News


Finanza locale: Roberti in V Comm, con ddl 112 più autonomia a Comuni

21.10.2020
17:48
(ACON) Trieste, 21 ott - La V Commissione consiliare, presieduta da Diego Bernardis (Lega) e riunitasi in presenza a Trieste nella sede del Consiglio regionale, ha approvato a maggioranza il disegno di legge 112 di modifica alle disposizioni di coordinamento della finanza locale contenute nella legge regionale 18/2015 che, a sua volta, interviene sulle Lr 19/2013, 9/2009 e 26/2014 concernenti gli enti locali, presentato dall'assessore della Giunta Fedriga, Pierpaolo Roberti.

Voti favorevoli sono giunti da tutto il Centrodestra, mentre Pd, M5S, Cittadini e Open Sinistra Fvg si sono astenuti, nessuno contrario. Lorenzo Tosolini (Lega) e Mauro Di Bert (Progetto Fvg/Ar) saranno relatori di maggioranza per l'Aula; Francesco Russo (Pd), Mauro Capozzella (M5S) e Furio Honsell (Open Fvg) lo saranno di minoranza.

Illustrandone i contenuti, il referente regionale alle Autonomie locali ha affermato che si tratta di un provvedimento molto tecnico, conseguente agli accordi Stato-Regione sottoscritti dal ministro Tria e dal governatore Fedriga, nei quali è stato inserito il concetto di sistema integrato (Regione, enti locali situati sul suo territorio, rispettivi enti strumentali e organismi interni) che concede maggiore autonomia, ma contemporaneamente anche maggiori responsabilità, alla Regione.

Ecco che si declinano con precisione le modalità con cui l'Amministrazione Fvg definisce e governa la parte degli enti locali del sistema integrato e si interviene sul settore del coordinamento della finanza locale, con particolare riguardo agli obblighi di finanza pubblica.

"L'obiettivo - così ancora Roberti - è razionalizzare l'uso delle risorse pubbliche e favorire la sana gestione economico-finanziaria degli enti locali. La Regione è tenuta ad assicurare a quest'ultimi un livello di risorse adeguato da cui deriva, però, la necessità di verificare, in attuazione dei principi costituzionali di finanza pubblica, se e come quelle risorse vengono spese e i risultati che sono stati conseguiti".

In particolare, sono stati posti dei vincoli alla spesa di personale e ai costi per ammortamento di mutui e prestiti, con l'introduzione del principio di sostenibilità della spesa pubblica al posto del principio di contenimento; la differenza è che non si deve più guardare lo storico, ma bisogna capire se il singolo Comune è in grado di sostenere la spesa.

"In relazione al costo correlato all'indebitamento - ha spiegato l'assessore - la finalità è consentire agli enti locali la contrazione di debito per finanziare le opere pubbliche e quindi non impedire in assoluto l'assunzione di mutui. Ma tale possibilità è strettamente correlata alla capacità dell'ente di sostenere il costo correlato alla restituzione del debito, costo che travalica l'annualità e quindi si trasforma in un vincolo pluriennale per la collettività. Per quanto riguarda, invece, il contenimento della spesa del personale, l'obiettivo da raggiungere è consentire maggiore autonomia agli enti, ma assegnando loro una maggiore responsabilità nella gestione delle risorse per rendere quella spesa sostenibile".

Per definire la sostenibilità del debito e della spesa del personale sono individuati degli indicatori e, con delibera di Giunta regionale, per ogni indicatore saranno definiti dei valori soglia (percentuali) differenziati per classe demografica. "Il rinvio ad atto amministrativo - ha detto Roberti - è perché in tal modo, in fase di prima applicazione, si potrà capire quali sono effettivamente i risultati ottenuti. Quindi non avere quelle soglie in legge, ma averle in delibera di Giunta, permetterà di fare successive modifiche per capire come rimodulare tali misure".

"Il ruolo assunto dalla Regione quale garante della tenuta dell'intero sistema integrato, le impone - ha sottolineato l'assessore - di prevedere anche un regime sanzionatorio per gli enti che non rispettano un percorso che conduca alla sostenibilità delle spese maggiormente rigide".

Ulteriori modifiche consistono nell'aver abrogato le disposizioni che prevedevano in origine misure premiali e sanzionatorie da applicare agli enti locali i cui bilanci fossero collocati in determinate categorie; nel rinvio alla potestà regolamentare della Giunta della definizione delle categorie in cui i bilanci degli enti locali sono collocati; nella semplificazione delle procedure per quanto riguarda il monitoraggio della finanza pubblica locale e nell'avere attribuito alla Giunta regionale la facoltà di definire specifici ambiti di monitoraggio che si rendessero necessari; nelle modalità per l'applicazione delle sanzioni in caso di mancato rispetto degli obiettivi posti a carico degli enti locali prima dell'entrata in vigore del nuovo regime previsto dal ddl 112.

In fase di dibattito, da parte del consigliere Honsell c'era stata la richiesta di chiarimenti sul principio di autonomia e sul principio della soglia, che non deve andare a scapito della concertazione, mentre Capozzella si è soffermato sul principio dell'equilibrio di bilancio e sulla responsabilità dei sindaci.

Franco Iacop (Pd) aveva sostenuto che in realtà si tratta di una norma quadro, "per questo chiediamo che si trovino meccanismi di partecipazione del Consiglio regionale, tramite la Commissione competente per materia, quantomeno su due punti del ddl: gli obblighi di finanza pubblica degli enti locali e l'attività di monitoraggio dei conti pubblici". Il collega Russo aveva parlato in termini di enti locali come anello debole rispetto alla Regione, preoccupandosi dei valori soglia e della definizione di alcuni vincoli più precisi.

Tiziano Centis (Citt) aveva fatto presente che molti Comuni hanno, per varie ragioni, soldi fermi in cassa e chiedono proroghe per riuscire a far partire le opere pubbliche; spera che la Regione non vada a penalizzare queste realtà rispetto a quelle che hanno disponibilità maggiori.

Da ultimi, Di Bert aveva parlato in termini di "norma di importanza storica, anche se solo gli addetti ai lavori possono comprenderne la portata" e Tosolini aveva concordato con lui che "è una norma di respiro per gli amministratori locali; è il proseguimento di un iter che va verso l'autonomia dei Comuni nella gestione delle risorse proprie". ACON/RCM-fc



La V Commisione consiliare durante i lavori in Aula
Il presidente della V Commissione consiliare, Diego Bernardis e l'Assessore regionale Pierpaolo Roberti
La V Commissione consiliare riunitasi in presenza nella sede del Consiglio regionale
Il consigliere regionale della Lega, Lorenzo Tosolini