Agricoltura: II Comm, unanime preoccupazione per futuro Consorzio Fvg
(ACON) Trieste, 18 nov - Alto l'interesse e alta l'attenzione
su cosa si stia prospettando per il futuro del Consorzio agrario
del Friuli Venezia Giulia (CaFvg) che Coldiretti vorrebbe
entrasse a far parte di un progetto consortile nazionale volto al
potenziamento delle sue capacità di acquisto, di vendita e di
filiera. Le ombre, però, sono ancora così tante, rispetto ai
pochi dati ricevuti, che per il momento Consiglio di
amministrazione e assemblea dei soci rimangono in stand by e non
senza una certa preoccupazione.
Si potrebbe riassumere così l'audizione che il presidente del
CaFvg, Fabio Benedetti, la direttrice generale Elsa Bigai e il
consigliere di amministrazione Claudio Cressati hanno avuto con
la II Commissione consiliare presieduta da Alberto Budai (Lega) e
a cui ha preso parte anche l'assessore regionale alle Risorse
agroalimentari, Stefano Zannier.
Trentadue filiali sul territorio, circa 230 dipendenti più
l'indotto, oltre 2.200 soci con Coldiretti maggioritario e
Confagricoltura minoritario, in attività da 101 anni, il
fatturato 2019 che ha chiuso a quasi 130 milioni di euro e 22
quelli del patrimonio netto: questi i numeri che fanno della
società cooperativa che ha sede a Basiliano una realtà
economico-sociale tra le protagoniste del settore agricolo
regionale, con interessi nei settori del vino e del latte, dove
vanta esempi di salvataggio di alcune aziende dal fallimento.
Importante anche la cooperazione con il Consorzio agrario di
Treviso e Belluno, finalizzata ad acquisti, progettualità e
investimenti sulla tecnologia in comune.
'Ciò che ci è stato chiesto - ha reso noto il presidente
Benedetti - è di cedere il patrimonio e tutti i rami d'azienda
della struttura, che sarebbero così controllati da due diverse
società a carattere nazionale. A noi capire come potrebbe essere
mantenuto il collegamento con il territorio. Oggi si parla di
entrare a far parte del primo step che vede interessati 4
consorzi che vanno da Bologna verso il Sud Italia; probabilmente
altri consorzi saranno coinvolti, ma al momento non c'è dato
sapere che tipo di scelte saranno fatte. Mancano Piani aziendali,
patti parasociali e organi di controllo dell'attività che si
verrà a creare'.
'Le economie di scala servono, così come poter investire su
elementi unificanti che apportino valore', ha poi puntualizzato
la direttrice Bigai, facendo presente che il progetto di
Coldiretti 'è stato presentato negli obiettivi strategici del
consorzio il 15 settembre scorso come ricerca di prospettiva per
gli agricoltori, finalità lodevole ma in realtà non si tratta di
una proposta di collaborazione bensì ci viene chiesto di
conferire l'azienda in altre realtà. Dunque resteranno cda e soci
del CaFvg, però se ne dovrà modificare lo statuto perché
l'attività non sarà più quella di gestire direttamente le cose,
ma farlo per tramite'.
'La prima informativa, il cda l'ha ricevuta a fine ottobre', ha
quindi specificato Cressati, che ha parlato di perplessità
iniziale tramutata in 'contrarietà di conferire tutte le attività
del Consorzio a due società. A seguito di questa operazione,
dall'idea che ci siamo fatti è che del CaFvg resterebbe un guscio
vuoto, ovvero un soggetto che detiene alcune quote societarie ma
tutto il patrimonio che in 100 anni è stato costruito passerebbe
alle nuove realtà sovraordinate. Tutte le scelte sarebbero
spostate altrove e il CaFvg resterebbe solo sulla carta, senza
poter decidere autonomamente la ripartizione degli utili
piuttosto che la nomina dei vertici della struttura'.
'Da un punto di vista prettamente amministrativo, l'operazione
esula dalla competenza della Regione, invece è importante
conoscere la posizione del Consiglio regionale perché la valenza
del Consorzio di Basiliano non è prettamente legata a una società
ma a quello che è un servizio che genera e coinvolge l'intero
comparto agricolo del Fvg', è stato il primo commento
dell'assessore Zannier.
'C'è una evidente forzatura esterna del progetto che lo fa
rigettare, però bisogna essere pragmatici e responsabili - ha
invece esordito Sergio Bolzonello (Pd) -. Si intravvede una
opportunità straordinaria per tutti tramite CaFvg, ma
l'operazione deve essere guidata da un team della cooperativa e
della Regione insieme, non da interessi di paese'.
'Non è il tempo di discutere di patti parasociali - ha aggiunto
Cristiano Shaurli (Pd) - mentre vanno chieste garanzie sulla
governance, sulle sedi sociali e fiscali dato che si parla di un
piatto da 130 milioni di euro e 230 dipendenti. Va messo in campo
un progetto alternativo che parta dalle capacità e dai numeri che
il CaFvg ha oggi, perché non possiamo parlare in termini di
provincialismo'.
'Dire che la Regione non può intervenire all'interno di una
società privata è errato - ha invece affermato Enzo Marsilio (Pd)
- perché quei soci sono gli stessi che poi le chiedono contributi
quando vi sono situazioni di criticità. Allora, però, devono
accettare che la Regione entri nel merito dell'operazione, pure
forzando la mano, perché deve essere considerata quale progetto
agroalimentare generale su cui deve poter mettere i suoi
paletti'.
Da Mauro Capozzella e Cristian Sergo (M5S) l'idea che serve 'un
progetto chiaro, che al momento manca, per poter valutare le
ricadute sul nostro territorio. La parola finale deve essere dei
soci. È un'operazione partita da lontano, che inizialmente doveva
portare alla fusione di 6 consorzi, ma se due di questi si sono
già defilati, un motivo ci sarà. È poi necessario capire cosa ne
sarà della realtà creata con il Consorzio di Treviso e Belluno
che già prevede economie di scale e con 35 dipendenti del CaFvg
confluiti in essa; quale il ruolo di Cassa depositi e prestiti,
visto che si è detta disponibile a offrire dei fondi per la
realizzazione del progetto; tra tanta fretta di decidere, serve
sapere se esiste un ultimatum'.
'Una iniziativa come Federconsorzi poteva essere ottima a cavallo
delle due guerre, ma l'esperienza non è finita bene. Sono
contrario a questa fusione, non c'è chiarezza, mi auguro che
ascolteremo anche Coldiretti e Confartigianato e raccoglieremo
tutti i dati possibili e utili ai nostri agricoltori', ha fatto
presente Leonardo Barberio (Lega), tra i richiedenti
dell'audizione odierna, che ha fatto una riflessione su come, 'a
quanto pare, i consorzi che non hanno problemi economici hanno
già rifiutato la proposta fatta anche al CaFvg. La regia
dell'operazione sia della Regione'.
Anche per Massimo Moretuzzo (Patto) 'mancano elementi tecnici per
valutare, ma va fatta una riflessione per capire come un intero
asset strategico del territorio possa passare di mano. Su questo
dobbiamo intervenire e mettere dei paletti, perché è un aspetto
legato allo sviluppo ma anche alla nostra autonomia. Pur vero che
la decisione finale spetta ai soci, confido ci sia un altro
passaggio in Consiglio regionale per parlare con una voce sola e
dire che siamo molto attenti a quanto sta succedendo'.
'I soci facciano le valutazioni tecniche, ma la politica le deve
fare sui riflessi socio-economici che l'operazione avrà per il
Fvg. Sentiamo anche Coldiretti e Confagricoltura', ha rimarcato
Emanuele Zanon (Progetto Fvg/Ar) che sull'argomento ha già
presentato un'interrogazione e ha ricordato che 'non sempre le
grandi aggregazioni hanno portato i risultai positivi che ci si
aspettava. Bisogna capire se, cambiando la governance della
società, si potrà continuare ad essere di aiuto per le aziende in
crisi. Bisogna pensare a progetti alternativi, non rischiare di
perdere il controllo di un settore importante per il Fvg'.
Di vero e proprio scippo hanno poi parlato Danilo Slokar e
Alfonso Singh (Lega), che hanno anche chiesto di fare attenzione
e di 'non cedere alla fretta che stanno imponendo al Consorzio
nel decidere. Guai a tornare ai tempi del crack di Federconsorzi,
siamo contrari alla fusione'.
Raccogliendo le sollecitazioni dei consiglieri, il presidente
Budai, nello spirito di intervenire per aiutare il comparto
agroalimentare regionale, si è detto disponibile a chiamare in
una prossima audizione Coldiretti e Confartigianato, mentre
Zannier ha suggerito 'un intervento dell'intero Consiglio
regionale, magari già nella seduta d'Aula della prossima
settimana visti i tempi ristretti, affinchè la politica possa
dare al comparto una risposta chiara, unanime e trasversale'.
ACON/RCM-fc