Covid: Riccardi in III Comm, riemerge problema carenza personale
(ACON) Trieste, 25 gen - L'emergenza-pandemia ha portato allo
scoperto il problema dei problemi per chi si occupa di sanità
pubblica: servono più medici e infermieri ma è difficile
assumerli e formarli in tempi rapidi.
E' questo il tema che - nelle tre ore e mezza di confronto tra i
consiglieri della Terza commissione, i vertici dell'Azienda
sanitaria del Friuli centrale e il vicegovernatore con delega
alla Salute, Riccardo Riccardi - è emerso con maggiore nitidezza
dai vari interventi.
La commissione, presieduta in modalità telematica dal leghista
Ivo Moras, era in realtà convocata per un'audizione più
specifica, ovvero il Piano attuativo per i presìdi ospedalieri
Santa Maria della Misericordia e Gervasutta di Udine, ma i
consiglieri ne hanno approfittato per porre a Riccardi e al
direttore generale dell'Asufc, Massimo Braganti (in collegamento
da Palmanova e accompagnato dai dirigenti sanitari Amato De
Monte, Giorgio Brianti e Denis Caporale), domande di carattere
più generale.
I commissari hanno infatti rivendicato il diritto di essere
informati più di frequente sulla lotta anti-Covid. "Da
regolamento le audizioni dovrebbero essere convocate entro 15
giorni dalla richiesta", ha protestato Andrea Ussai (M5S), e
analoghi concetti sono stati espressi dai consiglieri del Pd,
Mariagrazia Santoro e Roberto Cosolini, da Furio Honsell (Open
Fvg) e anche da Emanuele Zanon (Regione Futura), consigliere di
Maggioranza, secondo il quale "servirebbe una riunione della
Terza commissione ogni 7-10 giorni".
Walter Zalukar, consigliere del Gruppo misto, è andato anche
oltre definendo "passerella e fiera della vanità" la riunione
dello scorso dicembre, quando furono convocati tutti i dirigenti
delle aziende sanitarie regionali. Un'uscita che non è piaciuta
per nulla al vicegovernatore: "Io non ho mai fatto passerelle,
quando si chiede rispetto prima bisogna darlo", ha replicato
Riccardi. Che peraltro ha manifestato la disponibilità a
confronti più frequenti in Commissione, ma ha ricordato che
"siamo in emergenza, e il termine dei 15 giorni richiamato da
Ussai vale per le situazioni normali, non adesso".
Toni più morbidi, e maggiore condivisione, nel corso del
dibattito sulle criticità emerse in questi mesi. A cominciare
appunto dalla carenza di personale. "Da febbraio proviamo ad
assumere medici e infermieri - ha ricordato Braganti - ma non
siamo riusciti a coprire tutto il fabbisogno. Abbiamo potuto
utilizzare solo 409 dei 750 posti assegnati dal concorso
regionale, gli altri non hanno accettato". "La tecnologia si
acquista - gli ha fatto eco De Monte, nel rassicurare sul numero
di posti letto nelle terapie intensive - , i locali si riadattano
ma il personale non si compra e bisogna prepararlo: la formazione
dei medici richiede anni, e un infermiere dopo la laurea ha
bisogno di 7-8 mesi per riuscire a diventare autonomo nei reparti
di rianimazione".
"Si soffre - ha riassunto il vicegovernatore Riccardi nel suo
intervento finale - per la carenza di infermieri a causa di un
imbuto formativo, ed è un problema che dovremo affrontare anche
nei prossimi anni. Per fortuna è stata finalmente rivista la
legge dello Stato del 2004 che bloccava le assunzioni, grazie a
una pressione forte delle Regioni".
In Commissione si è parlato naturalmente anche dell'evoluzione
del virus in Fvg. Ai consiglieri che richiamavano il pericolo di
finire in zona "rosso scuro" a causa delle valutazioni europee,
Riccardi ha risposto che "siamo in realtà in una condizione di
rischio moderato, anche se non certo fuori dalle difficoltà: del
resto è per questo che abbiamo difeso davanti al Tar la decisione
di non riaprire le scuole". La seconda ondata si è peraltro
rivelata in regione ben peggiore della prima, e lo dicono i
numeri elencati dai dirigenti sanitari protagonisti
dell'audizione: a livello di Friuli centrale, 25mila casi di
positività contro i 1006 della fase uno.
ACON/FA