con l'utilizzo di materie prime
per almeno il 50% di provenienza regionale, sulla base dei metodi
e dei processi indicati dal Disciplinare di produzione", mentre
una Gelateria artigianale regionale di qualità è costituita
"dall'impresa in cui si svolgono le attività di produzione e
commercializzazione", dando particolare risalto anche alla
selezione delle materie prime e all'innovazione.
Spagnolo ha anche ricordato la piena apertura nei confronti delle
filiere bio e la diversificazione tra prodotti a base di latte e
quelli a base di frutta o verdura. "Si tratta - ha detto - di uno
strumento pensato su richiesta di una categoria che sente
l'esigenza di qualificarsi sul mercato, senza però voler imporre
alcun tipo di obbligo". Il riferimento, in tal senso, è relativo
all'istituzione di un Registro regionale della Gelateria
artigianale regionale di qualità, al quale accedere su base
volontaria e previo alcuni requisiti di base come la
frequentazione di corsi suddivisi tra quelli di aggiornamento,
brevi e completi.
In sede di dibattito sugli emendamenti (cinque quelli ritirati,
tutti approvati quelli depositati alla vigilia per modificare gli
articoli dal 2 al 6), la discussione dei consiglieri si è
sviluppata soprattutto in seguito alle perplessità avanzate dai
rappresentanti del Pd. "Il gelato, a differenza di altri prodotti
come il frico, difficilmente viene associato al Fvg. Inoltre - ha
sottolineato Da Giau - esiste già il marchio collettivo
Agricoltura qualità ambiente Fvg. Chi farà i controlli? Chi si
occuperà della formazione?". Il collega Bolzonello, anticipando
l'astensione al momento del voto, ha invece lamentato il fatto
"che stiamo mettendo una legge nelle mani della Giunta con
decisioni delegate totalmente all'Esecutivo. Sembra quasi un ddl
e noi siamo qui a firmare una cambiale in bianco".
Anche il pentastellato Sergo ha ricordato l'utilità "del
preesistente marchio A-Qua Fvg", suggerendo alcuni correttivi e
auspicando "la possibilità per il futuro di porre sui prodotti
del territorio il marchio qualificante della Regione Fvg, come
già accade altrove".
Rispondendo ai numerosi quesiti, Spagnolo ha infine sottolineato
che "saranno la Regione e le associazioni di categoria a
stabilire l'applicazione della legge in ogni suo preciso
dettaglio. Ricordo, in tal senso, l'importanza del tavolo tecnico
permanente in grado di definire criteri e parametri".
ACON/DB-fc