Regeni: Nicoli-Piccin (FI), appello che non deve cadere nel vuoto
(ACON) Trieste, 18 feb - "La voce che si leva da questo
Consiglio regionale giunga forte, attraverso la Giunta, al
Governo. Ma non sia un nuovo appello destinato a cadere nel
vuoto. L'ennesimo nulla di fatto sarebbe intollerabile per quanti
continuano davvero a credere nella verità, nella giustizia e nei
diritti umani".
Lo affermano i consiglieri regionali Giuseppe Nicoli e Mara
Piccin (FI), dopo il voto favorevole dell'Aula alla mozione 220
sulla forte azione diplomatica cui è invitato il Governo italiano
nei confronti dell'Egitto per giungere a una verità processuale
sul caso Regeni, sul quale "sinora forse è mancata proprio quella
politica - scrivono in una nota i due forzisti - che un tempo sul
piano internazionale lavorava, magari sottotraccia e senza
clamore se non a risultati acquisiti, per un Paese sul quale non
c'era bisogno di spendere troppe parole sulla sua autorevolezza e
credibilità. Purtroppo, per Giulio Regeni il nostro Paese non è
ancora riuscito a pretendere risposte credibili da parte
dell'Egitto".
"Con in mente, prima di tutto, il dolore e la volontà di giungere
alla verità della famiglia Regeni, della comunità regionale,
dell'Italia e di quanti credono nella giustizia - specificano
Nicoli e Piccin - il Gruppo di Forza Italia non ha avuto dubbi
nell'esprimere voto favorevole a questa mozione, come non ne ha
avuti a dicembre, quando ha approvato le mozioni volte a ottenere
la liberazione di Patrick Zaki, tutt'ora purtroppo un caso
irrisolto, e dei 18 pescatori di Mazara del Vallo che erano
imprigionati in Libia, caso che invece ha avuto esito positivo".
"Queste vicende hanno in comune i rapporti con regimi che di
democratico non hanno nulla - osservano i due esponenti di
Centrodestra -, perché calpestano i diritti più elementari della
persona. Questi diritti sono un pilastro dell'Occidente, una
conquista irrinunciabile. La loro affermazione non deve mai
essere motivo di contrapposizione tra le parti politiche. È
positivo, dunque, che anche questa mozione veda l'unanimità del
consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, come avvenne per
le mozioni di dicembre".
"Certo, la politica deve occuparsi di come pretendere il rispetto
di questi principi e diritti sul piano internazionale -
continuano -, dove gli aspetti geopolitici, le pressioni e gli
interessi rendono complesso il rapporto con Stati che, sulla
carta, non meriterebbero di doversi più rapportare con l'Italia e
l'Occidente. Ma è la diplomazia, come sappiamo, il primo
strumento che mette a disposizione la nostra Costituzione per
risolvere ogni controversia. Ci sono, però, circostanze che
restano difficili da tollerare".
"Come noi tutti pretendiamo che la giustizia faccia il suo corso
in tempi ragionevoli, si deve considerare che in questo caso sono
già passati cinque anni: un'eternità, in cui la magistratura
italiana ha fatto la propria parte tra mille difficoltà, mentre
la controparte si è potuta permettere più volte di prendere a
schiaffi una nazione come l'Italia. Non può che essere mancata,
in questa vicenda - è la conclusione di Nicoli e Piccin-, proprio
la politica".
ACON/COM/rcm