Ambiente: Sergo (M5S), sotto silenzio frana depuratore San Daniele
(ACON) Trieste, 29 set - "Sono recentemente circolate sui
social media alcune immagini sconcertanti legate a una frana
avvenuta nel depuratore di San Daniele del Friuli, collocato in
località Villanova. La struttura era stata oggetto di recenti
lavori per quasi tre milioni di euro, come ebbero modo di
apprezzare a un anno dalla consegna i vertici del Cafc, il
sindaco Pietro Valent e il consigliere regionale Leonardo
Barberio nel corso di un sopralluogo all'impianto avvenuto nel
marzo 2019".
Lo afferma in una nota il consigliere regionale del Movimento 5
Stelle, Cristian Sergo, ricordando che "nella nota diramata dopo
quel sopralluogo si disse che l'impianto garantiva zero impatto
ambientale, modernissima sezione per la disinfezione finale,
recupero dell'energia con risparmi notevoli, tecnologie
ecologicamente sostenibili, telecontrollo e supervisione
continua, benefici a vantaggio della collettività e
dell'ambiente. La struttura, dove confluiscono sia i reflui
urbani sia gli scarichi industriali derivanti dalla maggior parte
dei prosciuttifici presenti, ha come percettore dei reflui il
fiume Tagliamento che tutti noi vorremmo tutelare".
"Ora, a distanza di oltre dodici ore dalla pubblicazione delle
foto, ci chiediamo come mai nessuna autorità, né tantomeno il
gestore, si sia mossa per dire una sola parola su quanto
avvenuto. Dalle immagini - continua l'esponente pentastellato -
si notano smottamenti di gran parte del terreno che circonda le
vasche di depurazione. In alcune di esse si notano anche liquidi
sui terreni ma ovviamente, non potendo entrare nella proprietà,
non possiamo sapere quali siano i danni provocati alle opere e
all'ambiente a seguito di quella che pare essere a tutti gli
effetti una frana, nonostante le indagini geotecniche sul sedime
effettuate e i calcoli strutturali eseguiti".
"Ci chiediamo altresì quando sia successo il tutto e come mai si
sia voluto tacere su un evento tanto evidente quanto importante.
Come spesso accade in questa regione, se non si dice vuol dire
che non è mai successo e, quindi, va tutto bene. Più grave -
conclude Sergo - sarebbe se il telecontrollo e la supervisione
continua ancora non avessero informato la sala operativa di
Udine. Questa, però, è un'ipotesi che ci sentiamo di scartare.
L'unica certezza è che, a giudicare dalle immagini, serviranno
ulteriori soldi pubblici per sistemare quanto avvenuto nella
speranza che l'impianto continui a garantire il suo funzionamento
e la depurazione delle acque e che, in presenza di errori,
qualcuno se ne assuma le responsabilità".
ACON/COM/db