Porti: Nicoli (FI), caso Monfalcone emblematico di svendita ruolo Fvg
(ACON) Trieste, 30 ott - "Le Istituzioni del Friuli Venezia
Giulia stanno assistendo passivamente a una svendita delle
infrastrutture più importanti, come le aree portuali di
Monfalcone, lasciando allo Stato ogni decisione. Regione Fvg e
Comuni devono, invece, avere voce in capitolo sulle scelte
strategiche per lo sviluppo di porti, ferrovie, strade e
aeroporto. In questo pericoloso gioco di delegare tutto a Roma,
infatti, c'è in ballo la nostra autonomia".
Lo afferma in una nota il capogruppo di Forza Italia in Consiglio
regionale, Giuseppe Nicoli, commentando "il trasferimento dei
beni dell'Azienda speciale per il porto di Monfalcone
all'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico orientale".
"Nello specifico, il valore di vendita di 15 milioni di euro ci
appare sottostimato. Tuttavia, avremmo potuto farci un'idea
migliore sui calcoli effettuati - continua l'esponente forzista -
se avessimo potuto visionare una perizia di stima per la
compravendita dei beni dell'Azienda. A tale riguardo, era stata
presentata anche un'interrogazione in Consiglio regionale.
Vorremmo capire anche le sorti del personale, considerando che la
stampa aveva annunciato l'assorbimento dei dipendenti
dell'Azienda speciale da parte dell'Autorità".
Nicoli rinnova, perciò, il suo appello al territorio regionale
affinché vengano respinte "le pericolose manovre, che si
profilano all'orizzonte, tese a depotenziare l'autonomia e la
specialità della Regione Fvg". Il riferimento è rivolto "non solo
all'acquisizione del porto monfalconese, ma anche al destino
della fusione tra i Consorzi di sviluppo economico di Gorizia e
Monfalcone (positiva, ma da monitorare) e alle scelte strategiche
sul porto di Trieste, tra le quali l'ingresso di Hhla in
Piattaforma logistica Trieste, gli accordi sulla Via della seta
cinese e, in generale, tutte le questioni che vedono come primo
decisore l'Autorità di sistema portuale. Ciò significa
accentramento delle decisioni e non certo quell'autonomia
regionale che dovrebbe vedere il Fvg protagonista del futuro del
suo territorio e dell'Europa delle Regioni".
"Il problema è come è stato pensato il sistema con la riforma
Delrio, che ha consegnato le nostre infrastrutture portuali nelle
mani dell'Autorità: dobbiamo modificarla, per dare a Regione Fvg
e Comuni - puntualizza il rappresentante di Forza Italia - il
ruolo di protagonisti che spetta loro, tanto nella pianificazione
urbanistica del territorio quanto delle scelte sulle nostre
infrastrutture".
"Mettere a sistema gli scali portuali della regione è di primaria
importanza e non sempre la concorrenza o la competizione
intestina sono funzionali alla crescita del territorio. Ciò si
sta profilando tra molo VII e VIII a Trieste, mentre lo scalo di
Monfalcone sta morendo: tutto per la gioia di Capodistria.
Continuiamo ad assistere al mancato completamento del molo VII,
ma anche ai ritardi sull'approfondimento del canale di accesso al
porto di Monfalcone. Ritardi imperdonabili che testimoniano -
osserva ancora il consigliere Nicoli - come la musica non sia
cambiata anche dopo la creazione dell'Autorità, poiché
l'organismo sembra curare unicamente operazioni geopolitiche ed
economiche, invece di far decollare le opere".
"Inoltre, se Trieste dev'essere portata all'attenzione mondiale
come eccellenza per poi essere messa in vendita al miglior
offerente con dubbi riguardo i vantaggi per il territorio, non
perseguiamo sicuramente una politica a favore dei nostri figli.
Questo, a Roma, dobbiamo farlo capire. Intanto, è necessario -
conclude Nicoli - che la Regione Fvg faccia partire con la sua
regia un tavolo permanente con Rfi, sindaci e Autorità di
sistema. Non possiamo svenderci a tedeschi, ungheresi o cinesi,
ma dobbiamo invece essere noi a pianificare uno sviluppo
sostenibile del territorio".
ACON/COM/db