Edilizia: Piccin (FI), proposta Pd subappalti generica e con criticità
(ACON) Trieste, 11 dic - "Numerosi aspetti della proposta di
legge nazionale (pdln) del Pd in tema di subappalti ci hanno
portato a concludere che presentasse numerose criticità e che
fosse generica sui termini di applicazione. La Giunta regionale
sta lavorando a un disegno di legge in materia di appalti: il
Centrosinistra, al posto di presentare pdln sul tema, potrebbe
rivolgersi direttamente al Governo amico, affinché fissi quelle
indicazioni nazionali, ancora in cambiamento, che consentirebbero
il deposito del ddl".
Lo afferma in una nota la consigliera regionale Mara Piccin
(Forza Italia), intervenendo "dopo il respingimento in Aula, a
maggioranza, della pdln 13 in tema di subappalti, a firma dei
consiglieri del Pd, già bocciata due volte in sede di
Commissione, nonostante gli approfondimenti di rito".
"Tra i vari aspetti critici - aggiunge l'esponente forzista, che
è anche presidente della IV Commissione regionale permanente - è
parsa superflua l'abrogazione del comma 18 dell'articolo 1 della
legge 'Sblocca cantieri', essendo disposizioni (nel caso
specifico del subappalto al 40 per cento) da ritenersi già
disapplicate per effetto delle sentenze della Corte di giustizia
dell'Unione europea, come sottolineato anche dal presidente
dell'Autorità nazionale anticorruzione (Anac)".
"Inoltre, le modifiche proposte per il Codice dei contratti
pubblici - prosegue Piccin - avrebbero introdotto, di fatto, un
limite normativo al subappalto che, seppur condivisibile per
quanto riguarda il limite del 100 per cento, avrebbe potuto
prestarsi a dubbi di legittimità in relazione al principio di
concorrenza. Equiparare il subappalto al 100 per cento o
l'integrale esecuzione della categoria prevalente a cessione del
contratto è parso azzardato, considerato che il contratto non
viene ceduto e che il contraente principale è responsabile in via
esclusiva verso la stazione appaltante".
"Tra gli altri aspetti - conclude la nota di FI - il riferimento
al rischio di infiltrazioni mafiose, richiamato anche dall'Anac,
potrebbe non essere del tutto condivisibile, considerato che
nell'ordinamento italiano, come riportato in una sentenza della
Corte di giustizia, sono presenti numerose misure finalizzate a
impedire l'accesso alle gare a imprese riconducibili alla
criminalità organizzata".
ACON/COM/db