Friulano: Moretuzzo (Patto), Regione legittima scuole a non insegnarlo
(ACON) Trieste, 7 ott - "La Regione legittima le scuole a non
insegnare la lingua friulana, violando apertamente le normative
statale e regionale sulla tutela che prevedono l'uso,
l'insegnamento e l'apprendimento del friulano nel percorso
educativo. Siamo di fronte a un fatto gravissimo, che lede il
diritto dei cittadini friulani".
La denuncia è in una nota del capogruppo del Patto per
l'Autonomia in Consiglio regionale, Massimo Moretuzzo, che
annuncia la presentazione di una interrogazione "per fare
chiarezza su una vicenda che ha dell'incredibile".
"Il servizio Istruzione della Regione, con una circolare
indirizzata alle scuole dell'infanzia e primaria statali e
paritarie situate nei comuni di tutela della lingua friulana - fa
sapere Moretuzzo -, le invita a comunicare l'intenzione di
avviare o meno le attività di insegnamento della lingua friulana
nel corso dell'anno scolastico 2020/2021 per evitare di dover
restituire l'acconto per il finanziamento delle attività
didattiche, presumendo che gli istituti possano decidere
liberamente se insegnare o meno il friulano".
Per l'esponente di Opposizione "è un atto incomprensibile, perché
viola la legge. Le scuole, infatti, sono tenute a svolgere
attività didattica in lingua friulana quando le famiglie ne fanno
richiesta per i loro figli e sono, ogni anno, circa 38mila.
L'insegnamento della lingua friulana è previsto dall'artICOLO 4
della legge statale 482/99 in materia di tutela delle minoranze
linguistiche storiche, che dà attuazione all'artICOLO 6 della
Costituzione italiana, confermato dalla legge regionale 29/2007
per la tutela, valorizzazione e promozione della lingua friulana,
che ne disciplina l'applicazione con un regolamento attuativo".
"Perciò - ribadisce Moretuzzo - gli istituti sono obbligati a
garantire l'insegnamento della lingua friulana agli alunni delle
scuole dell'infanzia, primarie e secondarie di primo grado. Non
sono previste deroghe. Non è possibile che la Regione legittimi a
non dare attuazione alla normativa vigente".
"Quanto accaduto è un pessimo segnale sullo stato di salute del
sistema scolastico regionale, che si priva di un elemento
costitutivo e qualificante del percorso educativo, poiché
l'insegnamento della lingua friulana garantisce a bambini e
ragazzi tutti i vantaggi di un'educazione plurilingue e di una
formazione che conduce alla creazione di una cittadinanza europea
attiva e consapevole - conclude il capogruppo del Patto per
l'Autonomia -. Non bastava Covid-19, con la conseguente chiusura
delle scuole, a privare gli studenti dell'offerta didattica di e
in friulano, ora ci si è messa anche l'amministrazione
regionale".
"Non vorremmo che dietro a questa azione - chiosa il consigliere
- ci fosse la volontà di spostare ad altri capitoli le risorse
destinate al friulano. Nell'interrogazione chiederemo anche conto
del futuro dei contributi stanziati dalla Regione per questa
finalità e che non saranno utilizzati: è inconcepibile vengano
destinati a progettualità di altro tipo".
ACON/COM/rcm