Covid: Ussai (M5S), Giunta riconosca ruolo difficoltà telemonitoraggio
(ACON) Trieste, 3 feb - "Serve un cambio di passo sul progetto
di telemonitoraggio per i pazienti Covid-19 e sulla copertura
delle zone carenti, evitando di scaricare tutte le responsabilità
sui medici di medicina generale (Mmg) e sull'Accordo collettivo
nazionale che disciplina i rapporti con i Mmg".
Lo afferma in una nota il consigliere regionale del Movimento 5
Stelle, Andrea Ussai, replicando alla risposta della Giunta
regionale alla sua interrogazione in merito al coinvolgimento dei
medici di base nella presa in carico dei pazienti Covid-19.
"I numeri relativi alla telemedicina - dettaglia l'esponente
pentastellato - sono sconfortanti: dei 1.500 kit previsti dal
progetto, infatti, ne sono stati consegnati a oggi solo 17,
capaci di coprire 51 pazienti, a cui si aggiungono 10 kit a una
casa di riposo. Occorre tornare alla realtà dei fatti, dopo le
dichiarazioni del presidente Massimiliano Fedriga, secondo cui
eravamo i primi in Italia ad attivare questo servizio".
"Evidentemente, il problema non è legato solo alla poca adesione
dei Mmg (294) ma - aggiunge Ussai - alla mancanza di kit completi
con 1.340 sfigmomanometri ancora giacenti in dogana in attesa
delle pratiche di ingresso in Italia. Al di là del fatto che la
Giunta Fvg conferma il coinvolgimento dei medici nel progetto,
mentre i sindacati lo smentiscono: evidentemente, qualcuno non
dice la verità".
"Ma lo scaricabarile - rimarca ancora il consigliere del M5S -
riguarda anche le zone carenti, con numerosi incarichi vacanti
per il ruolo di medico di medicina generale. Svariate aree del
Friuli Venezia Giulia attendono la pubblicazione dei bandi per
assegnare le zone carenti e in altre, a seguito del rifiuto di
alcuni medici di aprire il proprio ambulatorio, non è stato
indetto un bando straordinario, preferendo rinviare all'anno
successivo l'assegnazione dei posti, proponendo l'aumento del
massimale degli assistiti".
"L'assessore Riccardo Riccardi - sottolinea ancora Ussai - ha
dichiarato in Commissione la necessità di cambiare l'Accordo
collettivo nazionale, ma esiste anche una contrattazione
regionale e aziendale che, in questo ambito, potrebbe incentivare
i medici ad aprire, fornendo un ambulatorio oppure coprendo parte
della quota dell'affitto, supportando il lavoro di segreteria con
personale amministrativo per i medici con più assistiti e
rendendo omogenee le procedure per l'effettuazione dei tamponi e
l'attivazione delle Unità speciali di continuità assistenziale
(Usca)".
"La pandemia - conclude la nota del Movimento 5 Stelle - si vince
sul territorio e bisogna intervenire tempestivamente per dare
risposte ai cittadini e garantire un filtro che permetta di
limitare la pressione sugli ospedali".
ACON/COM/db