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Mozione Zanin: Maggioranza propone emendamento, Pd sceglie ritiro

28.10.2020
16:15
(ACON) Trieste, 28 ott - È stata ritirata dai proponenti la mozione 207 presentata da Franco Iacop (Pd), con la firma di tutti i colleghi del gruppo, attraverso la quale si chiedeva di avviare una verifica sulla completezza e regolarità di tutte le procedure, in primis della Giunta Elezioni, a garanzia assoluta del ruolo del presidente del Consiglio regionale e del corretto funzionamento del medesimo organo.

La decisione del Pd è giunta dopo che la Maggioranza aveva presentato un emendamento - sottoscritto dalla prima firmataria Mara Piccin, Giuseppe Nicoli (FI), Claudio Giacomelli (FdI), Mauro Di Bert (PrFvg/Ar), Mauro Bordin e Maddalena Spagnolo (Lega) - che faceva propri i contenuti dei verbali della Giunta Elezioni (riunioni del 28/1 e 14/10/2020), organo consiliare a cui spetta proporre all'Assemblea la contestazione della causa di ineleggibilità così come quella di incompatibilità, originaria o sopravvenuta, e prendeva atto che, a quanto riferito dal segretario generale del Cr, per il presidente dell'Aula, in relazione allo status di consigliere, non ricorrono cause di incompatibilità previste dalla lr 21/04 e che, in relazione a quelle di cui al dlgs 39/13, risulta agli atti che la presunta incompatibilità è stata rimossa dall'interessato.

Nel corso della discussione, era emerso che Piero Mauro Zanin aveva scelto di entrare in aspettativa dall'incarico di direttore generale dell'azienda Mtf di Lignano per evitare polemiche pretestuose alle quali, in ordine temporale, sono seguite minacce di stampo intimidatorio sotto forma di frasi ingiuriose apparse in più parti di Udine e dintorni.

Gli esponenti del Pd hanno ribadito la totale estraneità della loro iniziativa rispetto agli insulti rivolti al presidente dell'Assemblea Fvg, con Iacop che ha parlato di "azione volta a richiamare attenzione sui principi di chiarezza e trasparenza". Interventi anche per Roberto Cosolini ("dall'emendamento risulterebbe che la presunta incompatibilità è stata rimossa, quindi ci sarebbe potuta essere in precedenza ma a tutt'oggi non lo sappiamo"), Cristiano Shaurli ("nessun attacco politico, totale solidarietà a Zanin e alla sua famiglia") e Diego Moretti.

Dai 5 Stelle, in particolare Andrea Ussai e Ilaria Dal Zovo, conferma che la documentazione presentata dall'attuale presidente dell'Assemblea è stata esaustiva fin da subito e condivisione sui contenuti dell'emendamento ma non sul metodo: di conseguenza, l'annuncio - poi rivelatosi inutile - di non partecipare al voto. "Questa vicenda fa parte della sfera privata", ha sottolineato la capogruppo pentastellata, mentre per Ussai andrebbe comunque rivista la legge regionale su ineleggibilità e incompatibilità, recependo meglio la più recente normativa nazionale.

Legge da aggiornare anche per Di Bert (PrFvg/Ar) che ha però definito "non corretto" il mancato volo provocato dal ritiro della mozione. "In ogni caso - ha concluso - impossibile assicurare più certezze di quante contenute nella documentazione prodotta dagli uffici".

Sempre sul fronte Maggioranza, per Piccin "sembra quasi si sia voluto mettere in discussione l'operato della Giunta Elezioni, tentativo assurdo quanto ingiustificabile", per Nicoli "operazione strumentale con finalità esclusivamente politiche. È stato coinvolto l'uomo Zanin e non solo il suo ruolo di presidente del Consiglio. Una volta per tutte, ora è palese che non c'è alcuna incompatibilità rispetto a normative nazionali e tanto meno regionali. Da parte di nessun ente terzo sono stati avviati atti ufficiali nei suoi confronti ma questa situazione ha provocato ripercussioni che hanno coinvolto anche la famiglia"".

Infine, Alessandro Basso (FdI) ha evidenziato come "l'emendamento avrebbe riportato l'argomento nelle sedi opportune", concetto ripreso da Bordin per il quale "l'Aula del Consiglio regionale non deve trasformarsi in un'aula di tribunale". ACON/FC



Piero Mauro Zanin, presidente del Consiglio regionale fvg