Cittadinanza: Moras (Lega), lingua è identità di popolo e di cultura
(ACON) Trieste, 3 dic - "Chi chiede di diventare cittadino
italiano non può non conoscere la nostra lingua. Si tratta di una
regola di buon senso e assai diffusa. I nostri connazionali, per
ottenere la cittadinanza in altri Paesi, faticano a imparare la
lingua in quanto requisito necessario. Del resto, l'uso della
lingua è indispensabile per perseguire una socialità appagante,
un'indipendenza lavorativa ed economica, nonché per crescere i
propri figli".
Lo afferma in una nota il consigliere regionale Ivo Moras (Lega),
ricordando "quando, da primo cittadino di Brugnera, avevo negato
la cittadinanza a coloro che non erano in grado di leggere la
formula del giuramento di fedeltà alla Costituzione".
"Avevo denunciato alla Procura - aggiunge l'esponente del
Carroccio - una situazione che permette, ancora oggi, di
autorizzare la cittadinanza senza i requisiti fondamentali, quali
la conoscenza della lingua. Avevo investito del problema anche il
ministro dell'Interno, che allora era Angelino Alfano, per
chiedere conto di una procedura a mio avviso profondamente
sbagliata e che non verifica la conoscenza della lingua".
"Mio padre - sottolinea Moras - era emigrato in Francia nel
lontano 1958 e il primo requisito richiesto per il rinnovo del
permesso di lavoro era stata proprio la conoscenza del francese.
Passati gli ottant'anni, parlava ancora correttamente il francese
che aveva imparato con tanta fatica ai corsi serali in terra
transalpina".
"Il sindaco di San Giorgio della Richinvelda ha fatto bene a
negare la cittadinanza a chi non sa leggere il giuramento: senza
giuramento, non ci può essere cittadinanza. Troppe persone -
conclude il consigliere leghista - danno valore all'esteriorità
dell'atto, invece che alla profondità della scelta. La lingua è
la principale componente di un'identità, certo non esclusiva, ma
pluralistica. Chi si indigna, gira le spalle al valore che più di
ogni altro identifica un popolo e la sua cultura: la lingua".
ACON/COM/db