Migranti: Da Giau (Pd), nuovi decreti sicurezza gestiranno problemi
(ACON) Trieste, 6 ott - "Con il superamento dei decreti
sicurezza di Matteo Salvini e dei loro aspetti di
incostituzionalità, la politica si riappropria del suo ruolo che
è quello di gestire i problemi e non di allontanarli dalla vista,
facendo solo credere di averli risolti".
Lo afferma in una nota la consigliera regionale del Pd, Chiara Da
Giau, componente della VI Commissione consiliare Immigrazione,
commentando "il varo del decreto del Consiglio dei ministri che
modifica alcuni punti dei decreti sicurezza voluti da Salvini
quando era ministro dell'Interno".
"Il rafforzamento dei ruoli delle commissioni territoriali e la
previsione del loro aumento fino a cinque nelle zone di frontiera
o di transito - prosegue la rappresentante dem - sono positivi
per il Friuli Venezia Giulia. Confidiamo che tale previsione,
garantendo un più rapido esame delle situazioni secondo criteri
rinnovati, ponga termine ai respingimenti informali che, pur
conseguenti ad accordi tra Italia e Slovenia, ci rendono
evidentemente corresponsabili delle violazioni dei diritti umani
che si perpetuano nei Paesi dove i migranti vengono ricacciati".
"Le modifiche del Governo riportano le azioni in materia di
immigrazione nell'alveo della Costituzione e del rispetto delle
leggi e dei diritti umani. Accoglienza e integrazione - evidenzia
Da Giau - ritornano a essere centrali. È il segnale di una classe
politica capace di leggere il presente e guardare al futuro,
oltre all'emergenza, comprendendo quanto le dinamiche migratorie
siano ormai elemento strutturale imprescindibile. Una classe
politica che rinuncia a propaganda e facile consenso, tenendo
invece come punto fermo la difesa dei diritti e dei doveri, sia
di chi arriva che di chi ospita".
"Nel nuovo decreto - conclude la nota - sono chiari i segnali per
chi trasgredisce e commette reati, ma anche il ripristino
dell'iscrizione all'anagrafe per i richiedenti asilo, la
riduzione dei tempi di trattenimento nei Cpr e la facoltà di
rivolgersi al garante delle persone private della libertà, la
previsione delle attività per la formazione e l'integrazione.
Eravamo e siamo convinti che questi interventi, e il ritorno a un
sistema diffuso di accoglienza, siano gli strumenti migliori per
garantire la sicurezza di tutti coloro che risiedono sul
territorio regionale".
ACON/COM/db