Recovery Fund: Moretuzzo (Patto), serve piano d'azione a lungo respiro
(ACON) Trieste, 10 dic - "Sulle risorse del progetto
comunitario Next Generation EU è necessario definire un piano di
azione di lungo respiro, il più possibile condiviso attraverso
l'ascolto delle rappresentanze della società civile, del mondo
della ricerca, delle categorie produttive, dal quale partire per
avviare un negoziato serrato con lo Stato, che verosimilmente
cercherà di centralizzare le scelte relative all'utilizzo dei
fondi disponibili. Ne va del futuro della nostra regione. Per
alcune aree del Friuli Venezia Giulia, infatti, questa è una
partita vitale, che non possiamo perdere".
Lo ha affermato Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto per
l'Autonomia, nel corso della discussione in Consiglio regionale
sul tema del Recovery Fund, lo strumento messo in campo
dall'Unione europea per sostenere e rilanciare l'economia dopo la
pandemia da Coronavirus.
"È fondamentale elaborare quanto prima una nostra visione e una
serie di ambiti di azione in cui sviluppare un nostro Green Deal,
una transizione necessaria del sistema economico verso una svolta
orientata alla sostenibilità ambientale, in particolare alla
produzione e distribuzione di energie rinnovabili, e alla
resilienza dei territori e delle filiere produttive, in linea con
i criteri europei per l'utilizzo dei fondi in base ai quali il
57% degli stessi deve andare ad ambiente (energia e clima) e
digitalizzazione, alimentando una moltiplicazione delle risorse
attivate", ricorda Moretuzzo.
"Un perimetro di azione che evidentemente non è stato colto dalla
Giunta Fedriga, la cui idea di modello di sviluppo pare sia
invece quella di costruire edifici pubblici per ospitare uffici
della Regione", aggiunge il capogruppo del Patto per l'Autonomia
riferendosi all'idea "lanciata dall'assessore Callari di
utilizzare i fondi europei per recuperare un'area importante del
Porto vecchio di Trieste. È necessario un piano organico per
l'intera regione. Non è un discorso di campanili, ma di
progettualità che devono rispettare le diversità di ogni
territorio, con le rispettive necessità, per valorizzarli tutti".
"Continuando di questo passo, invece - precisa Moretuzzo - il
Friuli rischia di diventare mera stazione di servizio a uso e
consumo dei flussi che possono utilizzarla, con quattro passaggi
da cui entrare o uscire: il passo di Tarvisio, la soglia di
Gorizia, il porto di Trieste e la diocesi di Concordia
(dall'Italia verso Est e Nord). Auspichiamo quindi che la mozione
approvata oggi sul Recovery Fund sia un primo passo per un
percorso equilibrato e rispettoso degli interessi di tutti".
ACON/COM/rcm