Covid: Zalukar (Misto), licenziamenti dimostrano fragilità sistema
(ACON) Trieste, 21 feb - "I licenziamenti, presenti e futuri,
di una nota catena di profumerie in Friuli Venezia Giulia mettono
in luce la fragilità del nostro sistema economico, che fatica ad
evolversi e sembra rimanere imprigionato in un capitalismo
incapace di accorgersi della devastazione sociale in atto".
L'affermazione è di Walter Zalukar, consigliere regionale del
Gruppo Misto.
"Dopo la crisi finanziaria del 2007-08 - riflette ancora nella
sua nota - le moderne economie di mercato non hanno sensibilmente
mutato i comportamenti, al di là di poche regole del mercato
finanziario. Il Pil continua ad essere di gran lunga il
principale indicatore di successo, anche se è ormai dimostrato
che spesso dietro la crescita si nascondono grandi disuguaglianze
con profitti per pochi e redditi verso il basso per molti".
"Il Covid-19 ha inferto un duro colpo a diversi settori della
produzione e ha probabilmente accelerato la fine, o il drastico
ridimensionamento, di diverse realtà. Ma il punto è: siamo sicuri
che le proprietà abbiano subìto un ridimensionamento del
profitto? Ne dubito e credo, invece, che le vittime sacrificabili
siano i lavoratori dei punti vendita. Si tratta di una situazione
esemplificativa - aggiunge Zalukar - in cui grossi gruppi
multinazionali che fanno capo a fondi di investimento devono
rendere conto agli azionisti (e a ristrette cerchie di manager e
amministratori delegati) e non al territorio e al capitale umano
dove insiste la loro attività.
Situazioni come questa si moltiplicheranno a seguito della
pandemia e della contrazione dei consumi da essa ingenerata. I
governi nazionali saranno chiamati sempre più spesso a difendere
i cittadini e le economie locali da realtà finanziarie
tentacolari, sfuggenti quanto a responsabilità sociale ed
esclusivamente attente ai dividendi. Sarà una lotta impari, se
non si corre ai ripari partendo proprio dalla messa in
discussione di alcuni principi che sembrano immutabili".
"Comincia a prendere forma, nelle università britanniche e
statunitensi, un movimento di idee che contesta l'infallibilità
della teoria economica neoclassica, la quale affida al solo
mercato l'organizzazione delle nostre vite. L'aspetto meramente
teorico dell'equilibrio di quel mercato da raggiungersi tuttavia
in condizioni perfette, si dimostra inadeguato a spiegare la
complessità della realtà. Non si tratta di un movimento
insurrezionale o, peggio, velleitario - così ancora il
consigliere -, ma di una presa di coscienza che muove i suoi
passi dalle teorie green del Nobel per l'economia 2018, William
Nordhaus. La responsabilità sociale delle imprese e diversi
meccanismi di redistribuzione del valore creato da queste da soli
non bastano a scongiurare i licenziamenti delle multinazionali".
"Se l'obiettivo diventa un sistema produttivo armoniosamente
integrato ai territori e responsabile verso i suoi abitanti, la
politica può fare la differenza - conclude Zalukar -. Ridurre
l'egemonia della grande distribuzione e della grande
concentrazione i cui centri direzionali e interessi sono
rispettivamente lontani e divergenti da quelli del territorio di
insediamento è un'azione fattibile di politica locale, anche
comunale. La pianificazione urbana, la concessione di licenze, la
tassazione locale, i requisiti per la partecipazione alle gare
d'appalto sono solo alcune delle leve che un'amministrazione
locale può muovere per favorire una migliore occupazione e uno
sviluppo economico produttivo responsabilmente legato al
territorio".
ACON/COM/rcm