Sicurezza: Iacop (Pd), ddl 125 crea cittadini poliziotti in borghese
(ACON) Trieste, 10 mar - "Nel disegno di legge 125 la sicurezza
urbana non è più integrata con il territorio, come si vuol
titolare, ma va verso una polizia regionale che si specializza e
si organizza al pari delle forze di polizia statali, e che
incentiva l'utilizzo complementare della vigilanza professionale
e della partecipazione del cittadino non per una cultura della
legalità in senso preventivo e civico, bensì per affiancare la
polizia locale nei suoi compiti di presenza sul territorio e di
rispetto della legalità".
Lo ha affermato in Aula il consigliere Franco Iacop (Pd),
relatore di minoranza del ddl 125 in materia di politiche
integrate di sicurezza e ordinamento della polizia locale.
La prima evidenza, per Iacop, sta nel fatto che "dal testo
scompaiono i riferimenti ai Comuni e questo già a partire
dall'articolo 1, per un modello decisorio incardinato nella
Giunta regionale", motivo per cui erano state chieste audizioni
di approfondimento in Commissione, ma negate.
"Il secondo avviso - ha proseguito il dem - sono i riferimenti a
strutture specialistiche e articolazioni organizzative
territoriali proprie di Forze o Corpi statali. L'intenzione
sembra quella di costituire un corpo di polizia locale parallelo
alle polizie di Stato e a carico economico dei Comuni, per
collaborazioni tra amministrazioni e con incluse attività di
controllo del territorio. Ricordiamo, però, che la funzione della
sicurezza primaria è in capo allo Stato e i Comuni, con la
Regione che ne cura il coordinamento, sono titolari di una
sicurezza sussidiaria".
Il terzo allarme, per Iacop, sta nel concetto improprio della
sicurezza partecipata e della cittadinanza attiva, con
l'obiettivo del controllo di vicinato "facendo diventare i
cittadini una sorta di poliziotti in borghese". Infatti "non
troviamo alcun riferimento a un coordinamento o a una
comunicazione con le prefetture". Il relatore ha ricordato che
"la competenza comunale della Polizia locale è normata a livello
statale e per l'operatività degli agenti fuori dal territorio di
riferimento sono necessari atti specifici che autorizzino la loro
azione, pena il rischio di nullità degli atti che redigono".
"Gli ultimi due aspetti critici su cui sollecitiamo la Giunta e
la Maggioranza a un ripensamento - ha concluso - sono tesi a
evitare conflitti con lo Stato e con la Corte costituzionale: il
requisito di almeno 5 anni di residenza in via continuativa in
Fvg per poter ottenere contributi regionali per installare
sistemi di sicurezza; l'area contrattuale separata, che potrebbe
prefigurare una organizzazione autonoma di polizia regionale che
rischia di confliggere giuridicamente con le normative statali".
L'immagine di polizia locale, per il consigliere del Pd, è dunque
"legata ai territori, di supporto alle amministrazioni e ai
cittadini, non verticalizzata e specializzata per svolgere
funzioni che sono già proprie delle forze di polizia statali,
fatta da personale formato per l'azione di controllo locale così
come per il coordinamento di auspicate forme di volontariato
civico".
ACON/RCM-fc