Infrastrutture: Nicoli (FI), autonomia Fvg rischia se governance Stato
(ACON) Trieste, 16 ott - "Vorrei appellarmi a tutti gli
amministratori e, lo preciso, non soltanto a quelli dell'Isontino
e del Monfalconese: le pericolose manovre che si profilano
all'orizzonte, tese a depotenziare l'autonomia e la specialità
della Regione Friuli Venezia Giulia, devono essere respinte".
Lo auspica in una nota il capogruppo di Forza Italia in Consiglio
regionale, Giuseppe Nicoli, riferendosi alla gestione delle
infrastrutture portuali, ferroviarie e stradali regionali.
Il suo intervento prende spunto "dall'approvazione della fusione
tra i Consorzi di sviluppo economico di Gorizia e Monfalcone.
Un'operazione strategica - osserva il rappresentante forzista -
che, se gestita al meglio, può mettere a sistema il comparto
produttivo, logistico e portuale del Monfalconese e rilanciare
quello del Goriziano in profonda crisi, a patto di investimenti
sulle infrastrutture ferroviarie e stradali a servizio del porto
di Monfalcone e dell'autoporto di Gorizia".
La preoccupazione di Nicoli, tuttavia, è legata "ai passaggi
successivi alla fusione. Facciamo attenzione: il Coselag, o ciò
che rimane del Consorzio triestino che di fatto comprende la ex
Ezit, potrebbe finire nella stessa compagine. Si creerebbe di
fatto un unico Consorzio per lo sviluppo economico della Venezia
Giulia che, con tutta probabilità, finirebbe sotto l'egida
dell'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico orientale.
Si tratterebbe di un'operazione di acquisizione simile a quella
perfezionata con la Camera di commercio della Venezia Giulia
acquisendo, magari al ribasso, l'Azienda speciale del porto di
Monfalcone, comprensiva di aree e personale".
Qui, secondo l'esponente di Forza Italia, risiede il nodo della
questione: "Il timore è che vengano depotenziate l'autonomia e la
specialità della Regione, delegando ad altri Enti dello Stato,
come l'Autorità di sistema, le scelte strategiche in tema di
geopolitica, economia di sviluppo e crescita occupazionale,
cedendo le infrastrutture (oltre ai porti, anche retroporti e
aree industriali) e i consorzi. In poche parole, le nostre enormi
potenzialità. Ciò anche alla luce del recente protagonismo
dell'Autorità di sistema, prima con i poco chiari accordi sulla
Via della seta cinese, poi con l'acquisizione tedesca della
maggioranza di Piattaforma logistica Trieste".
"È chiaro - continua Nicoli - che devono essere apportate le
dovute modifiche alla riforma dei porti Delrio che, di fatto, ha
escluso i Comuni che non sono sede di Autorità di sistema dai
relativi Comitati di gestione (si veda, per esempio, il caso
Monfalcone). Ma non c'è solo questo. La Regione Fvg, infatti, non
può delegare il futuro sviluppo delle infrastrutture, bensì deve
far valere, anche in un'ottica di macroregione con il Veneto,
l'invidiabile posizione geografica nel cuore di quell'Europa
delle Regioni che noi da tempo auspichiamo".
"Ci sono numerosi ambiti da governare e molti progetti da
sviluppare, come la rivisitazione dell'Idrovia litoranea veneta,
per collegare la pianura produttiva con l'Alto Adriatico, anche
con riscoperte finalità storico turistiche. Porti, aeroporto e
ferrovie - conclude la nota - siano priorità operativa della
Regione che, a pieno titolo, potrebbe creare un soggetto ad hoc,
chiamandolo per esempio Logistica Fvg, per gestire le aree
produttive e garantire nuove entrate alla comunità regionale".
ACON/COM/db