Trasparenza: Zanin, attuale pandemia informazione provoca confusione
(ACON) Udine, 20 nov - "Servizio, qualità, autonomia e
trasparenza. Questi quattro elementi saranno fondamentali per
consentirci di uscire da una pandemia che ci consegnerà una
società diversa. Noi potremo entrarvi con il piede giusto solo se
sapremo riscoprire la riflessione sull'etica pubblica e le reali
responsabilità che riguardano i soggetti chiamati a prendere le
decisioni anche per gli altri".
Lo ha evidenziato oggi il presidente del Consiglio regionale del
Friuli Venezia Giulia, Piero Mauro Zanin, nel corso del suo
intervento in streaming al convegno "Etica pubblica in era di
emergenza", organizzato in occasione della Giornata della
Trasparenza 2020 dall'Università degli studi di Trieste.
"Affinché le cose siano monitorabili e verificabili - ha aggiunto
il presidente - devono essere comprensibili e intelleggibili
anche per la persona più semplice. Dobbiamo fare un grande
lavoro, perché l'informazione è una bestia delicata da gestire e
va seguita più sul piano della qualità che su quello della
quantità. Chi vuole essere opaco mette invece a disposizione una
marea di informazioni, difficilmente controllabili, che portano
alla confusione. Proprio come sta avvenendo adesso anche in
relazione all'emergenza".
"La trasparenza - ha insistito Zanin - è funzione della
conoscenza e, per essere realmente fruibile, deve essere
verificabile. Talvolta, prendiamo per vere le notizie arrivate
dai social e, invece, si tratta di semplici fake news. Viviamo
una pandemia da informazione che dovrebbe essere finalizzata alla
trasparenza ma che, invece, rischia di confondere".
"La trasparenza deve essere pura come l'acqua e offrire
informazioni verificabili. C'è ancora molto da fare, una
battaglia futura - ha proseguito il presidente - che può essere
intrapresa solo con le armi della formazione e della cultura,
sforzandoci di fornire ai cittadini tutti gli strumenti culturali
per valutare correttamente l'enorme massa di informazioni e di
sollecitazioni che piovono addosso a tutti noi".
Per quanto concerne il concetto di servizio, Zanin ha affermato
che "tutti noi siamo chiamati nel corso della nostra vita, anche
a livello privato, a lavorare per un'affermazione personale
attraverso la realizzazione di progetti e idee. La parola
servizio, per chi ha una responsabilità pubblica, assume perciò
un valore quasi sacrale, perché non esiste attività pubblica
senza un servizio verso il prossimo. L'etica, più che dalla
carica che uno ricopre, dovrebbe discendere dalla valutazione
esterna che si ha del suo operato. L'interesse generale deve
essere finalizzato al progresso non dell'individuo ma della
collettività".
In tema di qualità, "da presidente del Consiglio Fvg mi soffermo
soprattutto su quella legislativa. Ossia, se le regole che
governano il pubblico sono comprensibili, attuabili e facilmente
realizzabili. La responsabilità sta tutta in capo al legislatore,
perché molte volte le cose diventano opache oppure possono essere
piegate al servizio individuale, anziché a quello comune, proprio
per mancanza di qualità legislativa".
"Il Cr Fvg si è posto il problema - ha sottolineato Zanin - ed è
stato attivato un percorso per soffermarsi sulla qualità
legislativa perché, talvolta, le leggi partono con un'idea di
interesse generale e un obiettivo ampio, ma poi nell'ambito
dell'iter intervengono sollecitazioni ed emendamenti che portano
l'interesse generale verso quello più limitato dei singoli in
funzione del consenso. Un problema di qualità legislativa che
riguarda i Cr, ma anche il Parlamento: serve una riflessione
forte se vogliamo che l'azione sia trasparente, misurabile e
monitorabile".
"Mi piace il mestiere che faccio e, ogni tanto, prendo le leggi
scritte nel primo dopoguerra da parte dei padri costituenti - ha
rivelato - e, se guardo la qualità del lessico grammaticale, le
trovo dirette, univoche e comprensibili. Quelle di oggi, invece,
possono anche essere costituite da un solo articolo e 7-800 commi
con riferimenti ad altre leggi e rimandi".
Inoltre, in tema di autonomia, Zanin ha spiegato che "quando uno
prende una decisione in ambito pubblico si assume anche la
responsabilità di ciò che essa può provocare nell'opinione
comune, nella comunità e nella società. L'autonomia della nostra
Regione, anche nel campo della produzione legislativa e non solo
nell'amministrazione diretta, non è certo contrapposta a quella
dello Stato, ma deve collaborare con i suoi poteri partendo dalla
base, affinché il cittadino possa controllarla, valutarla e
giudicarla".
"Nel periodo del terremoto - ha quindi ricordato - ci fu la
delega ai sindaci per la ricostruzione evidenziando una
straordinaria collaborazione, forse mai più toccata da allora,
tra primi cittadini, Regione e Stato. Tutti si comportarono sul
territorio in linea con la filosofia autonomistica del Fvg.
Allontanando il potere decisionale del controllo diretto del
cittadino in un processo inverso alla sussidiarietà - ha concluso
Zanin - credo si allontani anche il controllo sulla realizzazione
delle scelte pubbliche".
L'evento moderato da Roberto Di Lenarda (magnifico rettore
dell'Università di Trieste), oltre alla presenza di numerosi
oratori ha visto anche la partecipazione di Valerio Valenti
(commissario del Governo a Trieste e nella Regione Fvg), Oria
Settesoldi (presidente del Tar Fvg), Paolo Simeon (presidente
della Corte dei Conti, sezione giurisdizionale del Fvg) e Andrea
Crismani (delegato dal rettore agli Affari legali e Trasparenza).
ACON/DB-fc