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Recovery Fund: Moretuzzo (Patto), serve piano d'azione a lungo respiro

10.12.2020
19:18
(ACON) Trieste, 10 dic - "Sulle risorse del progetto comunitario Next Generation EU è necessario definire un piano di azione di lungo respiro, il più possibile condiviso attraverso l'ascolto delle rappresentanze della società civile, del mondo della ricerca, delle categorie produttive, dal quale partire per avviare un negoziato serrato con lo Stato, che verosimilmente cercherà di centralizzare le scelte relative all'utilizzo dei fondi disponibili. Ne va del futuro della nostra regione. Per alcune aree del Friuli Venezia Giulia, infatti, questa è una partita vitale, che non possiamo perdere".

Lo ha affermato Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto per l'Autonomia, nel corso della discussione in Consiglio regionale sul tema del Recovery Fund, lo strumento messo in campo dall'Unione europea per sostenere e rilanciare l'economia dopo la pandemia da Coronavirus.

"È fondamentale elaborare quanto prima una nostra visione e una serie di ambiti di azione in cui sviluppare un nostro Green Deal, una transizione necessaria del sistema economico verso una svolta orientata alla sostenibilità ambientale, in particolare alla produzione e distribuzione di energie rinnovabili, e alla resilienza dei territori e delle filiere produttive, in linea con i criteri europei per l'utilizzo dei fondi in base ai quali il 57% degli stessi deve andare ad ambiente (energia e clima) e digitalizzazione, alimentando una moltiplicazione delle risorse attivate", ricorda Moretuzzo.

"Un perimetro di azione che evidentemente non è stato colto dalla Giunta Fedriga, la cui idea di modello di sviluppo pare sia invece quella di costruire edifici pubblici per ospitare uffici della Regione", aggiunge il capogruppo del Patto per l'Autonomia riferendosi all'idea "lanciata dall'assessore Callari di utilizzare i fondi europei per recuperare un'area importante del Porto vecchio di Trieste. È necessario un piano organico per l'intera regione. Non è un discorso di campanili, ma di progettualità che devono rispettare le diversità di ogni territorio, con le rispettive necessità, per valorizzarli tutti".

"Continuando di questo passo, invece - precisa Moretuzzo - il Friuli rischia di diventare mera stazione di servizio a uso e consumo dei flussi che possono utilizzarla, con quattro passaggi da cui entrare o uscire: il passo di Tarvisio, la soglia di Gorizia, il porto di Trieste e la diocesi di Concordia (dall'Italia verso Est e Nord). Auspichiamo quindi che la mozione approvata oggi sul Recovery Fund sia un primo passo per un percorso equilibrato e rispettoso degli interessi di tutti". ACON/COM/rcm



Massimo Moretuzzo, capogruppo di Patto per l'Autonomia in Consiglio regionale