Covid: Zalukar (Misto), nuovi indicatori e strategie contro emergenza
(ACON) Trieste, 18 nov - "Buona parte del mondo scientifico
lamenta le carenze nel sistema dei 21 indicatori usati dal
Governo per scegliere l'intensità delle misure di contenimento
delle attività umane per rallentare la corsa del virus. Il
presidente dell'Istituto nazionale di Fisica nucleare (Infn),
Antonio Zoccoli, esorta il Governo a rendere disponibili i dati
alla comunità scientifica, perché dalle diverse aree di studio
possono arrivare suggerimenti utili e soluzioni efficaci".
Lo afferma in una nota il consigliere regionale Walter Zalukar
(Gruppo Misto), aggiungendo che "gli fa eco il presidente
dell'Accademia dei Lincei, Giorgio Parisi, che sottolinea l'ormai
scarsa affidabilità nel calcolo dell'indice Rt e invita a
prendere in considerazione altri indicatori".
"Se l'approccio dei 21 indicatori vuole essere scientifico,
quindi, la condivisione dei dati diventa un elemento
fondamentale, perché permette sia l'elaborazione di nuove idee
che verifiche indipendenti, come usuale in ambito scientifico. La
scarsa condivisione, unitamente all'opacità del metodo usato, si
presta invece a contestazioni scientifiche - prosegue Zalukar -
che poi si estendono alla politica, generando attriti
istituzionali tra Stato e Regioni. Se l'obiettivo è quello di
uscire velocemente dal picco epidemico con i minori danni
possibili, è perciò il caso di svelare i dati e di migliorare il
flusso informativo. Per perfezionare la qualità dei dati forse è
tardi, ma riconoscere il problema è il primo passo per
risolverlo".
"Pur non avendo una letalità allarmante come la Sars, l'approccio
alla lotta al Covid-19 - sottolinea Zalukar - ha privilegiato
quasi universalmente l'aspetto epidemiologico. Le agenzie
internazionali specializzate, come del resto le autorità
sanitarie nazionali, hanno dedicato i loro sforzi a non
sovraccaricare gli ospedali. Non stupisce pertanto che i 21
indicatori siano in larga misura epidemiologici e in via
residuale organizzativi. Questo approccio, tuttavia, ha due
principali lacune: in primo luogo è farraginoso, probabilmente
impreciso e quindi foriero di storture; in secondo luogo non è
prospettico e non considera gli effetti a medio-lungo termine".
"Rifacendosi ai rapporti delle già citate agenzie internazionali,
sarebbe perciò doveroso - suggerisce il consigliere del Gruppo
Misto - introdurre indicatori economici e sociali. Se una
situazione di crisi, generando instabilità, influisce
negativamente sull'arena finanziaria, i lockdown hanno un forte
impatto sull'economia reale, innescando avvitamenti recessivi
difficilmente recuperabili. Sembra ragionevole soppesare, insieme
alla situazione epidemiologica, anche elementi economici e
sociali quali Pil, risparmio privato, ricorso a mutui,
composizione della ricchezza delle famiglie e livello degli
stipendi. Tutti interrelati alla futura capacità di risposta dei
servizi sanitari e allo stato di salute dei cittadini".
"Un bilanciamento tra stato epidemiologico, produzione economica
e la ricerca di nuove prospettive di sviluppo - conclude la nota
- vanno ricercati già adesso per non ipotecare il nostro futuro
rischiando che si avveri la frase populista: 'Non si muore di
Covid, ma si muore di fame'".
ACON/COM/db