Ristori: Piccin (FI), aiuti di Stato anche alle aziende giovani
(ACON) Trieste, 9 feb - "Gli operatori economici devono poter
ricevere misure di sostegno superando l'attuale, rigida
impostazione che le condiziona a uno specifico periodo di avvio
dell'attività economica. Abbiamo impegnato la giunta regionale a
sollecitare il prossimo governo a intervenire, con il futuro
decreto Ristori 5, di cui era già pronta una bozza prima delle
dimissioni di Conte, evitando quella che di fatto è una
penalizzazione per le aziende avviate anche dopo il 2019".
La richiesta arriva da una nota della consigliera regionale Mara
Piccin (Forza Italia), prima firmataria di un ordine del giorno
sul tema, collegato al ddl 123 Sviluppoimpresa.
"Il protrarsi dell'emergenza epidemiologica - osserva Piccin -
sta continuando a incidere negativamente su gran parte delle
attività imprenditoriali. Per far fronte ai problemi economici
degli imprenditori italiani, il governo Conte ha emanato diversi
decreti volti a prevedere una serie di misure di sostegno e
ristoro. Ma, come previsto dal decreto Ristori bis, il contributo
a fondo perduto concesso alle partite Iva attive al 25 ottobre
2020 e operanti in uno dei settori di attività definiti dai
codici Ateco elencati nell'allegato 1, "spetta a condizione che
l'ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile
2020 sia inferiore ai due terzi dell'ammontare del fatturato e
dei corrispettivi del mese di aprile 2019'".
"In tal modo - sottolinea ancora la consigliera di Forza Italia -
si è confermato un criterio già previsto dal decreto Rilancio:
vengono esclusi dalla concessione dei contributi gli operatori
economici che ad aprile 2019 non avevano conseguito alcun
fatturato, in quanto la loro attività era stata avviata
successivamente a quel mese. Nella bozza del decreto Ristori 5,
la cui approvazione è stata bloccata dalla crisi di governo, è
contenuta una disposizione tesa a risolvere questa criticità,
prevedendo che, per ricevere i contributi, le partite Iva
dimostrino il calo di fatturato nei primi sei mesi del 2020 e non
più la differenza tra aprile 2020 e aprile 2019".
"Ne va della sopravvivenza - prosegue Piccin - di imprese che non
possono avere come "colpa", per non vedersi riconoscere i
ristori, quella di essere state avviate a pochi giorni dalle
misure per contenere la pandemia, sfociate nel lockdown totale
dello scorso anno e nei successivi provvedimenti. Dev'essere uno
dei primi atti su cui si deve impegnare il nuovo governo -
conclude la consigliera - e il Friuli Venezia Giulia deve farsi
portavoce di questa richiesta".
ACON/COM/fa