Giorno Memoria: Zanin, dobbiamo interrogare nostre coscienze su Shoà
(ACON) Trieste, 27 gen - Esattamente 76 anni fa, sono stati
aperti i cancelli del lager di Auschwitz perché non siano mai più
richiusi, perché nessuno vi sia più portato a morire.
"Il fatto che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella,
non abbia rinunciato a commemorare il Giorno della Memoria pur in
una situazione di crisi politica che stiamo vivendo, pone al
giusto livello valori diversi: quello appunto della memoria, che
deve chiamarci a interrogare le nostre coscienze sull'orrore che
è stato lo sterminio di intere popolazioni solo perché diverse da
altre, rispetto invece ai limiti dell'uomo anche nell'azione di
governo. Sono onorato di rappresentare il Consiglio regionale del
Friuli Venezia Giulia a questa commemorazione presso la Risiera
di San Sabba, a Trieste, uno dei tre campi di concentramento del
Friuli Venezia Giulia con Gonars e Visco".
Lo ha affermato il presidente dell'Assemblea legislativa
regionale, Piero Mauro Zanin, a latere della cerimonia del 27
gennaio dedicata all'Olocausto, svoltasi in forma ridotta per
le dovute limitazioni causate dalla Covid.
"L'Assemblea rivivrà la Giornata della Memoria - ha detto ancora
Zanin - nella seduta in calendario per il primo febbraio
prossimo, quando a riportarci agli anni dello sterminio saranno
le testimonianze di alcuni degli ultimi sopravvissuti a quella
immane tragedia".
"Noi abbiamo oggi una grande responsabilità, soprattutto nei
confronti dei giovani", ha affermato il vicepresidente del
Consiglio regionale, Francesco Russo, anche lui alla cerimonia.
"In questi mesi abbiamo perso tanti degli ultimi protagonisti
diretti delle deportazioni e di ciò che è stato il grande orrore
del '900, portati via dalla pandemia. La nostra responsabilità,
di educatori e responsabili della cosa pubblica, è tramandare
affinché i giovani siano i primi a dirci: 'Non deve mai più
succedere'".
Un pensiero, quello alle nuove generazioni, rivolto anche dal
sindaco di Tieste, Roberto Dipiazza, che ha poi aggiunto:
"L'Olocausto ha segnato il destino di un popolo, in questo luogo
è stata uccisa la libertà".
"Queste mura parlano e ci dicono che qui ha preso corpo la
sopraffazione dell'uomo contro l'uomo, che qui si è dispiegato un
programma di odio e di morte, che qui sono state consumate vite
in nome di ideologie disumane e crudeli", gli ha fatto eco
monsignor Giampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste.
Il presidente Zanin ha rappresentato la Regione anche alla
deposizione di una corona d'alloro a Gorizia, al monumento eretto
nel piazzale Martiri della Libertà, a cui era presente anche
l'assessore Sebastiano Callari, e a Cormòns, davanti alla stele
posta a memoria e monito contro tutti gli olocausti, in via di
Manzano.
ACON/RCM