Finanza locale: Roberti in V Comm, con ddl 112 più autonomia a Comuni
(ACON) Trieste, 21 ott - La V Commissione consiliare,
presieduta da Diego Bernardis (Lega) e riunitasi in presenza a
Trieste nella sede del Consiglio regionale, ha approvato a
maggioranza il disegno di legge 112 di modifica alle disposizioni
di coordinamento della finanza locale contenute nella legge
regionale 18/2015 che, a sua volta, interviene sulle Lr 19/2013,
9/2009 e 26/2014 concernenti gli enti locali, presentato
dall'assessore della Giunta Fedriga, Pierpaolo Roberti.
Voti favorevoli sono giunti da tutto il Centrodestra, mentre Pd,
M5S, Cittadini e Open Sinistra Fvg si sono astenuti, nessuno
contrario. Lorenzo Tosolini (Lega) e Mauro Di Bert (Progetto
Fvg/Ar) saranno relatori di maggioranza per l'Aula; Francesco
Russo (Pd), Mauro Capozzella (M5S) e Furio Honsell (Open Fvg) lo
saranno di minoranza.
Illustrandone i contenuti, il referente regionale alle Autonomie
locali ha affermato che si tratta di un provvedimento molto
tecnico, conseguente agli accordi Stato-Regione sottoscritti dal
ministro Tria e dal governatore Fedriga, nei quali è stato
inserito il concetto di sistema integrato (Regione, enti locali
situati sul suo territorio, rispettivi enti strumentali e
organismi interni) che concede maggiore autonomia, ma
contemporaneamente anche maggiori responsabilità, alla Regione.
Ecco che si declinano con precisione le modalità con cui
l'Amministrazione Fvg definisce e governa la parte degli enti
locali del sistema integrato e si interviene sul settore del
coordinamento della finanza locale, con particolare riguardo agli
obblighi di finanza pubblica.
"L'obiettivo - così ancora Roberti - è razionalizzare l'uso delle
risorse pubbliche e favorire la sana gestione
economico-finanziaria degli enti locali. La Regione è tenuta ad
assicurare a quest'ultimi un livello di risorse adeguato da cui
deriva, però, la necessità di verificare, in attuazione dei
principi costituzionali di finanza pubblica, se e come quelle
risorse vengono spese e i risultati che sono stati conseguiti".
In particolare, sono stati posti dei vincoli alla spesa di
personale e ai costi per ammortamento di mutui e prestiti, con
l'introduzione del principio di sostenibilità della spesa
pubblica al posto del principio di contenimento; la differenza è
che non si deve più guardare lo storico, ma bisogna capire se il
singolo Comune è in grado di sostenere la spesa.
"In relazione al costo correlato all'indebitamento - ha spiegato
l'assessore - la finalità è consentire agli enti locali la
contrazione di debito per finanziare le opere pubbliche e quindi
non impedire in assoluto l'assunzione di mutui. Ma tale
possibilità è strettamente correlata alla capacità dell'ente di
sostenere il costo correlato alla restituzione del debito, costo
che travalica l'annualità e quindi si trasforma in un vincolo
pluriennale per la collettività. Per quanto riguarda, invece, il
contenimento della spesa del personale, l'obiettivo da
raggiungere è consentire maggiore autonomia agli enti, ma
assegnando loro una maggiore responsabilità nella gestione delle
risorse per rendere quella spesa sostenibile".
Per definire la sostenibilità del debito e della spesa del
personale sono individuati degli indicatori e, con delibera di
Giunta regionale, per ogni indicatore saranno definiti dei valori
soglia (percentuali) differenziati per classe demografica. "Il
rinvio ad atto amministrativo - ha detto Roberti - è perché in
tal modo, in fase di prima applicazione, si potrà capire quali
sono effettivamente i risultati ottenuti. Quindi non avere quelle
soglie in legge, ma averle in delibera di Giunta, permetterà di
fare successive modifiche per capire come rimodulare tali misure".
"Il ruolo assunto dalla Regione quale garante della tenuta
dell'intero sistema integrato, le impone - ha sottolineato
l'assessore - di prevedere anche un regime sanzionatorio per gli
enti che non rispettano un percorso che conduca alla
sostenibilità delle spese maggiormente rigide".
Ulteriori modifiche consistono nell'aver abrogato le disposizioni
che prevedevano in origine misure premiali e sanzionatorie da
applicare agli enti locali i cui bilanci fossero collocati in
determinate categorie; nel rinvio alla potestà regolamentare
della Giunta della definizione delle categorie in cui i bilanci
degli enti locali sono collocati; nella semplificazione delle
procedure per quanto riguarda il monitoraggio della finanza
pubblica locale e nell'avere attribuito alla Giunta regionale la
facoltà di definire specifici ambiti di monitoraggio che si
rendessero necessari; nelle modalità per l'applicazione delle
sanzioni in caso di mancato rispetto degli obiettivi posti a
carico degli enti locali prima dell'entrata in vigore del nuovo
regime previsto dal ddl 112.
In fase di dibattito, da parte del consigliere Honsell c'era
stata la richiesta di chiarimenti sul principio di autonomia e
sul principio della soglia, che non deve andare a scapito della
concertazione, mentre Capozzella si è soffermato sul principio
dell'equilibrio di bilancio e sulla responsabilità dei sindaci.
Franco Iacop (Pd) aveva sostenuto che in realtà si tratta di una
norma quadro, "per questo chiediamo che si trovino meccanismi di
partecipazione del Consiglio regionale, tramite la Commissione
competente per materia, quantomeno su due punti del ddl: gli
obblighi di finanza pubblica degli enti locali e l'attività di
monitoraggio dei conti pubblici". Il collega Russo aveva parlato
in termini di enti locali come anello debole rispetto alla
Regione, preoccupandosi dei valori soglia e della definizione di
alcuni vincoli più precisi.
Tiziano Centis (Citt) aveva fatto presente che molti Comuni
hanno, per varie ragioni, soldi fermi in cassa e chiedono
proroghe per riuscire a far partire le opere pubbliche; spera che
la Regione non vada a penalizzare queste realtà rispetto a quelle
che hanno disponibilità maggiori.
Da ultimi, Di Bert aveva parlato in termini di "norma di
importanza storica, anche se solo gli addetti ai lavori possono
comprenderne la portata" e Tosolini aveva concordato con lui che
"è una norma di respiro per gli amministratori locali; è il
proseguimento di un iter che va verso l'autonomia dei Comuni
nella gestione delle risorse proprie".
ACON/RCM-fc