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Sicurezza: Iacop (Pd), ddl 125 crea cittadini poliziotti in borghese

10.03.2021
11:55
(ACON) Trieste, 10 mar - "Nel disegno di legge 125 la sicurezza urbana non è più integrata con il territorio, come si vuol titolare, ma va verso una polizia regionale che si specializza e si organizza al pari delle forze di polizia statali, e che incentiva l'utilizzo complementare della vigilanza professionale e della partecipazione del cittadino non per una cultura della legalità in senso preventivo e civico, bensì per affiancare la polizia locale nei suoi compiti di presenza sul territorio e di rispetto della legalità".

Lo ha affermato in Aula il consigliere Franco Iacop (Pd), relatore di minoranza del ddl 125 in materia di politiche integrate di sicurezza e ordinamento della polizia locale.

La prima evidenza, per Iacop, sta nel fatto che "dal testo scompaiono i riferimenti ai Comuni e questo già a partire dall'articolo 1, per un modello decisorio incardinato nella Giunta regionale", motivo per cui erano state chieste audizioni di approfondimento in Commissione, ma negate.

"Il secondo avviso - ha proseguito il dem - sono i riferimenti a strutture specialistiche e articolazioni organizzative territoriali proprie di Forze o Corpi statali. L'intenzione sembra quella di costituire un corpo di polizia locale parallelo alle polizie di Stato e a carico economico dei Comuni, per collaborazioni tra amministrazioni e con incluse attività di controllo del territorio. Ricordiamo, però, che la funzione della sicurezza primaria è in capo allo Stato e i Comuni, con la Regione che ne cura il coordinamento, sono titolari di una sicurezza sussidiaria".

Il terzo allarme, per Iacop, sta nel concetto improprio della sicurezza partecipata e della cittadinanza attiva, con l'obiettivo del controllo di vicinato "facendo diventare i cittadini una sorta di poliziotti in borghese". Infatti "non troviamo alcun riferimento a un coordinamento o a una comunicazione con le prefetture". Il relatore ha ricordato che "la competenza comunale della Polizia locale è normata a livello statale e per l'operatività degli agenti fuori dal territorio di riferimento sono necessari atti specifici che autorizzino la loro azione, pena il rischio di nullità degli atti che redigono".

"Gli ultimi due aspetti critici su cui sollecitiamo la Giunta e la Maggioranza a un ripensamento - ha concluso - sono tesi a evitare conflitti con lo Stato e con la Corte costituzionale: il requisito di almeno 5 anni di residenza in via continuativa in Fvg per poter ottenere contributi regionali per installare sistemi di sicurezza; l'area contrattuale separata, che potrebbe prefigurare una organizzazione autonoma di polizia regionale che rischia di confliggere giuridicamente con le normative statali".

L'immagine di polizia locale, per il consigliere del Pd, è dunque "legata ai territori, di supporto alle amministrazioni e ai cittadini, non verticalizzata e specializzata per svolgere funzioni che sono già proprie delle forze di polizia statali, fatta da personale formato per l'azione di controllo locale così come per il coordinamento di auspicate forme di volontariato civico". ACON/RCM-fc



Franco Iacop (Pd)